Il Ministero dell’Ambiente annuncia il via dal 2 agosto, della consultazione pubblica sulla prima stesura del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici aperta fino al 31 ottobre 2017.
Coinvolti cittadini e istituzioni, mondo della ricerca, associazioni e in generale tutti i portatori d’interesse a confrontarsi sul testo del Piano, in vista dell’elaborazione della versione finale del documento.
Il ministero sottolinea che questo Piano si integra coerentemente con le altre strategie in campo: dalla SEN alla Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, da quella sull’Economia circolare al Piano Clima-Energia. “Tutte insieme – conclude il ministro – indicheranno un vero e proprio orizzonte eco-industriale per il Paese
La consultazione prevede una prima raccolta di indicazioni sulla percezione degli impatti, delle vulnerabilità e sulle azioni di intervento già realizzata nei mesi di febbraio e marzo tramite un questionario online sul sito del Dicastero.
Il Ministero ricorda che questo Piano è stato elaborato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e costituisce il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto a livello nazionale e sugli scenari climatici futuri. Individua possibili azioni di adattamento e relativi strumenti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia.
La consultazione analizza gli impatti e le vulnerabilità territoriali, evidenziando quali aree e settori siano maggiormente a rischio, sfrutta un set di indicatori, definisce le macro-regioni climatiche e le cosiddette “aree climatiche omogenee”: le prime vivono e hanno vissuto condizioni climatiche simili, le seconde sono caratterizzate da uguale condizione climatica attuale e da una stessa proiezione climatica di anomalia futura.
Il Piano costituisce il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto a livello nazionale e sugli scenari climatici futuri, individuando possibili azioni di adattamento e relativi strumenti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia. Il testo indica quali aree e settori siano maggiormente a rischio. Attraverso un set di indicatori, definisce le macro-regioni climatiche e le cosiddette “aree climatiche omogenee”: le prime vivono e hanno vissuto condizioni climatiche simili, le seconde sono caratterizzate da uguale condizione climatica attuale e da una stessa proiezione climatica di anomalia futura.
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