La Svizzera ha prodotto una nota esplicativa antincendio che indica come realizzare e utilizzare in modo sicuro, per quanto riguarda la protezione antincendio tecnica, gli impianti di combustione a trucioli.
Vediamo di seguito i contenuti della normativa svizzera e riportiamo un commento a cura di C.Giacalone (Comandante Vigili del fuoco di Como) pubblicato sulla rivista Antincendio.
Nell'articolo
Normativa antincendio per impianti di combustione a trucioli: cosa prevede
La nota tecnica svizzera regola la protezione antincendio tecnica per gli impianti di combustione a trucioli con dispositivi di riempimento e di regolazione automatici, e come avviene la separazione e lo stoccaggio dei combustibili a essi collegati.
La nota esplicativa non vale per gli impianti d’aspirazione in collegamento con macchine per la lavorazione di altri materiali che non sia legno, come per es. materiali sintetici, lamine di plastica, metalli, vetro o sasso. Si applica per analogia ai casi di combustione di altri combustibili solidi biologici a rischio di esplosione dovuta alla polvere
Si spiega nella Nota, che i requisiti descritti per la formazione di compartimenti tagliafuoco sono requisiti minimi e sono valevoli con riserva per la formazione del compartimento tagliafuoco inerente alla destinazione d’uso. Le chiusure antincendio come porte e coperchi nei locali di riscaldamento, di filtraggio e di stoccaggio sono da realizzare con resistenza al fuoco EI 30.
I requisiti per gli impianti d’aspirazione per la polvere e i trucioli di legno sono inclusi nelle norme armonizzate con la direttiva 2006/42/CE relativa alle macchine, elencate nella Nota.
Impianti di combustione a trucioli: un commento alla Normativa svizzera
La normativa antincendio, spiega C.Giacalone sulla rivista Antincendio (n.6/2024) riguarda gli impianti per la produzione di calore alimentati a trucioli di legno, residui prodotti nelle falegnamerie dalla lavorazione di materiali in legno.
Oltre ai trucioli prodotti dalle piallatrici, sono compresi anche le polveri delle lisciatrici, la farina di legno nonché i piccoli residui della lavorazione in forma pura o mescolati tra di loro, ad esempio materiali sintetici o metalli, tutti elementi che contribuiscono alla caratterizzazione del materiale ai fini della valutazione del rischio di incendio e di esplosione.
Impianti a calore a combustibile solido: la normativa antincendio italiana
Gli impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido sono soggetti al decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151 quando la potenzialità termica è superiore a 116 kW. Pur trattandosi di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, in Italia non esiste un’analoga norma di sicurezza antincendio per questi impianti tecnologici e la circolare n. 52 del 20 novembre 1982 stabilisce che sono validi i requisiti antincendio applicabili della regola tecnica degli impianti alimentati a combustibile liquido, per quanto concerne l’ubicazione, le caratteristiche costruttive, le dimensioni, le aperture di ventilazione, gli accessi e le comunicazioni.
La norma svizzera presenta molti spunti interessanti applicabili, per quanto attiene la protezione antincendio tecnica, i dispositivi di riempimento e di regolazione automatici, la separazione tra il locale che ospita gli impianti e lo stoccaggio dei combustibili a essi collegati, e le modalità di realizzazione dei silos di stoccaggio. È necessario inoltre realizzare le protezioni contro i fulmini e contro le esplosioni dei silos. La norma è pubblicata sul sito web di VKF AEAI, Associazione degli istituti cantonali di assicurazione antincendio.
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