Sono intervenuti sul posto 400 pompieri con 18 lance montate sulle autogru e diversi elicotteri di ricognizione, riporta Euronews, segnalando le difficoltà dell’intervento condizionato dalla conformazione del sito, localizzato su un’isola sulla Senna accessibile solo attraverso i ponti.
Il lavoro dei pompieri è terminato alle tre del mattino: oltre alla guglia crollata adesso restano da accertare le conseguenze sul piano statico dell’edificio. Secondo il comandante dei pompieri di Parigi Jean-Claude Gallet le due torri di Notre Dame sono in salvo e la struttura è stata “messa in salvo e preservata nella sua globalità”. Salvo il rosone centrale (come riporta La Repubblica) e le statue presenti sulla struttura da 150 anni, che erano state rimosse da una gru giovedì scorso per destinarle al restauro. Le reliquie preziose sono state messe al sicuro, insieme ad alcuni pezzi d’arte più preziosi.
In base ai primi dati raccolti dalle agenzie di stampa, le possibili cause dell’incendio, sono “potenzialmente legate” al cantiere di ristrutturazione della guglia gotica, dalla quale nei giorni scorsi sono state tirate giù 16 statue di stagno (fonte Agi). L’incendio si sarebbe sviluppato tra un’impalcatura e il sottotetto nella parte centrale della cattedrale realizzata in legno: l’avvio dell’inchiesta che dovrà ora chiarire le dinamiche dell’incendio e accertare eventuali responsabilità.
La procura della capitale francese ha aperto una inchiesta affidata alla Direzione Regionale della Polizia Giudiziaria, per “distruzione involontaria a mezzo di incendio”. Esclusa quindi, per ora, la pista dolosa.
Alla luce di questo terribile incendio che ha coinvolto questa importantissima storica cattedrale abbiamo chiesto al Capo del Corpo Nazionale VV.F. se sia davvero possibile una prevenzione nei beni culturali: “certamente sì: – ha sottolineato Fabio Dattilo – si può fare prevenzione, si deve fare prevenzione. In Italia le chiese non sono attività soggette ai normali controlli per la prevenzione degli incendi che riguardano invece gli edifici civili, ma non per questo chi ne è responsabile può omettere di realizzare un’adeguata opera di prevenzione. Allo stato attuale le tecniche moderne e gli strumenti tecnologici ci consentono di raggiungere questi risultati”.
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