La giuria (vedi sotto la motivazione completa) è rimasta colpita dal modo accattivante con cui il film è stato prodotto, sottolineando che “si collega bene al suo pubblico” e fa luce sulla “gerarchia lavorativa globale in cui la necessità economica crea squilibri affinché altri possano prosperare”.
Il regista del film vincitore riceve un montepremi di € 5.000. Inoltre, il film è sottotitolato in diverse lingue europee e reso disponibile attraverso la rete di focal point OSHA, che organizza proiezioni e discussioni sui film prodotti.
“Open to the Public” della italiana Silvia Belloti, ha ricevuto una menzione speciale per un film “fly-on-the-wall” che cattura senza pietà la paralizzante burocrazia del dipartimento immobiliare di Napoli.
Tra gli altri candidati di quest’anno c’è un documentario sul lavoro e la vita di una piccola fattoria austriaca che si oppone alle pratiche agricole che distruggono le risorse naturali; un film polacco in cui gli ex-lavoratori rievocano un giorno di lavoro in una fabbrica che non esiste più; e uno sguardo alla vita lavorativa dei corrieri in bicicletta a Parigi.
DOK Leipzig
Il DOK Leipzig festival presenta oltre 300 film provenienti da oltre 50 paesi, schermi in oltre 100 anteprime mondiali e internazionali e attrae oltre 47.000 visitatori ogni anno, 47.155 solo nell’ultima edizione . Il festival offre l’opportunità di mettere in mostra grandi film making per sollevare questioni centrali sulla società e gli sviluppi politici. Qui tutti i premi dell’ultima edizione svoltasi a Lipsia dal 28 ottobre al 4 novembre.
Healthy Workplaces Film Award
Il Healthy Workplaces Film Award premia documentari o film d’animazione incentrati sulle esperienze dei lavoratori, esaminando temi come gli effetti del cambiamento economico e politico sul lavoro, i rischi sul posto di lavoro, la salute mentale e il benessere sul lavoro. Il Premio sensibilizza su importanti questioni relative alla sicurezza e alla salute sul lavoro (SSL); promuove luoghi i di lavoro sicuri e salubri in Europa; contribuisce a una crescente biblioteca di film sul lavoro; e ispira registi di talento per fare film su argomenti relativi alla SSL.
Julia Roesler for the film Marina (Germany 2018)
Jury Statement
“I like to be among these people, right until their end”, she says. The open face of Marina reflects what she is confronted with during her exhausting everyday life as a nurse. The affection of those for whom she prepares the meals, for whom she makes the beds, the ones she washes and dresses, for whom she cleans and does the shopping. The arrogance of those, who do not care themselves for their parents and think they would be able to buy with the low wage the whole person who does a large part of the nursing job, round the clock, which they would never do – and certainly not for the pay Marina gets. Marina abandons her own life together with her daughter, relinquishes her home which she visits every four weeks only and renounces a job which would be equivalent to her higher professional qualification. Marina’s stories, precisely arranged by Julia Roesler, reflect the hardships resulting from the modern slave trade with nursing staff from the East. The film, full of precise words and images thus reflecting the lives of many Marinas, helps gently introducing us into a situation which is part of our world – a situation often largely disregarded.
Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore