Il Corpo risponde dunque a numerosi quesiti pervenuti per la corretta implementazione di soluzioni progettuali alternative e per la valutazione delle prestazioni di resistenza al fuoco delle strutture con le metodologie previste al Capitolo S.2 dal decreto 3 agosto 2015 così come modificato dal decreto 18 ottobre 2019.
Vediamo di seguito i punti trattati ed una breve descrizione, rimandando al testo della Circolare in allegato per una completa trattazione delle singole tematiche.
UTILIZZO DI CURVE NATURALI PER LA VERIFICA DI ELEMENTI STRUTTURALI NON PROTETTI
Sono portate in conto nelle modellazioni termo-strutturali dell’intera struttura o di sottostrutture significative, ma, secondo il Corpo, ciò non avviene nei modelli analitici su singoli elementi che, per tale motivo, non sono applicabili (vedasi punto S.2.8.1) con incendi naturali, ad eccezione dei casi in cui è riconoscibile a priori che esse siano trascurabili o favorevoli.
UTILIZZO DI CURVE NATURALI PER LA VERIFICA DI ELEMENTI STRUTTURALI CON PROTETTIVI (ad es. vernici intumescenti, intonaci protettivi, lastre, ecc.)
In corso ricerche industriali/accademiche per verificare se e come si potrà procedere alle verifiche di elementi protetti esposti ad incendi naturali; ad oggi, ciò non è possibile perché non è possibile certificare·in alcun modo le proprietà e non è noto il comportamento dei protettivi in fase di raffreddamento
DURATA DEGLI INCENDI NATURALI
La loro classe di resistenza al fuoco è riferita unicamente a curve nominali (vedasi la definizione di classe al punto G. l.l2), mentre la durata degli incendi naturali non ha alcuna relazione con la classe e dipende, invece, dal livello di prestazione (si veda in circolare le distinzioni per livelli I, II, III, IV, V.
OMISSIONE DI VERIFICHE SUGLI ELEMENTI STRUTTURALI
Il Corpo ricorda che, ad oggi, le attuali normative nazionali di settore non prevedono valori limite di temperature dei gas caldi o delle fiamme d’incendio o delle temperature e gradienti negli elementi strutturali al di sotto dei quali è possibile omettere le verifiche strutturali in termini di resistenza (fino al livello di prestazione III) e di deformabilità (livelli di prestazione IV e V); pertanto, in linea generale, è sempre necessario procedere alle verifiche termo-strutturali, utilizzando come dati di ingresso termico i risultati di output (in termini di temperature o flussi termici o altre grandezze rappresentative) delle analisi quantitative degli scenari d’incendio di progetto e come combinazione dei carichi quella prevista per le azioni eccezionali di cui alle vigenti NTC.
UTILIZZO DI SISTEMI O IMPIANTI A DISPONIBILITÀ SUPERIORE
Alla luce delle modifiche introdotte dal D.M. 18/10/2019 al punto M.l.8, il professionista antincendio non è esentato da una valutazione del rischio specifica, sempre di tipo quantitativo, mediante un’analisi di sicurezza funzionale, che stabilisca in maniera tecnicamente e professionalmente valida la caratteristica di disponibilità superiore del sistema o impianto (tenendo conto sia della parte impiantistica che di quella manutentiva e della gestione degli stati degradati), nonché da una valutazione del rischio complessiva, ai fini della corretta individuazione degli scenari d’incendio di progetto per la resistenza al fuoco; solo poi sarà possibile stabilire se uno scenario in cui è considerato il contributo di tali sistemi o impianti possa essere ritenuto adeguato.
COLLASSO IMPLOSIVO SULLE STRUTTURE IN CONDIZIONI D’INCENDIO
Il Corpo rileva che sono state tratte conclusioni semplicistiche ed affrettate per le analisi su singoli elementi basate sulla sola resistenza anche di singole membrature, senza individuare l’effettivo meccanismo di collasso in condizioni d’incendio in termini cinematici: occorre invece una corretta e complessa, analisi terme-strutturale, nella quale valutare anche il cimento termico in termini di scenari d’incendio di progetto, tenendo conto delle fondamentali preliminari e conseguenti misure gestionali, e valutando, anche lo stato di sollecitazione e di deformazione al variare di gradienti termici negli elementi in funzione del tempo, in modo da definire il cinematismo di collasso e dimostrare che, nelle condizioni di incendio considerate, esso sia implosivo o meno.
OMISSIONE DI VERIFICHE AD INCENDI LOCALIZZATI
Secondo il Corpo non vengono correttamente considerate le distribuzioni di materiale combustibile (tra l’altro molto ricorrenti) localizzate in un compartimento, che normalmente determinano prestazioni superiori rispetto a quelle valutate sul quantitativo considerato, se inteso come distribuito sull’ intera superficie lorda del compartimento.
CIRCOLARE DCPREV 9962 del 24 luglio 2020
recante Chiarimenti e indirizzi applicativi sul Decreto 3 agosto 2015 e s.m.i. – Capitolo S.2 per quanto attiene l’Implementazione di soluzioni alternative di resistenza al fuoco.Allegati
Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore