Gender equality

Valutazione dei rischi in ottica di genere: come farla? Le indicazioni INAIL

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Disponibile gratuitamente sul sito di INAIL il volume: La valutazione dei rischi in ottica di genere (inail.it), il primo di una serie dedicata all’integrazione della valutazione dei rischi in ottica di genere.

Le successive monografie conterranno ulteriori schede di rischio in ottica di genere, e aggiornamento, se necessario, di quelle finora pubblicate.

La valutazione dei rischi in ottica di genere: cosa c’è nel Volume INAIL

La pubblicazione è organizzata in

  • una parte generale per inquadrare e contestualizzare il tema della valutazione dei rischi in ottica di genere, il quadro occupazionale ed un approfondimento su infortuni e malattie professionali;
  • una parte applicativa riportante delle schede di rischio finalizzate all’integrazione della valutazione dei rischi in ottica di genere e un’appendice statistica che delinea il quadro occupazionale, infortunistico e tecnopatico.

Al suo interno anche un’analisi della letteratura tecnico-scientifica, le principali esperienze realizzate in Italia negli anni passati, anche per fornire un quadro teorico alla base del percorso metodologico necessario per adempiere efficacemente al dettato normativo.

Come differenziare il rischio di genere

INAIL ricorda come le differenze di sesso afferiscano alla sfera biologica, mentre la differenza di genere afferisce alla sfera sociale e culturale.

Partendo da qui vengono proposti dei criteri per una più efficace valutazione in ottica di genere dei rischi per la salute e la sicurezza e dei rischi organizzativi/trasversali, che sono approfonditi in modo specifico. Si fa anche riferimento alle risultanze della medicina e della tossicologia di genere e dei principali aspetti tecnici derivanti dalle conoscenze finora acquisite

Spiega INAIL che per facilitare il processo di integrazione dei documenti di valutazione dei rischi già redatti dai datori di lavoro, viene proposto un primo gruppo di schede sintetiche che, a partire da una breve descrizione del rischio, evidenziano se lo stesso sia “neutro”, ovvero indifferenziato rispetto al genere, o abbia talune specificità di genere anche in relazione ai danni connessi ed alle misure di prevenzione e protezione differenziate.

La valutazione del rischio in un’ottica di genere: cosa significa?

L’art. 28 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. prevede che il datore di lavoro valuti tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, chiarendo, con il termine “ivi compresi”, che devono essere valutati, anche quelli connessi alle differenze di genere, all’età e alla provenienza da altri Paesi.

Cosa significa allora l’integrazione del DVR in un’ottica di genere?

Il Testo Unico di Sicurezza non ha fornito indicazioni di metodo  e ciò significa che non si tratta di redigere un nuovo documento di valutazione del rischio, con inutile dispendio di denaro e di energie; si tratta semmai di leggere in questa ottica il proprio DVR aziendale per individuare i punti che necessitano di un’integrazione.

Perché serve una valutazione dei rischi in ottica di genere?

Una corretta conoscenza e valutazione dei rischi in ottica di genere è imprescindibile per l’attuazione di interventi di prevenzione più mirati ed efficaci.

Tradizionalmente, la normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro non ha fatto distinzione tra i diversi generi, tanto che luoghi di lavoro, macchine e attrezzature, postazioni di lavoro e persino i DPI sono stati progettati e resi disponibili per individui occidentali, di sesso maschile di corporatura ed età medie e standardizzata.

Occorre tenere conto che non solo uomini e donne possono essere esposti a rischi diversi nei vari comparti di lavoro, ma possono rispondere in maniera diversa alla stessa esposizione a un determinato rischio. Inoltre, alcuni rischi necessitano di essere ulteriormente indagati, proprio al fine di raggiungere una tutela delle persone esposte più efficace e specifica.

Tuttavia, la valutazione dei rischi in ottica di genere ad oggi riscontra difficoltà attuative e carenza di metodologie standardizzate.

