Il trend degli infortuni, con la diminuzione complessiva delle denunce presentate nei primi otto mesi di quest’anno cui fa da contraltare – ma si tratta ancora di dati provvisori – un incremento dei casi mortali. L’andamento delle malattie professionali, caratterizzato da forti disparità sul territorio. E ancora il bilancio dell’Inail, che mantiene la sua solvibilità, anche se un’ulteriore riduzione delle disponibilità economiche potrebbe influire sulla qualità dei servizi erogati, e alcune delle promettenti attività messe in campo per la prevenzione e la riabilitazione, come la collaborazione con altre realtà di eccellenza sviluppata sul fronte della ricerca ad alta tecnologia dal Centro Protesi di Vigorso di Budrio e dal Centro di riabilitazione di Volterra .
Questi, in sintesi, i temi toccati lo scorso 11 ottobre a Roma dal presidente dell’Istituto, Massimo De Felice, nel suo intervento all’Auditorium della direzione centrale Inail di piazzale Pastore, che ha ospitato l’evento principale della 65esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, patrocinata dall’Istituto e promossa dall’Anmil con una serie di manifestazioni in tutta Italia, con l’obiettivo di riflettere e confrontarsi sulla sicurezza, la tutela dei lavoratori infortunati, l’analisi del fenomeno infortunistico e le soluzioni più efficaci in materia di prevenzione.
Presentando gli ultimi dati sull’andamento degli infortuni, che da oltre due anni l’Inail rende pubblici con cadenza mensile, De Felice ha premesso che nell’analizzarli è fondamentale tenere conto che sono “provvisori e amministrativi”. Nei primi otto mesi del 2015 il numero delle denunce – non gli infortuni sul lavoro riconosciuti come tali dall’Istituto – è diminuito di circa il 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da 427.967 a 410.247. A questo proposito il presidente dell’Inail ha precisato che la diminuzione è uniforme in tutte le gestioni – industria e servizi, agricoltura, per conto dello Stato – sostanzialmente uniforme, con poche eccezioni, per settore di attività economica, uniforme per luogo di accadimento, luogo di nascita e genere, con un lieve aumento nella classe di età più avanzata, compresa tra i 55 e i 69 anni.
In controtendenza rispetto al dato complessivo, tra gennaio e agosto si è registrato invece un aumento delle denunce di infortuni con esito mortale rispetto allo stesso periodo del 2014, da 652 a 752, pari a circa il 15% in più. “Va considerato – ha spiegato De Felice – che se si guarda ai dati definitivi dello scorso anno, contando i casi di morte non immediata, si trova un sostanziale riallineamento dei numeri totali”. Questo tipo di contabilità “è odiosa – ha aggiunto – ma è una contabilità che dobbiamo fare per capire il fenomeno e intervenire meglio”.
Un lieve aumento si registra anche per le denunce di malattie professionali, che nei primi otto mesi del 2015 sono state 39.412, 964 in più rispetto alle 38.448 del 2014, pari a un incremento del 2,5%, con variazioni a livello regionale che meritano di essere approfondite. La Toscana e l’Emilia Romagna, per esempio, prese singolarmente presentano più denunce di tutto il Nord-Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria). Dall’analisi di questi dati ancora parziali spicca, inoltre, quello relativo al settore agricolo, con quasi mille casi denunciati in più rispetto allo scorso anno.
Per il presidente dell’Inail “la prevenzione è essenziale, e l’Istituto cerca di fare molto in questo senso. Ci vuole però collaborazione, devono collaborare i lavoratori e i datori di lavoro, e ci vogliono i controlli”. In questo senso, ha sottolineato De Felice, “abbiamo cercato di dare concretezza procedurale alle parole del quadro strategico dell’Ue 2014-2010 in materia di salute e sicurezza sul lavoro, dove si auspica un’attività ispettiva capace anche di sostenere il ruolo di consulenza nei confronti del mondo della produzione, migliorando la cultura degli ispettori del lavoro per poter effettuare correttamente ed efficacemente ispezioni incentrate sui rischi. Mi auguro che le nuove forme organizzative dei controlli tutelino e potenzino questa impostazione”.
Nel corso del suo intervento all’Auditorium Inail, il presidente ha illustrato anche alcune delle attività promosse dall’Istituto sul fronte della ricerca, della riabilitazione e del reinserimento socio-lavorativo. A partire dal progetto della rete ad alta tecnologia, che “è diventato uno strumento di produzione e di azione, nel campo della protesica e della riabilitazione”. La collaborazione avviata dal Centro Protesi di Budrio e dal Centro di riabilitazione di Volterra con l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, il Campus Bio-Medico di Roma, l’Istituto di Biorobotica del Sant’Anna di Pisa e l’Azienda Usl Romagna e Bologna, ha già dato infatti “risultati rilevanti” – dall’esoscheletro motorizzato alla mano robotica, dalle interfacce neurali agli strumenti per la valutazione funzionale e la riabilitazione nelle patologie della spalla – e “ha ancora notevoli potenzialità di sviluppo”. Il coinvolgimento di centri di eccellenza come il Cnr, il Politecnico di Milano, la Sapienza di Roma, la Normale di Pisa, l’Istituto superiore di sanità e l’Enea, è previsto anche dal nuovo piano delle attività di ricerca 2016-2018 dell’Istituto, che è stato orientato alla prevenzione e alle attività socio-sanitarie.
“Anche sul reinserimento socio-lavorativo si stanno ottenendo risultati importanti – ha aggiunto De Felice – con azioni guidate dalle sedi territoriali dell’Inail”. Gli assistiti al Centro Protesi di Budrio, in particolare, tra gennaio e settembre sono stati quasi 11mila, le prestazioni per dispositivi ausiliari circa 14mila, quelle di fisiokinesiterapia e riabilitazione poco più di 13mila. “Ma si è lavorato molto anche sul piano delle innovazioni – ha precisato il presidente – con un progetto nell’ambito dell’apicoltura, esperienze di pet therapy, progetti di adattamento dei mezzi agricoli e laboratori di cucina”. Come già ricordato nella relazione annuale dello scorso 9 luglio a Montecitorio, resta però la preoccupazione per il bilancio dell’Istituto: “Altre riduzioni delle disponibilità economiche – ha ribadito infatti De Felice – inciderebbero sugli obiettivi istituzionali dell’Inail”.
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