Le nuove regole adottate
Amianto, mercurio, policlorobifenili (Pcb), stagno tributile e morchie sono alcune delle sostanze nocive contenute nelle navi da rottamare che spesso, con un semplice e rapido cambio di bandiera, vengono dirottate sulle spiagge di Paesi lontani come India, Bangladesh e Pakistan. Le nuove misure introdotte dal Parlamento Ue, sono state concordate con i ministri europei e saranno applicate sia alle navi comunitarie sia a quelle non comunitarie. Quando attraccheranno in un porto di uno Stato membro, infatti, tutte dovranno fornire l’inventario dei materiali pericolosi contenuti. Lo smantellamento delle imbarcazioni europee, inoltre, potrà avvenire solo in strutture “certificate“, incluse in un apposito elenco comunitario.Durante i negoziati, il Parlamento di Strasburgo ha rafforzato i requisiti proposti, obbligando tra l’altro le società di riciclaggio navale a operare in strutture permanenti, che dovranno essere progettate, costruite e gestite in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente. In tutto il processo di smantellamento, inoltre, materiali e rifiuti pericolosi dovranno essere trattati unicamente su superfici impermeabili, dotate di un efficace sistema di drenaggio. Le quantità effettive dei materiali pericolosi dovranno essere documentate e il loro smaltimento autorizzato solo presso impianti di trattamento o riciclaggio dei rifiuti.
Saranno i singoli Stati membri a stabilire le misure di esecuzione delle nuove regole e a determinare le sanzioni in caso di violazione delle norme. Il regolamento si applicherà alle navi non prima di due anni, e al massimo entro cinque, dopo la sua entrata in vigore, prevista per l’inizio del 2014. Le disposizioni in materia di impianti di riciclaggio, invece, saranno applicate un anno dopo l’entrata in vigore del regolamento, che avverrà 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale Ue.
Spetterà invece alla Commissione europea il compito di valutare la possibilità di elaborare, entro il 2015, un meccanismo di incentivazione dello smantellamento “verde”. Nella sessione dello scorso 22 ottobre, infatti, l’Europarlamento ha bocciato la proposta di creare un fondo per l’eco-rottamazione, da finanziare con una tassa applicata a ogni nave in ingresso nei porti dell’Ue
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