La Clean Clothes Campaign (CCC) un’alleanza di organizzazioni di 16 paesi europei che raccoglie al suo interno anche sigle sindacali e che si dedica a migliorare le condizioni di lavoro nelle industrie di abbigliamento a livello mondiale, svela nel rapporto “Stitched up: poverty wages for garment workers in Eastern Europe and Turkey” del 10 giugno, come anche in Europa i lavoratori del tessile siano esposti a condizioni di lavoro gravose.
I ricercatori hanno condotto la ricerca su dieci paesi europei (nove sono paesi europei post-socialisti, il decimo è la Turchia) e su oltre 300 lavoratori impegnati in 39 fabbriche che producono abiti per marchi prestigiosi del tessile mondiale.
La relazione sottolinea che nei post-socialisti sono diffusi i servizi di cucitura, con manodopera a basso costo per marchi di moda europee. La Turchia è uno dei mercati tessili più fiorenti del mondo e rappresenta per tutti una grande opportunità di sviluppo economico e sociale ma il cui sviluppo non dovrebbe compromettere i diritti dei lavoratori così come concepiti dall’Ilo in termini di lavoro decente, sicuro e con un salario adeguato.
Nel Report della Clean Clothes Campaign si ricorda che uno dei cinque principali obiettivi della Strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva riguarda proprio la riduzione della povertà di quasi 20 milioni di persone a rischio.
I dati raccolti raccontano invece, di una realtà di grave disagio sociale e di scarsa sicurezza per oltre 30 mila lavoratori a rischio povertà. A partire dal salario minimo legale che in Bulgaria, Ucraina e Macedonia è inferiore del 14% ad un salario minimo di sussistenza, al punto che i lavoratori devono svolgere un secondo lavoro o sobbarcarsi straordinari eccessivi solo per sbarcare il lunario.
Oltre a paghe minime, si scopre che in Croazia e Turchia, per esempio, i lavoratori/le lavoratrici sono spesso vittime di molestie e di intimidazioni, nonché di restrizioni contrattuali volte ad evitare le gravidanze.
In allegato il Report della Clean Clothes Campaign “Stitched up: poverty wages for garment workers in Eastern Europe and Turkey” del 10 giugno 2014.
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