Pubblicato il DL #AmbienteProtetto: il commento del Ministero Ambiente

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Con la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione Mercoledì 25 giugno in gazzetta ufficiale è entrato in vigore il decreto, approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri, che contiene disposizioni urgenti per la tutela dell’ambiente, il DL 91/2014.


Obiettivi del provvedimento, dal titolo #AmbienteProtetto, sono:
– superare alcune emergenze;
– semplificare le procedure;
– scongiurare diverse infrazioni comunitarie.

“Con questo pacchetto di misure – spiega il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – vogliamo rendere più efficiente l’intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell’Ambiente. Bisogna ‘correre’ verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti”.

Ecco nel dettaglio i principali interventi disposti:

Più risorse per l’efficienza energetica delle scuole

Finanziamenti a tasso agevolato per un importo complessivo di oltre 300 milioni vengono concessi, attraverso il fondo rotativo “Kyoto”, per incrementare l’efficienza energetica degli edifici scolastici e universitari. Ai finanziamenti si applica un tasso di interesse dello 0,25%, dimezzando così il tasso previsto dalla legge per i finanziamenti del fondo Kyoto che è dello 0,50%.

Gli interventi devono portare risultati concreti nel miglioramento del parametro di efficienza energetica dell’immobile di almeno due classi in tre anni. Se questo obiettivo non viene raggiunto e certificato il finanziamento viene revocato.

Un’ulteriore norma inserita nel decreto affida più poteri per utilizzare in tempo utile i fondi previsti dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2007-2013 per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici pubblici.

Procedure più veloci e semplici contro il dissesto idrogeologico: in campo i Presidenti di Regione

I Presidenti di Regione subentrano, per i rispettivi territori di competenza, nelle funzioni dei Commissari straordinari delegati alla mitigazione del rischio idrogeologico e nella titolarità delle relative contabilità speciali. Il risparmio stimato è di circa 1.800.000 euro, da destinare all’esecuzione degli interventi operativi.

Per semplificare e velocizzare le procedure, l’autorizzazione dei progetti rilasciata dal Governatore della Regione sostituisce tutti i visti, i pareri, le autorizzazioni, i nulla osta ed ogni altro provvedimento necessario all’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. I Presidenti devono completare gli interventi entro il 31 dicembre 2015 e pubblicare online con cadenza almeno trimestrale i dati sullo stato di avanzamento dei lavori.

Uno strumento straordinario per gli enti locali: la “requisizione in uso” per gli impianti di gestione dei rifiuti

Il decreto risolve alcune problematiche interpretative sull’applicazione dell’articolo 191 del codice dell’ambiente in merito ai poteri degli enti locali nella gestione di situazioni di crisi in tema di rifiuti: la norma di tutela viene estesa anche al caso di “grave e concreto” pericolo ancora allo stato potenziale. Gli strumenti eccezionali da utilizzare per porre rimedio alle situazioni di crisi vengono integrati con uno specifico potere di “requisizione in uso” degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti.

Viene precisato inoltre che la combustione di materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture in loco nel caso di combustione è consentita solo in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri cubi per ettaro nelle aree, periodi e orari individuati da relativa ordinanza del sindaco. La combustione dei residui è sempre vietata nei periodi di massimo rischio-incendi, dichiarati dalle Regioni.

Per la Campania: controlli più stringenti sui terreni a rischio, via al termovalorizzatore di Salerno.

Si interviene con una modifica sul decreto legge “Terra dei Fuochi”, prevedendo che le indagini possano essere estese ai terreni agricoli non oggetto di indagine perché coperti da segreto giudiziario e di quelli oggetto di sversamenti resi noti a conclusione delle indagini.

Un’ulteriore norma inserita nel decreto introduce una disciplina per conformare la gestione dei rifiuti nella regione Campania alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 marzo 2010, con cui è stato condannato lo Stato Italiano per violazione degli obblighi comunitari: è nominato un commissario straordinario per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Salerno, che provveda alla stipula del contratto e a tutti gli adempimenti per portare a termine l’opera.

Norme per il trasporto sicuro degli idrocarburi per mare: in caso di incidenti paga anche il proprietario del carico

In attuazione del principio “chi inquina paga”, in caso di danni all’ambiente marino derivante da incidenti su navi che trasportano idrocarburi, la responsabilità solidale ricade anche sul proprietario del carico che per dolo o colpa grave ha scelto di utilizzare navi non rispettose degli standard richiesti. Un passo importante verso un sistema di piena responsabilizzazione che scoraggi l’utilizzo di “carrette del mare” a basso costo per il trasporto di sostanze in grado di danneggiare l’ambiente.

Una procedura semplificata per le bonifiche e la messa in sicurezza

Il decreto prevede una procedura semplificata per superare le difficoltà e le incertezze che oggi frenano gli interventi di bonifica e messa in sicurezza necessari alla salvaguardia delle vocazioni ambientali dei territori, nonché al loro rilancio economico-occupazionale.

