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Antiterrorismo: chi è l’active shooter e come difendersi

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Un active shooter è una persona armata che apre il fuoco in un luogo pubblico con l’intenzione di ferire o uccidere più persone possibile. Di solito agisce rapidamente e senza fare distinzioni tra le vittime. Questi attacchi possono avvenire in scuole, uffici, centri commerciali o altri luoghi affollati. In questo articolo vediamo come agisce l’active shooter, quali le tecniche di fuga e difesa e come le forze dell’ordine rispondono cercando di fermare l’attentatore il più velocemente possibile per ridurre i danni.

Chi è e cosa fa l’active shooter

Una definizione correntemente utilizzata fa riferimento ad una persona fisica, che uccide o vuole uccidere persone che si trovano in un ambiente di solito chiuso e assai frequentato. In molti casi, l’active shooter utilizza armi di fuoco e non fa riferimento ad obiettivi o modelli particolari nello scegliere le vittime. In qualche caso la scelta delle vittime viene fatta sulla base della scelta del luogo dove perpetrare l’attacco.

Ad esempio, nel 2016, un active shooter ha cominciato a sparare all’interno di un night-club frequentato da gay, negli Stati Uniti, uccidendo 49 persone e ferendone 53.

Come fermare l’active shooter: la risposta delle forze dell’ordine

Queste situazioni sono imprevedibili e si evolvono rapidamente e impongono una immediata risposta da parte delle forze dell’ordine, per fermare l’attaccante e mettere sotto controllo i danni alle vittime.

Oggi numerose forze di polizia, in tutta Italia, stanno mettendo a punto specifiche procedure e modelli di intervento per rispondere ad una situazione di emergenza, riconducibile ad un active shooter.

Active shooter: come difendersi

Un attacco dura tipicamente fra 3 e 7 minuti. L’intervento delle forze dell’ordine potrebbe verificarsi nell’ambito di qualche minuto ed ecco perché è indispensabile conoscere delle tecniche di sopravvivenza, fino all’arrivo delle forze dell’ordine e alla messa sotto controllo della situazione.

I comportamenti di sicurezza sono basati su un’attenta pianificazione e l’assunzione di diligenti comportamenti. Non si deve mai partire dal principio che “ciò qui non può accadere”.

È bene inquadrare sempre l’ambiente in cui ci si trova e conoscere i modelli di comportamento da tenere, in caso di emergenza. Le probabilità di sopravvivenza aumentano in maniera drammatica se si sa come comportarsi correttamente.

Active shooter e linee guida di difesa: tre possibili alternative

Se ci si trova coinvolti in uno scenario di active shooter, bisogna sforzarsi di rimanere calmi e usare queste linee guida per pianificare una strategia di sopravvivenza. È possibile fuggire, è possibile nascondersi, ma, se la propria vita è in immediato pericolo, si può anche cercare di contrastare l’attaccante.
Ecco un’analisi delle tre possibili alternative.

Fuggire

Fuggire è evidentemente è l’opzione primaria. Se è possibile allontanarsi dell’edificio dove si svolge l’attacco, è bene farlo subito. In questo caso:

  • è necessario reagire rapidamente, non appena si odono dei colpi d’arma da fuoco, cercando di comprendere che cosa stia accadendo e preparandosi a reagire correttamente,
  • si deve individuare subito una possibile via libera di uscita,
  • è utile individuare la posizione dell’attaccante,
  • se è possibile vedere l’attaccante, è indispensabile nascondersi alla sua vista o barricarsi in un ambiente accessibile, uno sgabuzzino od altro. Qualunque luogo, che può essere chiuso e messo in sicurezza, può essere accettabile,
  • se si osservano delle persone che stanno scappando, si guardi in che direzione stanno scappando. È bene muoversi nella stessa direzione,
  • se si odono dei colpi d’armi da fuoco, occorre spostarsi lontano da questi suoni,
  • si faccia attenzione anche al luogo di provenienza di urla e grida: ci si deve allontanare subito dal luogo di provenienza di questi suoni.

Via di fuga

Nel pianificare la via di fuga, si cerchi di avere a disposizione una via di fuga alternativa, se quella di prima scelta non può essere utilizzata.
Se non è possibile abbandonare l’edificio, si deve cercare un luogo ove nascondersi.
Tuttavia, non appena è possibile abbandonare l’edificio, occorre allontanarsi immediatamente.
Quando si abbandona l’edificio, è bene non fuggire in gruppo, perché il gruppo potrebbe rappresentare un bersaglio per l’attaccante; è meglio uscire in fila indiana, per diminuire la dimensione del bersaglio.
Se si ha bisogno di visualizzare il contesto in cui si muove l’attaccante, occorre tenersi il più basso possibile in maniera che il corpo non sia immediatamente visibile all’attaccante.
Si faccia molta attenzione se, sulla via di fuga, si incontrano le forze dell’ordine, perché esse potrebbero non essere in grado di distinguere un soggetto in fuga da un attaccante.
In questo caso tenete alte le mani con le dita allargate e seguite tutte le istruzioni impartite.
Nell’abbandonare l’edificio, ricordarsi di sfruttare la protezione offerta da robuste partizioni, come ad esempio mura di cemento.

I proiettili sparati da un’arma viaggiano secondo una linea retta e quindi muoversi a zigzag rappresenta una possibile protezione.

