Radon elemento chimico

Radon: come prevenire e proteggersi sui luoghi di lavoro?

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Come proteggersi dal Radon, inquinante presente negli ambienti di vita e di lavoro? Risponde INAIL con un nuovo fact-sheet in materia, stavolta di radioprotezione: “Prevenzione e protezione dall’esposizione al radon nei luoghi di lavoro secondo la normativa vigente” nella Sezione Pubblicazioni .

  • Estrapoliamo da questa pubblicazione alcuni aspetti relativi al Radon, la normativa di salute e sicurezza e la sua gestione.

Prevenzione e protezione dall’esposizione al radon nei luoghi di lavoro: cosa c’è nel Fact-sheet INAIL

La pubblicazione INAIL richiama le caratteristiche principali relativamente alla natura del Radon ed i suoi effetti sanitari; quindi, descrive in modo sintetico i principali aspetti connessi alla valutazione del rischio nei luoghi di lavoro di interesse tenendo conto anche di quanto introdotto dal recentissimo Piano Nazionale d’Azione per il Radon.

Passa poi agli aspetti legati alla prevenzione e alla protezione dell’esposizione al radon dei lavoratori secondo il dettato normativo.

Cos’è il Radon

Il radon è un gas, che si genera nelle rocce o nei suoli per effetto del decadimento radioattivo degli elementi appartenenti alle serie dell’uranio e del torio. In questo documento si fa riferimento solo all’isotopo 222 del radon, appartenente alla serie dell’uranio-238.

Dalle rocce o dai suoli, il radon può fuoriuscire all’aria aperta, ove solitamente i livelli si mantengono bassi. Diversamente, la penetrazione all’interno degli edifici fa sì che il radon possa accumularsi e raggiungere concentrazioni in aria anche molto elevate.

Dove si trova il Radon?

Il radon può essere presente in qualunque ambiente confinato: di vita, di svago o di lavoro.

Spiega INAIL che in Italia la concentrazione media di radon indoor è di circa 70 Bq/m3 (Iss, 2010), quasi il doppio del valore medio mondiale di 40 Bq/m3 [UNSCEAR, 2008].

Sulla base dei dati attualmente disponibili si stima che in Italia:

  • le abitazioni con concentrazione di radon superiori a 200 Bq/m3 siano circa 800.000;
  • i luoghi di lavoro con livelli di radon maggiori di 300 Bq/m3 siano circa 200.000, anche se non si ha un quadro esaustivo dell’intero territorio nazionale [PNAR, 2024].

Radon nei luoghi di lavoro

La normativa del settore (d.lgs. 101/2020 e s.m.i. intervenute con D.Lgs. 203/2022) ha identificato le situazioni ove è più probabile riscontrare un rischio di esposizione al radon, chiedendo per queste la valutazione del rischio come misurazione della concentrazione media annua in aria e prescrivendo l’adozione di misure correttive (interventi di risanamento) laddove i livelli riscontrati siano superiori al Livelli di Riferimento) LdR. Nel caso dei luoghi di lavoro, il LdR corrisponde ad una concentrazione media annua di radon in aria pari a 300 Bq/m3.

Radon, obblighi del datore di lavoro

INAIL ricorda che in presenza di valori di concentrazione di radon superiori al LdR è obbligo del datore di lavoro/esercente adottare misure correttive per ridurre le concentrazioni al livello più basso ragionevolmente ottenibile, sulla base delle indicazioni tecniche degli esperti in interventi di risanamento.

Protezione dei lavoratori dal rado: quale normativa di salute e sicurezza

INAIL ricostruisce la normativa di riferimento per la tutela dei lavoratori esposti all’inquinante:l’art. 244 del d.lgs. 101/2020 modifica il comma 3 (“la protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti è disciplinata, nel rispetto dei principi di cui al Titolo I, dalle disposizioni speciali in materia”) dell’art. 180 del d.lgs. 81/2008 rendendo più chiara ed evidente la relazione tra la normativa di radioprotezione e quella più generale di salute e sicurezza sul lavoro.

Valutazione del rischio Radon: cosa considerare?

INAIL ricorda nel factsheet che i documenti inerenti la valutazione del rischio di esposizione al radon siano parte integrante del documento di valutazione del rischio (DVR), ex art. 17 d.lgs. 81/2008.

In particolare, il DVR dovrà includere:

  • la relazione tecnica delle misurazioni di radon (a cura del servizio di dosimetria);
  • il documento contenente l’esito delle misurazioni (a cura dell’esercente), che laddove i livelli medi annui di radon non superano i 300 Bq/m3 include anche la valutazione delle misure correttive attuabili;
  • laddove i livelli medi annui di radon superano i 300 Bq/m3, il documento con l’esito delle misurazioni dovrà riportare anche:
    • la descrizione delle misure correttive attuate, sulla base delle indicazioni dell’EIIR (a cura dell’esercente);
    • – la relazione tecnica delle misurazioni di radon post-risanamento (a cura del servizio di dosimetria);
    • la relazione con la stima delle dosi individuali, laddove i livelli medi annui di radon post risanamento sono ancora superiori a 300 Bq/m3 (a cura dell’EdR).

Esposizione dei temporary workers al radon: cosa fare

In un interessante passaggio del Fact-sheet di INAIL si ricorda che esistono categorie di lavoratori che lavorano per un tempo limitato in una moltitudine di luoghi (temporary workers) come, ad esempio, gli addetti ad attività di ispezione/manutenzione di impianti posti in locali sotterranei, i lavoratori impegnati in attività di restauro o di manutenzione di siti archeologici ipogei, le guide turistiche, ecc. Per queste categorie di lavoratori è più opportuno adottare un approccio radioprotezionistico basato sulla stima individuale dell’esposizione cumulativa al radon (o della dose efficace) che deve tener conto dei livelli di radon e del tempo trascorso nei diversi ambienti in cui hanno lavorato.

Si consiglia la lettura completa del Factsheet disponibile gratuitamente sulle pagine di INAIL.

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Antonio Mazzuca

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