Per i soggetti che garantiscono di poter ridurre il livello di “concentrazione soglia di contaminazione”, con un programma di interventi dai tempi certi, è previsto un procedimento di approvazione veloce, fermo restando il controllo delle Arpa sui dati tecnici e sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’inquinamento. Si prevedono forme semplificate di recupero dei rifiuti, sempre a condizione di rispettare tutti i criteri di salvaguardia ambientale e della salute. Il testo chiarisce inoltre le modalità di gestione dei rifiuti militari, accentuando le tutele ambientali.

Viene prevista una qualificazione specifica per le imprese che sono chiamate a realizzare le attività legate allo smantellamento e alla messa in sicurezza degli impianti nucleari. I criteri (categorie di lavorazioni e requisiti speciali per l’acquisizione della qualifica da parte delle imprese) sono determinati, entro 30 giorni, con decreto dei ministeri competenti (Ambiente, Infrastrutture, Sviluppo Economico, Salute). Il decreto estende poi alla bonifica dei beni contenenti amianto una quota parte del fondo per lo Sviluppo e la Coesione, già destinato agli interventi per bonifica dei siti d’interesse nazionale.

Nuova composizione per la Commissione tecnica VIA: meno costi, più qualificazione e trasparenza

La Commissione tecnica VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) passa da 50 a 40 commissari, tra cui il presidente e il segretario, scelti tra i soggetti con laurea, non triennale, con esperienza professionale specifica di almeno cinque anni. Viene cosi garantita l’alta qualificazione dei commissari, risparmiando allo stesso tempo circa 1 milione di euro tra compensi e costi di gestione. Il Ministro organizza con decreto le quaranta unità, suddividendole per profili di competenza ed esperienza. Nei casi di violazione delle norme sull’incompatibilità vengono introdotte pesanti sanzioni, come la decadenza dall’incarico e la segnalazione al rispettivo ordine professionale per le conseguenti determinazioni.

Piani d’azione per difendere le specie a rischio, operatività del Parco delle Cinque Terre

Il ministero dell’Ambiente promuove intese e accordi mirati con i Ministri competenti, le istituzioni pubbliche e i soggetti privati per attuare piani d’azione sulla conservazione di specie a rischio e la tutela della biodiversità, venendo incontro alle sollecitazioni giunte dall’Unione Europea. Il testo inoltre assegna alla commissione scientifica CITES un budget di 20 mila euro annui per le spese di missione previste dagli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese a tutela della fauna e della flora a rischio.

Il decreto intende poi far fronte alla grave emergenza in cui si trova il Parco Nazionale delle Cinque Terre, che dal 1999, anno della sua fondazione, non ha ancora un direttore. I gravi fenomeni alluvionali che pregiudicano gli ecosistemi del Parco rendono necessaria l’immediata pianificazione di azioni a immediato, medio e lungo termine che la precaria situazione nella “governance” non può garantire: il Ministro dell’Ambiente nomina quindi il direttore, scegliendolo da una terna proposta dal presidente dell’ente dopo una selezione pubblica.

Riduzione delle procedure di infrazione comunitaria in materia ambientale

Nello specifico, il decreto interviene:

per cancellare la procedura d’infrazione europea sui cosiddetti “richiami vivi” (cattura di uccelli ai fini del richiamo per la caccia)
per superare le censure mosse dalla Commissione europea in due procedure d’infrazione (2009/2086 e 2013/2170) riguardanti la valutazione d’impatto ambientale;
per rispondere alle richieste della Commissione europea nell’ambito di diverse procedure d’informazione riguardanti gli impianti di cattura e inanellamento delle specie, della protezione della vita selvatica e sul reato di commercio di esemplari di specie protette dell’avifauna;
modificando il d.leg. 32/2010 che istituisce INSPIRE (infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea), per rispondere alle osservazioni della Commissione Ue sull’operatività dello strumento;
per eliminare la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea, con lettera di messa in mora, in tema di politica per l’ambiente marino.
per ottenere l’archiviazione della procedure d’infrazione avviata nel 2007 dalla Commissione europea per non corretta trasposizione della direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque.
introducendo la definizione di “l’Autorità di distretto” per prevenire l’avvio di una procedura d’infrazione per il mancato rispetto della Direttiva 2000/60/CE. Si prevede inoltre la semplificazione del sistema di pianificazione delle acque per riconoscere il ruolo del piano di gestione dei bacini idrografici e individuare i piani regionali di tutela delle acque come operativi del piano di gestione.
Altre norme:

Proroga del termine, scaduto il 12 aprile 2014, per la sostituzione dei sistemi antincendio che contengono sostanze ozono lesive: ne può godere solo il soggetto che integra la dichiarazione con informazioni sull’ubicazione dell’impianto, la natura e la quantità di sostanze contenute. Viene cosi contestualmente attivato un vero e proprio censimento dei soggetti che le detengono.
Ulteriore semplificazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) con l’applicazione entro sessanta giorni dell’interoperabilità e la sostituzione dei dispositivi token usb, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.
Vengono adottate le linee guida per la misurazione e il rilevamento dei livelli di esposizione alle emissioni elettromagnetiche. Si dà cosi rapida attuazione alle norme per il controllo, lo sviluppo, la diffusione e la crescita delle nuove tecnologie di telefonia mobile e trasmissione dati.
Vengono introdotti nuovi e più efficienti parametri di ricerca per gli impianti termici civili.

In allegato il testo del decreto Ambiente

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Redazione InSic

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