Piano industriale Ilva: 3 miliardi di investimenti

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La somma riguarda il periodo 2014-2016, ma il piano Ilva prevede un impegno finanziario di 4 miliardi e 100 milioni di euro


“Il piano industriale dell’Ilva prevede sino al 2020 un impegno finanziario di 4 miliardi e 100 milioni di euro. Tre miliardi saranno concentrati dal 2014 al 2016, per il resto sono previsti 250 milioni di euro di investimenti per ciascun anno compreso dal 2017 al 2020”. Lo ha detto il sub commissario dell’Ilva, Edo Ronchi, intervenendo oggi a Taranto ad una tavola rotonda nel congresso provinciale della Uilm. A proposito dei 3 miliardi relativi al triennio dal 2014 al 2016, Ronchi ha detto che “1,07 miliardi riguardano il 2014, 1,08 il 2015 e 920 milioni il 2016. I 3 miliardi comprendono 1,8 miliardi di Autorizzazione integrata ambientale, 635 interventi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, 1,750 miliardi di investimenti tecnologici”

Sempre sui 3 miliardi, Ronchi ha precisato che “1,8 miliardi deriveranno dall’aumento di capitale, 1,5 miliardi dalle banche e 900 milioni dalle risorse dell’azienda. Queste cose – ha detto ancora Ronchi – sono ormai abbastanza dettagliate e le analisi ci dicono che l’Ilva é un’azienda che, una volta risanata e rilanciata, può ripagare gli investimenti con la sua attività industriale”. Ronchi ha anche fornito una divisione dei 635 milioni relativi alla sicurezza sul lavoro che sono così ripartiti: 127 nel 2014, 254 nel 2015 e altrettanti nel 2016. Ronchi ha poi dettagliato anche i costi del miliardo e 800 milioni riferito all’Aia: 405 milioni riguardano i parchi minerali, 132 la chiusura dei nastri trasportatori e degli edifici, 151 l’agglomerato, 186 le cokerie, 78 gli altoforni, 74 le acciaierie, 174 le acque, 141 i rifiuti, 138 i rischi da incendi e incidenti rilevanti, 180 l’efficienza energetica e 90 oneri vari. Su un miliardo e 800 milioni di Aia, 104 milioni sono già stati spesi lo scorso anno. Ronchi ha infine detto che l’Ilva, al termine del risanamento, rimarrà con sei batterie coke, mentre per quanto riguarda l’uso del preridotto di ferro negli altiforni e nelle acciaierie – preridotto acquistato dall’estero – “per quest’anno é previsto l’uso di 600mila tonnellate. Stiamo avendo risultati positivi in termini di risparmi” ha detto Ronchi.

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Redazione InSic

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