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Convegno per la sicurezza nei cantieri: come responsabilizzare le imprese? Confronto CNI-INAIL-INL

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Si è svolto il \5 maggio scorso il convegno Sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro – Apparato sanzionatorio e strategie premianti” organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Presenti Fabrizio Benedetti (INAIL) e di Paolo Pennesi (INL) oltre ai vertici del Consiglio Nazionale Ingegneri. Molti i temi trattati: dal ruolo della patente a crediti attuata con Decreto PNRR-bis (DL 19/24) alla bozza di Accordo per la formazione fino al concetto di responsabilizzazione delle imprese e cenni al ruolo della 231. Centrale l’intervento del Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto che già nei giorni scorsi aveva avanzato proposte di modifiche al TUS.

Sisto: verso la defiscalizzazione dei costi sostenuti dall’impresa per la sicurezza

Durante il convegno, Francesco Paolo Sisto, Vice Ministro della Giustizia a proposito del tema della sicurezza ha riaffermato la necessità che “le imprese diventino responsabili”.

Ma come diventare responsabili?

Sisto afferma la necessità di una sinergia tra pubblico e privato ma “per diventare responsabile deve avere interesse ad agire in termini di sicurezza. In questo senso possiamo cominciare a ragionare su alcune proposte”.

Queste proposte spaziano dal maggiore ricorso alla Responsabilità amministrativa degli enti (D.lgs. n.231/2001) alla defiscalizzazione dei costi sostenuti dall’impresa per la sicurezza, afferma il vice-ministro:

“Ad esempio, ha senso che il modello 231, adottato per permettere all’impresa di essere dispensata dai reati imputati ai singoli dipendenti, sia ancora facoltativo oppure non è il caso di renderlo obbligatorio? Si può immaginare di creare un data base con tutti gli acquisti per la sicurezza effettuati dall’azienda da comunicare ad INAIL. Infine, possiamo finalmente pensare ad una defiscalizzazione dei costi sostenuti dall’impresa per la sicurezza. Insomma, in questo settore abbiamo bisogno di una sorta di new deal. Per realizzare tutto ciò, però, è necessario il coinvolgimento di tutti gli attori, in particolar modo i professionisti e gli ingegneri”.

Angelo Domenico Perrini: serve formazione e prevenzione

Quanto al ruolo della sanzione, il Presidente del CNI Angelo Domenico Perrini ha difeso la bontà del nostro sistema sanzionatorio attuale ribadendo piuttosto la necessità di fare formazione e prevenzione:

“Il tema della sicurezza sul lavoro purtroppo continua ad essere implacabilmente all’ordine del giorno. Certo, sono necessari i controlli, ma occorre ricordare che il nostro apparato sanzionatorio è già tra i più puntuali a livello internazionale. La sanzione è necessaria ma non sufficiente. Servono prevenzione e formazione. Inoltre, come ripetiamo ormai da tempo, è necessario inserire dei meccanismi di premialità”.

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Tiziana Petrillo, Consigliera CNI: serve una strategia multifoattoriale

Ancora più incisiva la proposta di Tiziana Petrillo, Consigliera CNI con delega alla sicurezza e promotrice del convegno che rimarca quanto già chiesto da Sisto sulla sinergia fra tutti gli attori coinvolti nei processi della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare i professionisti:

“ Riteniamo fondamentale, in particolare, il coinvolgimento dei professionisti, non solo sul piano operativo, ma sin dalle prime fasi delle iniziative legislative, mettendo a frutto in questo modo l’esperienza che hanno maturato direttamente sul campo nella gestione di situazioni complesse”.

In più afferma la necessità di una strategia della prevenzione basata su un approccio multifattoriale e che deve avere nella formazione la sua base di partenza.

Accordo per la Formazione: si riparta da una formazione on the job

E a proposito della bozza di Accordo per la Formazione, annunciato per il giugno 2022 dal Governo Draghi e mai realizzato, l’esponente CNI ricorda le “numerose proposte in riferimento alla bozza dell’accordo Stato-Regioni, oltre alle proposte di modifica del decreto legislativo 81/2008 che a suo tempo ha rappresentato una rivoluzione ma che oggi richiede un adeguamento che tenga conto dei cambiamenti e delle innovazioni avvenute nel corso degli anni”.

L’ingegnere afferma poi il ruolo centrale della formazione che: “oltre a tenere conto di tutti i più efficaci strumenti innovativi, deve puntare sempre di più su una formazione on the job, sul campo, meno cartacea, più allineata alle effettive operazioni e ai rischi specifici del lavoratore. Inoltre, è necessaria un’azione di monitoraggio e controllo sui soggetti formatori.”

C’è poi l’aspetto della premialità per il imprese virtuose sulle quali Fabrizio Benedetti di INAIL ha confermato l’orientamento già esistente in questo senso.

Benedetti (INAIL: la premialità e il modo di gestire un’azienda contano

Oltre a rimarcare gli ultimi rapporti di collaborazione INAIL-CNI per l’individuazione di buone pratiche in edilizia, Benedetti conferma come nel tempo si sia assistito a fenomeni che hanno aggravato la situazione quali, ad esempio, l’eccessivo ricorso al subappalto, la riduzione delle dimensioni delle aziende, l’incremento di lavoratori stranieri.

“Noi come INAIL riteniamo fondamentale il modo in cui viene gestita un’azienda e per questo motivo abbiamo previsto un premio per quelle imprese che hanno investito molto sulla sicurezza, passando anche attraverso la definizione di uno specifico piano gestionale della sicurezza. Attualmente morti ed infortuni sul lavoro ci costano circa il 3% del Pil, il che significa che esiste anche una questione economica. Anche per questo motivo non si può prescindere da meccanismi di premialità”.

Paolo Pennesi (INL) inasprire le sanzioni non basta

Nel suo intervento, Paolo Pennesi Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha ribadito l’importanza del ruolo delle ispezioni, seppure queste non rappresentino l’unico modo di risolvere il problema degli infortuni sul lavoro in edilizia (e non solo):

“non possiamo immaginare di risolvere il problema esclusivamente inasprendo le sanzioni. La patente a punti può essere un alert, ma non rappresenta un sistema di qualificazione delle imprese. E’ chiaro che servono meccanismi di premialità”.

Quanto poi ai dati de delle irregolarità in sicurezza, il Direttore snocciola i dati di un quadro definito “poco rassicurante” alla luce delle oltre 1,7 milioni di imprese in Italia per le quali “è impossibile immaginare un controllo massivo”.

Ecco i dati INL

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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