“Servono regole comuni a livello europeo in tema di lavoro portuale, che puntino a migliorare gli standard di sicurezza, la salute e la formazione dei lavoratori. Nessun porto europeo da solo può veramente e radicalmente cambiare le condizioni del lavoro: serve un impegno dell’Ue e indicazioni chiare a livello comunitario”.
É su questo, in sintesi, che hanno concordato i deputati europei e i rappresentanti sindacali dei porti di Trieste, Capodistria, Fiume e Amburgo, riuniti il 13 marzo a Capodistria (Slovenia) durante una tavola rotonda sul tema del lavoro portuale e dell’organizzazione sindacale in tale settore. L’evento é stato organizzato da quattro europarlamentari, Isabella De Monte, Knut Fleckenstein, Tanja Fajon e Tonino Picula, rispettivamente rappresentanti di Italia, Germania, Slovenia e Croazia. Sono intervenuti i rappresentanti sindacali dei porti di Trieste, Capodistria, Fiume e Amburgo, che si sono confrontati sulle problematiche dei rispettivi scali. Sono intervenuti anche il commissario dell Autorità portuale di Trieste Zeno D Agostino e il presidente del porti di Capodistria Dragomir Matic.
Secondo gli eurodeputati presenti “la collaborazione tra i porti europei passa anche attraverso l’armonizzazione delle condizioni dei lavoratori”. Il commissario del Porto di Trieste Zeno D’Agostino ha sottolineato che “il ruolo dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali é essenziale nella buona gestione di un porto. Per tale ragione ha aggiunto il dialogo, la collaborazione e l’interlocuzione con loro sono preziosi nell’ottica di un percorso di crescita e rilancio dello scalo. Una delle mie priorità sarà proprio quella di rafforzare l’interlocuzione con i lavoratori e i sindacati all’interno del Porto di Trieste”.
I rappresentanti sindacali dei diversi scali europei hanno posto l’accetto sulla “necessità di tutelare qualità e sicurezza del lavoro”. Secondo Giulio Germani (Fit-Cisl), Michele Cipriani, Patrizia Zamboni e Marco Rebez (Uil Trasporti) “bisogna mantenere alta l’attenzione sulla riforma dei porti che a breve verrà presentata dal Governo per evitare un’eccessiva liberalizzazione all’interno, che rischia di avere conseguenze sulla sicurezza”. Secondo Renato Kneipp (Filt-Cgil) “la situazione sul fronte della sicurezza nel porto di Trieste é buona e unica a livello italiano: ci sono tre addetti che a tempo pieno si occupano della sicurezza e ciò ha ridotto il numero degli infortuni”. Sempre Kneipp ha poi affrontato il tema della collaborazione tra i porti di Trieste, Capodistria e Fiume: “Le relazioni, a causa delle difficili vicende storiche vissute da queste terre, non sono sempre state fluide, ma credo che oggi, anche grazie all’arrivo del nuovo commissario D’Agostino a Trieste, ci siano tutte le condizioni per tentare nuove forme di collaborazione, anche commerciale, tra i tre scali. Dobbiamo unire le forze: noi sindacati siamo pronti a dare il nostro contributo”. Secondo Isabella De Monte “é anche attraverso incontri come questo che si gettano le basi di nuove forme di collaborazione, istituzionale, sindacale, commerciale, tra i porti, in particolare tra gli scali del Nord Adriatico. Le collaborazioni sono indispensabili per affrontare le nuove sfide dei traffici”.
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