Recepimento direttiva appalti pubblici: la posizione di ANIE

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In audizione al Senato ANIE ribadisce che Il nuovo Codice deve essere “moderno“: poche norme chiare e con una forte attenzione al ruolo sempre crescente dell’innovazione tecnologica nel settore delle costruzioni e delle forniture di beni e servizi.



Si è svolta l’audizione di ANIE Confindustria presso l’VIII Commissione (Lavori Pubblici, Comunicazioni) del Senato della Repubblica sul disegno di legge delega per il recepimento delle Direttive europee in materia di appalti pubblici e concessioni. Il recepimento delle nuove direttive deve essere l’occasione per riscrivere il Codice degli Appalti in chiave moderna. Per ANIE riscrivere il codice in chiave moderna significa attuare una coraggiosa riduzione degli oneri documentali in capo alle imprese superando il formalismo imperante nelle procedure di gara in favore di un approccio più sostanzialista e, soprattutto, riconoscere il ruolo che l’innovazione tecnologica ha assunto nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture.
Durante l’audizione ANIE, espressione di oltre 1.200 aziende che da sole rappresentano più del 30% dell’intero investimento in ricerca e sviluppo effettuato dal settore privato in Italia, ha chiesto a gran voce che nel nuovo testo sia data la giusta attenzione alle procedure introdotte a livello comunitario, quale il partenariato per l’innovazione, in grado di valorizzare le soluzioni innovative che l’industria nazionale è in grado di esprimere. Analogamente si deve intervenire sulla semplificazione del Project Financing e prevedere forme di consultazione preliminare del mercato. Occorre inoltre fare il cambio di passo previsto nelle direttive verso la preferenza del criterio della offerta economicamente più vantaggiosa che consente di valorizzare la qualità e l’innovazione delle soluzioni proposte consentendo alle amministrazioni pubbliche non solo di spendere meno ma di spendere meglio.
“Da Federazione attenta a ricerca e innovazione quale è ANIE, riteniamo che un moderno Codice dei Contratti Pubblici non possa prescindere da quella che è la vera e propria rivoluzione in corso nel settore delle costruzioni – ha dichiarato Maria Antonietta Portaluri, Direttore Generale di ANIE Confindustria, – cioè il ripensamento dello spazio urbano in chiave smart. Un esempio concreto del cambiamento necessario? Se gli edifici devono diventare elementi fondanti di città intelligenti, è innegabile che la loro realizzazione non può essere valutata solo in termini di prezzo più basso, ma anche e soprattutto di offerta economicamente più vantaggiosa. È necessario quindi approntare un sistema di appalti che valorizzi la qualità e l’innovazione di prodotto e di processo in tutte le fasi di gara, e introdurre meccanismi di vendor rating per la valutazione dell’esecuzione a regola d’arte. Allo stesso tempo, però, occorrono stazioni appaltanti competenti e responsabili: la prevista centralizzazione della committenza può essere accettata a condizione che si abbiamo stazioni appaltanti adeguatamente formate ed effettivamente in grado di scegliere sul mercato la migliore soluzione (e non solo il miglior prezzo) e di valorizzare la competitività delle imprese.”
“Sul tema attualissimo della revisione del sistema di qualificazione unico dei lavori (SOA) – ha proseguito Maria Antonietta Portaluri – non vi è dubbio che il sistema vada completamente rivisto, non solo con il richiamo ai criteri reputazionali, ma anche alla capacità tecnica e alla integrazione tecnologica, salvaguardando il principio secondo cui chi esegue le lavorazioni deve essere adeguatamente qualificato con la possibilità di ricorrere al subappalto o creando un’associazione temporanea di imprese.”
“La semplificazione burocratica nella procedura di gara resta la grande scommessa per il nostro Paese, da sempre caratterizzato da un importante aggravio in termini di oneri burocratici – ha concluso Portaluri. – La soluzione a questi problemi è l’adozione del Documento Unico di gara europeo ovvero un’autodichiarazione preliminare del possesso dei requisiti. Si tratta di dequotare i meri vizi formali ed escludere le imprese dalle gare solo in presenza di cause ostative alla partecipazione. Riduzione degli oneri documentali, semplificazione delle procedure di verifica, maggior certezza del diritto: queste sono le chiavi per un equo e concorrenziale accesso al mercato degli appalti pubblici per le imprese. Un settore, non dimentichiamolo, che potrebbe diventare, se correttamente regolamentato, un volano per la ripresa della domanda interna e, di riflesso, di tutta l’economia del nostro Sistema Paese.”

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Redazione InSic

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