Forze dell’ordine

Se le forze dell’ordine non sono ancora arrivate, esse devono essere chiamate in causa appena raggiunta una posizione protetta, dando chiare informazioni in merito alla località da cui proviene la chiamata e le circostanze in essere.

Non appena le forze dell’ordine giungono sul posto e danno istruzioni con degli altoparlanti, occorre seguire le istruzioni impartite.

Nascondersi

Se non è possibile abbandonare in sicurezza l’edificio, la soluzione alternativa è quella di nascondersi e barricarsi all’interno di una zona defilata.
Chi opera all’interno dell’edificio attaccato ha una migliore conoscenza della struttura e può più facilmente trovare una zona di riparo.
È bene incoraggiare terzi a nascondersi nel vostro nascondiglio, compatibilmente con gli spazi disponibili.
Per bloccare la porta del locale di rifugio, si usino sedie, tavoli, librerie e qualsiasi altro oggetto d’arredamento, che possa impedire l’apertura della porta.
Si raccomanda di spegnere le luci e mettere il telefono cellulare in posizione silenziosa.
Poiché i proiettili possono in qualche caso penetrare una barricata, anche trovandosi all’interno di un rifugio, è bene evitare di mettersi a ridosso della porta.
Quando arrivano le forze dell’ordine e cercano di forzare l’ingresso nel rifugio, per solito esse annunciano la loro presenza con un altoparlante, per tranquillizzare coloro che si trovano all’interno del rifugio.

Contrastare l’attaccante

Questa soluzione deve essere adottata solo se non vi sono altre ragionevoli alternative.
Se nell’ambiente si trovano altre persone, si deve cercare di mettere a punto rapidamente una strategia di contrasto, se possibile, tesa a disarmare l’attaccante.
Lanciare degli oggetti addosso all’attaccante, come libri, bottiglie d’acqua, zaini e simili costituisce un efficace comportamento difensivo.
Se possibile, si cerchi di spegnere le luci dell’ambiente, senza però esporsi al tiro diretto dell’attaccante.
Se si riesce a disarmare l’attaccante, occorre ricordarsi di bloccare subito le sue mani, per evitare che possa afferrare una arma indossata.
Infine, se ci si trova in immediato pericolo di vita, qualsiasi tecnica di attacco è consigliabile.

Come aiutare i feriti

La prima regola è quella di prendersi cura di sè stessi, perché altrimenti non sarà possibile aiutare i feriti, prima che arrivino gli equipaggi di primo soccorso. Se è possibile prestare assistenza, comportarsi come segue:

  • spostare la persona ferita in una posizione sicura, se quest’operazione può essere svolta senza attirare l’attenzione dell’attaccante,
  • nell’attesa dell’arrivo degli equipaggi di primo soccorso, offrite una prima assistenza, ad esempio applicando una pressione diretta sulle ferite, per bloccare l’uscita di sangue,
  • se si ha una specifica competenza, applicare dei lacci emostatici di fortuna laddove possibile,
  • se la ferita è causata da una scheggia, ancora inserita della ferita, non la si tolga, in quanto essa contribuisce a rallentare l’emorragia,
  • si cerchi di girare su un lato la persona ferita, se ha perso la conoscenza, per impedire che si blocchino le vie aeree,
  • si copra la persona ferita con una coperta, per conservare la temperatura del corpo.

Come comportarsi all’arrivo delle forze dell’ordine

Quando le forze dell’ordine arrivano sul posto, non sono in grado di distinguere l’attaccante dai soggetti attaccati e, come regola generale, sono state addestrate a diffidare di chiunque si trovi sul posto.
Per questo motivo le forze dell’ordine possono puntare loro armi su chiunque si trovi sul posto. Ogni singolo soggetto deve assumere un comportamento che non lasci alcun dubbio, nelle forze dell’ordine, sul fatto che egli non sia un attaccante.
Occorre obbedire immediatamente a qualsiasi istruzione venga impartita dalle forze dell’ordine, senza avanzare alcuna contestazione: in questi momenti di crisi, non vi è altro comportamento accettabile che un’immediata attuazione degli ordini ricevuti.
È bene tener le mani sempre in posizione visibile con le dita allargate, evitando qualsiasi brusco movimento in direzione delle forze dell’ordine.
Si eviti in ogni modo di gridare o imprecare.

Non si ponga alcuna domanda alle forze dell’ordine e si obbedisca in silenzio agli ordini impartiti.

Indicazioni da dare alle Forze dell’Ordine

Solo a fronte di specifica domanda da parte delle forze dell’ordine si dovranno offrire le seguenti indicazioni:

  • il luogo ove si trova l’attaccante, tenendo presente che le forze dell’ordine potrebbero non avere familiarità con l’ambiente,
  • il numero degli attaccanti, se più di uno,
  • una descrizione fisica dell’abbigliamento dell’attaccante,
  • il numero di vittime presenti, almeno sulla base delle informazioni disponibili.

È bene ricordare che l’obiettivo principale delle forze dell’ordine in arrivo non è quello di aiutare le persone ferite, ma di bloccare l’attaccante, proprio per permettere alle squadre di primo soccorso di intervenire sul posto.
Ricordarsi infine di non allontanarsi dalla zona, finché le forze dell’ordine non avranno dato una specifica autorizzazione. Un allontanamento non autorizzato potrebbe far sospettare alle forze dell’ordine che ci si potrebbe trovare davanti ad un terrorista, che è riuscito mimetizzarsi.

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