Nota di aggiornamento del DEF 2019: verso un Green New Deal italiano

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La Nota di aggiornamento del DEF 2019 presenta una revisione al ribasso delle stime sull’andamento dell’economia italiana per l’anno in corso (2019) e per il triennio successivo (2020-2022): rivede la previsione tendenziale di crescita del PIL, rispetto al quadro programmatico definito nel DEF, allo 0,1 per cento nel 2019, allo 0,4 per cento nel 2020, allo 0,8 per cento nel 2021 e all’1,0 nel biennio 2020-2021.
L’impatto complessivo sulla crescita del PIL è valutato pari a -0,1 punti percentuali per il 2019, nullo per il 2020 e positivo per il 2021 e 2022, in particolare per effetto di un miglioramento dei rendimenti sui titoli di Stato.
Nella Nota di Aggiornamento attualmente in discussione in Parlamento, sono diverse le previsioni in materia ambientale che saranno contenute nella prossima Legge di Bilancio.
Le riporta anche il Dossier di consultazione da cui estrapoliamo alcuni passaggi salienti che indicano gli interventi ambientali del Governo e soprattutto il cosiddetto “Green New Deal” italiano, realizzato sulla falsariga delle strategie ambientali europee.

Gli interventi generali

Nella prossima manovra di bilancio la Nota richiama la disattivazione dell’aumento dell’IVA, il finanziamento delle politiche invariate e il rinnovo di altre politiche in scadenza (tra cui gli incentivi a Industria 4.0), nonché ulteriori misure mirate a stimolare la crescita, quali la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, il rilancio degli investimenti pubblici, l’aumento delle risorse per istruzione e ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno e rafforzamento del sistema sanitario universale.
Le risorse aggiuntive per la riduzione del cuneo fiscale nel 2020 ammontano a 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021. Nel complesso le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2020 sono pari a quasi 0,8% del PIL.
Le coperture saranno assicurate mediante
-misure di efficientamento della spesa pubblica e di revisione o soppressione di disposizioni normative vigenti, per un risparmio di oltre 0,1 punti percentuali di PIL;
-nuove misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, nonché interventi per il recupero del gettito tributario, anche attraverso una maggiore diffusione dell’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, per un incremento totale del gettito pari a 0,4% del PIL;
-riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1% del PIL;
-altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni, per oltre 0,1 punti percentuali.

Gli interventi ambientali

La manovra di bilancio è destinata a includere interventi in grado di incentivare investimenti, sia per il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, in modo da contenere le emissioni e ridurre i consumi energetici, sia per l’utilizzo delle nuove tecnologie, attivando un circolo virtuoso tra innovazione e ambiente. In particolare, si prevedono incentivi e agevolazioni aventi l’obiettivo di proteggere l’ambiente e favorire la crescita e l’economia circolare, in modo tale da traguardare la realizzazione e lo sviluppo di un nuovo modello di crescita sostenibile ed inclusivo. Al riguardo il Governo auspica una riforma fiscale in chiave ambientale, rammentando che l’Italia sta avviando, in qualità di Stato membro, in collaborazione con lo Structural Reform Support Service della Commissione Europea e con l’OCSE, un progetto per sviluppare un Piano d’Azione per la riforma fiscale ambientale in Italia;

Energia e Ambiente

La Nota evidenzia inoltre come un elemento cruciale delle future politiche sul clima e l’energia sia rappresentato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che costituisce lo strumento attraverso il quale ogni Stato stabilisce i propri contributi agli obiettivi europei 2030, attuando gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, incremento delle fonti rinnovabili ed efficienza energetica approvati a livello europeo per l’anno 2030, ai fini del rispetto degli impegni che l’Unione europea ha assunto con la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi.
È poi in corso di predisposizione la Strategia di lungo termine per la riduzione dei gas a effetto serra al 2050, anch’essa finalizzata a favorire la c.d. “transizione ecologica”, che andrà trasmessa alla Commissione europea entro il 1° gennaio 2020, e individuerà diversi percorsi di decarbonizzazione, tenendo conto delle specificità degli assetti produttivo, energetico, economico e sociale nazionali, attraverso i quali sarà possibile raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra fino al conseguimento della “neutralità climatica”.

