I dati riportati riguardano la crescita del settore occupazionale negli ultimi due anni, ma anche un aggiornamento sui dati infortunistici reso attraverso lo strumento degli open data Inail.
Diamo uno sguardo in particolare ai dati infortunistici
L’aspetto occupazionale
Per quanto riguarda l’occupazione si segnala nel Rapporto una accellerazione del mercato del lavoro, che recupera i livelli occupazionali precedenti la crisi: nel primo semestre del 2017 il numero di occupati si avvicina ai livelli del 2008, mentre in termini di ore lavorate il divario è ancora rilevante seppure le tendenze recenti indichino un aumento delle ore lavorate superiore a quello degli occupati.
L’incremento dell’ultimo biennio si concentra nell’agricoltura e nei vari comparti dei servizi, inclusa l’istruzione e la sanità. Anche l’industria in senso stretto mostra una ripresa, più forte. L’occupazione nelle costruzioni continua invece a ridursi in modo ininterrotto dal 2009.
Il tasso di disoccupazione, dopo la diminuzione dal 2014 e la sostanziale stabilità dal terzo trimestre 2015, è diminuito nel secondo trimestre 2017 attestandosi all’11,2%. La persistenza di un tasso di disoccupazione elevato in presenza di incrementi occupazionali è legata anche alla riduzione del tasso di inattività 15-64 anni, che raggiunge un valore ai minimi della serie storica (34,7%), testimonianza di una significativa riattivazione dell’offerta di lavoro dovuta al ciclo favorevole.
Denunce di infortunio
Le denunce di infortunio registrate nel 2016 (al netto di quelle occorse a studenti, casalinghe e marittimi) sono state 561 mila con un incremento dell’1,0% rispetto al 2015, mentre rispetto al 2010 c’è stata una flessione del 27,5%.
Gli infortuni riconosciuti sul lavoro per il 2016 sono più di 372 mila, di cui circa il 21% “fuori dell’azienda” (cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto coinvolto” e “in itinere”). Delle 1.091 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale (erano 1.275 nel 2015, 1.491 nel 2010) gli infortuni accertati positivamente sono stati 616 (di cui 332, pari al 54%, “fuori dell’azienda”).
Nel 2016 l’agricoltura e le costruzioni restano i settori con livelli di rischio infortunistico più elevati. Il rischio infortunistico decresce nel tempo per entrambi i sessi, più sensibilmente per gli uomini che per le donne, caratterizzate da livelli di rischio più bassi anche per la maggiore presenza nei comparti dei servizi.
I primi dieci mesi del 2017, rispetto a quelli del 2016, fanno registrare un contenuto aumento delle denunce di infortunio in complesso (+0,7%) e dei casi mortali (14 denunce in più), soprattutto per effetto della componente in itinere.
Le denunce di malattia professionale aumentano ancora nel 2016: sono state 60.259 quelle protocollate dall’Inail – oltre i tre quarti denunciate da ultra cinquantenni – con un rialzo del 2,3% rispetto al 2015 e del 39,9% dal 2010. All’elevato incremento di questi anni hanno contribuito il D.M. 9/4/2008 che ha aggiornato le tabelle delle malattie con presunzione legale di origine e le campagne di sensibilizzazione e informazione. I dati provvisori relativi ai primi dieci mesi del 2017 fanno prospettare una stabilizzazione del fenomeno.
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