Responsabilità sociale: dalla ISO 26001 ai vantaggi per le imprese

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Torna l’appuntamento con la rubrica BIL-Benessere interno lordo, pubblicata sulla rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro, che analizza le principali tematiche collegate al tema del wellness aziendale.
In questa nuova intervista, Silvia Vescuso (Direttore dell’Istituto Informa) si confronta sul tema della Responsabilità sociale d’impresa con Lucina Mercadante, Esperta in salute e sicurezza sul lavoro ed in Responsabilità Sociale delle Organizzazioni, Delegato italiano, rappresentante INAIL nel gruppo di lavoro internazionale per la redazione della guida UNI ISO 26000:2010, e Fiorisa Lentisco Ricercatrice documentalista nel Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’INAIL, nonché Ufficio di Contatto della rete europea ENWHP.

L’intervista è caduta sui 7 principi ispiratori della ISO 26001 e sulle sue funzioni “serve da base per le imprese e organizzazioni che potranno integrare le istanze sociali e le responsabilità ambientali nelle proprie attività”. Ma anche si mettono in luce le difficoltà della sua stesura, come sottolinea Mercadante, “sono riconducibili all’eterogeneità del gruppo di lavoro e alle differenze, riscontrate nei vari Paesi partecipanti, circa le condizioni di tutela dei lavoratori”. Non manca anche un confronto con lo standard certificabile SA8000: secondo Lentisco, “Con la UNI ISO 26000 vediamo affermarsi un atteggiamento proattivo che va oltre al mero rispetto della legge, in direzione dello sviluppo sostenibile, anche in termini di rispetto dei diritti umani.. .Al contrario, con la SA8000, abbiamo una parte terza che certifica (a pagamento) l’impegno responsabilmente sociale della azienda. Si tratta di una totale inversione di marcia, con un orientamento che va in termini di maggior integrazione tra mission e obiettivi aziendali e coinvolgimento degli stakeholder”.

Un commento anche sui rapporti fra sicurezza sul lavoro e comportamenti etici sollecitati dalla UNI ISO 26000, un binomio che, sottolinea Mercadante, incoraggia interventi che vanno oltre gli obblighi di legge: “Mi preme sottolineare il collegamento tra il D.Lgs. 81/08 – il T.U. che razionalizza salute e sicurezza sui luoghi di lavoro – e la responsabilità sociale. Responsabilità sociale presente sin dalle definizioni del D.Lgs. 81/08 e come sprone per la valorizzazione dei comportamenti dei soggetti che promuovono il sistema di prevenzione nelle organizzazioni: datori di lavoro, lavoratori e medico competente”.

Fra le tante domande anche una sui vantaggi per le imprese che implementano la UNI ISO 26000?
“Il primo è legato all’immagine, alla reputazione dell’organizzazione, asset intangibile ma di valore e ritorno economico rilevanti. Altri vantaggi sono tangibili ed è possibile misurarli facendo ricorso a degli indici. Per esempio, il return on prevention quantificato in termine di risparmio e valore aggiunto acquisito (sorveglianza sanitaria e i check-up hanno un Rop di 7,6 e la formazione un Rop di 4,5).
Inoltre, enti governativi, sostengono anche economicamente le aziende che intendano intraprendere, o abbiano intrapreso, percorsi di responsabilità sociale declinati avendo a riferimento la UNI ISO 26000. Fra questi mi fa piacere citare l’esperienza ormai decennale di INAIL che, ritenendo fondata e vincente la connessione fra adozione di politiche di responsabilità sociale e migliori forme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, offre alle aziende la possibilità di usufruire della riduzione del premio tariffario a seguito di interventi che, attingendo a principi e temi di responsabilità sociale, conducono ad un miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro
“.

L’intervista completa è disponibile in allegato.

Riferimenti bibliografici:

Responsabilità sociale d’impresa:vantaggi aziendali e benessere dei lavoratori
BIL – Benessere interno lordo
S. Vescuso
Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.6/2016

Redazione InSic

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