Green New deal italiano

In linea con il Green Deal europeo annunciato dalla prossima Commissione europea (2019-2024), il Governo intende lanciare un Green New Deal che preveda in primo luogo un piano pluriennale di investimenti pubblici e privati nonché una serie di politiche di supporto basate sulle esigenze territoriali del Paese. I piani di investimenti pubblici dovranno quindi “porre al centro la protezione dell’ambiente anche attraverso il miglioramento dei parametri e dei livelli di inquinamento ambientali, il progressivo ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici ed il miglioramento della qualità dell’aria”.
In vista quindi uno specifico “Collegato” collegati alla decisione di bilancio, che riporti il Disegno di legge del Green New deal italiano per la transizione ecologica del Paese.

Piano di investimenti green

Il piano di investimenti intende rafforzare il binomio sostenibilità-investimenti, creando un circolo virtuoso in base al quale lo sviluppo economico sia causa ed effetto di una maggiore tutela ambientale, e per perseguire l’eco-innovazione si intende sfruttare gli strumenti di finanza sostenibile in corso di predisposizione a livello europeo.
Sul fronte degli investimenti privati il Governo prevede quindi interventi volti ad incentivare il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, l’efficientamento e la riconversione dei processi produttivi e la transizione verso la Quarta rivoluzione industriale (digitalizzazione e intelligenza artificiale). Un ruolo centrale a tale riguardo avranno anche le politiche di valorizzazione del capitale umano, in termini di formazione, ricerca e sviluppo.
Sul fronte degli investimenti pubblici, si annuncia l’introduzione, nella prossima legge di bilancio, di due fondi, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di 50 miliardi di euro su un orizzonte di 15 anni, che si affiancheranno e daranno continuità ai fondi costituiti con le ultime tre leggi di bilancio. I fondi serviranno ad attivare progetti di rigenerazione urbana, riconversione energetica e di incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili.
Il Governo precisa che tale impegno non pregiudicherà la realizzazione di interventi necessari alla tutela del territorio e alla difesa della biodiversità, e di quelli relativi alle reti di comunicazione e di connessione.

Le politiche ambientali del green new deal

Oltre al piano investimenti il Green New Deal prevede azioni volte al contrasto ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità, alla riconversione energetica nonché alla promozione della rigenerazione urbana e delle cosiddette smart cities.
In materia di rigenerazione urbana, si ricorda che sono all’esame della VIII Commissione ambiente della Camera progetti di legge in materia nonché all’esame della Commissione 13ª Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato disegni di legge congiunti in materia di consumo di suolo. Fondamentale importanza sarà attribuita alla messa in sicurezza del territorio, al contrasto al dissesto idrogeologico e all’accelerazione della ricostruzione nelle aree terremotate.
Si ricorda che in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, è all’esame della Commissione ambiente del Senato il disegno di legge A.S. 1422 (c.d. legge CantierAmbiente), con i congiunti A.S. 216 e 993.
Il Governo annuncia a tale riguardo l’adozione di misure che incentivino prassi socialmente responsabili da parte delle imprese e degli operatori finanziari e interventi di infrastrutture verdi nell’ambito delle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico.

La cultura del riciclo

Il Governo sottolinea, inoltre, l’importanza, in un’ottica di sostenibilità, di riorientare il sistema produttivo verso un’economia circolare che diffonda la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto. In questo contesto intende perseguire la riduzione del consumo di plastica monouso e adottare misure specifiche per limitare i rifiuti marini (marine litter) e favore il loro recupero. Proseguirà inoltre gli sforzi volti ad attuare una Politica spaziale marittima.
Si segnala come, con riguardo alle risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2020, pari a quasi lo 0,8 per cento del PIL, nell’indicare gli ambiti di intervento per il reperimento delle stesse la NADEF fa riferimento anche alla riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente (SAD) e a nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del PIL.

La Nota al DEF

La Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico. Il documento contiene l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.

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Redazione InSic

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