“Il successo degli accordi dipende non solo dai governi ma da tutti i corpi sociali e quindi le imprese, i sindacati, le organizzazioni non governative, gli enti locali e i singoli cittadini”
Intervenendo all’incontro di alto livello su “Lima Climate Action” sul ruolo degli attori “non istituzionali” nel percorso verso l’accordo globale sul clima, il Ministro Gian Luca Galletti, ha fra l’altro affermato:
“Combattere i cambiamenti climatici non e’ solo una questione ambientale e tantomeno economica è piuttosto una questione etica, un obbligo morale, per i nostri figli e per le generazioni future.
L’Italia, insieme all’Unione Europea e’ da sempre molto ambiziosa, come dimostrano le scelte politiche intraprese, non ultimo il Pacchetto 2030, e la volonta’ di promuovere trasformazioni economiche radicali, in favore di una societa’ a basse emissioni. Trasformazioni che incentivino il passaggio dall’economia lineare novecentesca, che consuma troppe risorse e produce troppi rifiuti, all’economia circolare del futuro che conserva e riusa le risorse e tendenzialmente è a rifiuti zero.
Il successo degli accordi sul Clima dipende non solo dai governi ma da tutti i corpi sociali e quindi le imprese, i sindacati, le organizzazioni non governative, gli enti locali e i singoli cittadini. La sfida è globale non solo perchè riguarda tutto il pianeta ma anche perchè impone l’impegno di tutti.
Sotto il grande ombrello della questione etica, che deve guidare i comportamenti e le scelte di tutti gli attori sociali, esitono declinazioni economiche e culturali della sfida dei cambiamenti climati in cui il ruolo dei protagonisti non istituzionali è determinante.
C’è la grande opportunità dello sviluppo sostenibile, della green economy che sarà l’economia del futuro, capace di innescare sviluppo, occupazione, e l’innovazione tecnologica necessaria a costruire un modello di crescita a basse emissioni di carbonio.
E c’è la scommessa culturale, in cui enti intermedi come le organizzazioni non governative, le associazioni, i sindacati possono rivestire una decisiva funzione di moltiplicatori di sensibilità e di attenzione per aggregare consenso sociale attorno alle scelte di cambiamento rese necessarie dalle azioni sul climate change.
Per una grande ambizione e’ quindi cruciale il coinvolgimento di tutti per costruire un dialogo basato sulla trasparenza delle informazioni e dei processi decisionali e sull’adeguatezza e l’equità dell’impegno di ciascuno.
In questo senso è essenziale che qui a Lima si riesca a chiudere la decisione su contributi nazionali (INDC) in maniera tale che gli elementi che ho appena citato siano ben chiari.
Riconosciamo agli attori non isitituzionali, la capacita’di essere riusciti a dare visibilita’a tematiche troppo spesso trascurate, come: le questioni di genere, i diritti umani, i rifugiati verdi, le comunità indigene.
E’ parte di questa sfida l’impegno per l’adattamento. Ci sono ampie possibilità di sviluppare città intelligenti, favorire una agricoltura sostenibile, l’efficienza energetica e una gestione efficiente delle risorse naturali. Se riuscissimo a collaborare, adattamento e mitigazione andranno di pari passo”.
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