I passi per la valutazione del rischio in ottica di genere

È significativo in questo volume INAIL, l’individuazione dei passi da compiere suggeriti da INAIL:

  1.  fare una “fotografia” dell’azienda che permetta di definire alcuni indicatori significativi, quali ad esempio la popolazione lavorativa differenziata per sesso, anche in relazione alle posizioni ricoperte, ai ruoli agiti sia in azienda che nella gestione della salute e sicurezza, l’accesso alla formazione/informazione non obbligatorie, la possibilità di sviluppo di carriera, ecc.
  2. Tale analisi permette quindi di individuare disuguaglianze nell’accesso alla formazione, agli scatti di carriera e ciò può costituire le basi per intraprendere un percorso di gender equality, con l’obiettivo non solo di aumentare la presenza femminile in azienda garantendo pari opportunità di carriera, ma anche di assicurare un ambiente di lavoro che rifiuti stereotipi, discriminazioni, abusi fisici, verbali o digitali.
  3. A seguire, i risultati possono essere alla base dell’adozione di un sistema di gestione per la parità di genere che può condurre anche alla certificazione in base alla prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022.

Le schede di rischio in ottica di genere

È una parte fondamentale della monografia INAIL: l’Istituto propone un primo gruppo di schede di rischio in ottica di genere, riepilogative dei principali elementi di pericolo.

Vengono compilate secondo un format rivisto e attualizzato, organizzate in modo sistematico per essere un supporto alla valutazione del rischio, evidenziando, a partire da una breve descrizione del rischio, se lo stesso sia “neutro”, ovvero indifferenziato rispetto al genere, o abbia talune specificità di genere anche in relazione ai danni connessi e alle misure di prevenzione e protezione differenziate.

I ricercatori INAIL chiariscono, a proposito delle misure di prevenzione e protezione proposte che esse mirano a garantire, e non ad escludere, un pari accesso ad ogni mansione a tutti i lavoratori tutelandone la salute e la sicurezza.

Come usare le schede di rischio per la valutazione del rischio in ottica di genere

Le schede sono di colori diversi in base alle varie tipologie di rischio, per essere agevolmente individuabili.

Riportano in maniera molto sintetica i principali aspetti su cui puntare l’attenzione sia in termini di analisi del rischio che in termini di prevenzione e protezione, evidenziando anche eventuali informazioni disponibili nella letteratura scientifica su una differenziazione degli effetti sulla salute.

Inoltre, richiedono un adattamento alla specifica realtà aziendale, mettono a sistema il materiale esistente, rendendolo immediatamente disponibile.

Cosa contengono le schede di rischio?

Le schede di rischio sono precedute da una scheda “preliminare” (scheda generale) che ha la funzione di rilevare e riportare tutti quegli elementi aziendali e organizzativi utili ad impostare correttamente la valutazione dei rischi in ottica di genere.

Dopo una breve descrizione del rischio, viene evidenziato se lo stesso, oltre ad essere “neutro”, ovvero trasversale ai due sessi, rappresenti delle specificità per l’uomo piuttosto che per la donna.

Nelle “fonti di rischio” sono elencati, in modo sintetico e non esaustivo, i settori produttivi, le lavorazioni o le mansioni in cui più frequentemente è presente il rischio in analisi.

Sono quindi trattati separatamente gli effetti sulla salute e sulla sicurezza, con evidenza dei danni di tipo neutro (nei casi in cui non vi siano evidenze scientifiche di differenziazione uomo/donna) e quelli specifici, nei casi in cui gli studi rivelino ad esempio esiti infortunistici o di salute diversi in base al sesso. Al loro interno si valutano le differenze nell’assorbimento, nel metabolismo, nell’escrezione, nei fattori od organi bersaglio. Sono differenziate per genere, laddove previsto anche le misure di prevenzione e protezione.

La pubblicazione è integralmente scaricabile dal sito di INAIL

Valutazione dei rischi – la formazione di Istituto Informa

Istituto Informa organizza il corso di salute e sicurezza per l’elaborazione del Documento di Valutazione dei rischi

Corso RSPP e ASPP, EPC Editore, ,


Il documento di valutazione dei rischi (DVR)

Corso di formazione

Corso e-learning Analisi e stesura del DVR – durata 1 ora

Corso E-Learning

Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro-correlato
data di inizio 20/06/2023

Corso di formazione

La Valutazione del Rischio Chimico
data di inizio 27/10/2023

Corso di formazione

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico

Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it