Nella giornata di ieri, 22 settembre ad Adria (provincia di Rovigo) una ditta che si occupava del trattamento di rifiuti industriali è stata sede di un tragico incidente sul lavoro che è costata la vita a quattro operai.
La ricostruzione
In base alle ricostruzioni dell’Agi, un operaio stava lavorando alla pulizia della cisterna adibita al trasporto di acido solforico quando sarebbe crollato a terra esanime; due colleghi avrebbero poi tentato di soccorrerlo ma sarebbero rimasti investiti dalle esalazioni e deceduti a loro volta. Contuso anche un vigile del fuoco caduto nelle operazioni di soccorso.
A seguito dell’incidente, i vigili del fuoco hanno confermato che “Non c’e’ alcun rischio di inquinamento ne’ di nube tossica all’esterno dell’azienda”: all’origine dell’incidente ci sarebbe stata “un’errata manovra”.
La procura di Rovigo, che ha aperto un’inchiesta sull’accaduto, ha formulato un’ipotesi di omicidio colposo plurimo con riferimento ad “Un’errata manovra” con acidi che non andavano sversati direttamente nella vasca. Riscontrate altre carenze nella sicurezza (non solo la presenza o meno delle “mascherine”) durante il ciclo di produzione
Le reazioni istituzionali
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del tragico incidente e ha chiesto al Prefetto di Rovigo di esprimere ai familiari dei quattro operai deceduti i sentimenti di partecipe cordoglio e di rendersi interprete della sua solidale vicinanza all’operaio ferito.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, è arrivato a Rovigo per testimoniare il cordoglio del Governo per le quattro vittime.
La normativa di riferimento
Il ministro ha ricordato l’emanazione, nel 2011 delle norme che richiedono una specifica qualificazione per le imprese e i lavoratori operanti in ambienti sospetti di inquinamento: le attività negli ambienti sospetti di inquinamento sono anche oggetto di una specifica azione di vigilanza congiunta fra ispettori del lavoro e ispettori Asl proprio per verificare le corrette modalità di esecuzione di questi lavori.
Si fa riferimento al D.P.R.14 aprile 2011, n. 1771 (in GU dell’8/11/2011) che detta il nuovo Regolamento per le procedure di impiego e per la salute e sicurezza nei c.d. “ambienti confinati”, realizzato a causa del continuo verificarsi di incidenti nello svolgimento di queste attività (si pensi alle stragi sul lavoro di Mineo e Molfetta nel 2008, di Sarroch nel 2009 e di Capua nel 2010).
Il decreto, adottato in attuazione dell’art. 27 del TUS (D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81), detta i criteri relativi al sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi destinati ad operare nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, cercando di impedire che nelle attività in questione possano operare soggetti non adeguatamente formati, addestrati o, comunque, perfettamente a conoscenza dei rischi delle lavorazioni e di quelli propri degli ambienti nei quali si svolge l’attività lavorativa.
Ricordiamo inoltre, che una serie di circolari ministeriali emanate dal ministero del Lavoro hanno fornito varie indicazioni operative in materia di sicurezza per lavori in spazi confinati come silos, pozzi, cisterne, serbatoi, impianti di depurazione, cunicoli, gallerie, ambienti di lavoro che espongono al rischio di asfissia o di intossicazione dovuta ad esalazione di sostanze tossiche o nocive i lavoratori che vi accedono, come nell’incidente di Adria.
La circolare 42/2010, prevede per esempio, che le Direzioni Provinciali del Lavoro elaborino interventi di controllo atti a verificate la reale efficacia delle misure di prevenzione e protezione previste per effettuare l’intervento lavorativo, l’efficienza del sistema organizzativo d’emergenza ed i contenuti e l’effettività della formazione ed informazione nei confronti dei lavoratori delle aziende appaltatrici.
La circolare dell’11 febbraio 2011, prevede un controllo sugli appalti di pulizia, tenuto conto del ricorso sempre più frequente ad esternalizzazione delle lavorazioni, mentre con la circolare n. 13 del 19 aprile 2011, il Ministero del Lavoro e ha dato seguito alle previsioni contenute nella circolare 42/2010. agli ispettori una checklist di verifiche da effettuare, ovvero:
1) verificare la corretta e completa elaborazione del DUVRI da parte delle aziende committenti;
2) verificare le misure di prevenzione e protezione previste per effettuare l’intervento lavorativo;
3) controllare i contenuti e la “effettività” della formazione/informazione nei confronti dei lavoratori delle aziende appaltatrici sui rischi interferenziali delle attività svolte;
4) verificare l’efficienza del sistema organizzativo dell’emergenza.
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