In questa pagina i dati dell’Analisi del sistema energetico italiano sviluppata da ENEA curata da Francesco Gracceva, (ricercatore ENEA).
Nell'articolo
Consumi energia ed emissioni: i dati ENEA 2022
ENEA ha diffuso i dati dell’Analisi del sistema energetico italiano per il II e III trimestre dell’anno, che evidenzia anche un forte peggioramento dell’indice della transizione energetica ISPRED (-60% nel III trimestre).
In particolare, ENEA segnala che nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di consumi di energia sostanzialmente fermi, con la previsione di un calo dell’1,5% sull’intero 2022, le emissioni di CO2 sono cresciute del 6%, con una stima di aumento di oltre il 2% a fine 2022.
Nel Report si segnala anche un maggiore ricorso alle fonti fossili ed un calo delle rinnovabili dovuto alla significativa riduzione dell’idroelettrico. Sui prezzi, la crescita del prezzo del gas è in media a quella europea mentre per l’elettricità l’aumento è doppio rispetto alla media UE. Confermata la totale dipendenza dell’UE dall’estero per le materie prime critiche.
L’Analisi completa e la sintesi dei contenuti è disponibile sulle pagine di ENEA.
Consumi energia in calo: in quali settori?
A livello di settori, nel periodo gennaio-settembre 2022, i consumi sono diminuiti considerevolmente nell’industria, con un calo particolarmente accentuato nel III trimestre (-15%), mentre è continuata la forte ripresa dei trasporti, sebbene a tassi progressivamente più contenuti (+12% nei nove mesi, +4% nel III trimestre).
Emissioni: perché l’aumento nel 2022?
L’aumento delle emissioni, invece, è riconducibile quasi interamente alla produzione di energia elettrica e calore, alle raffinerie e alle industrie energivore.
“Un segnale importante è che i consumi di energia hanno iniziato a contrarsi in misura progressivamente maggiore rispetto alla dinamica di fattori determinanti come l’andamento del PIL, produzione industriale, mobilità e clima. Un trend simile si è stato registrato in tutta Europa con un calo della domanda dello 0,7% nei primi nove mesi dell’anno”, spiega Gracceva.
“È evidente -aggiunge – che la riduzione sia stata determinata fortemente anche dagli alti prezzi dell’energia che hanno imposto a molte imprese energivore uno stop delle attività. Tuttavia, nei prossimi mesi sarà fondamentale verificare se la contrazione possa andare oltre, come effetto delle misure di risparmio energetico”.
Fonti fossili e Rinnovabili: i dati 2022 di ENEA
ENEA segnala per il 2022 un maggiore ricorso alle fonti fossili che stanno quasi tornando ai livelli pre-pandemia (+8% petrolio e + 47% carbone) e di una riduzione del 3% dei consumi di gas, le rinnovabili hanno registrato un calo dell’11%, dovuto a una riduzione dell’idroelettrico che l’aumento di solare ed eolico non è riuscito a compensare.
Quali fonti fossili aumentano nel 2022?
I primi nove mesi del 2022 hanno visto proseguire la risalita delle fonti fossili:
- i consumi di petrolio sono cresciuti dell’8%, avvicinandosi ai valori pre-pandemici.
- consumi di carbone (+47%), aumento marcato: a fine anno i consumi di carbone torneranno non lontani dai livelli del 2018.
Fonti rinnovabili in calo nel 2022? Perché?
ENEA segnala il forte calo dei:
- consumi di gas naturale (-3% nei nove mesi, -8% nel III trimestre)
- consumi di fonti rinnovabili, in calo costante dell’11% circa in tutti e tre i primi trimestri dell’anno.
Il calo delle rinnovabili è dovuto alla significativa riduzione dell’idroelettrico (-25% rispetto al minimo degli ultimi 15 anni), non compensato dall’aumento del 9% di eolico e solare nei primi nove mesi dell’anno, ai massimi storici nel periodo con una quota del 16,3% sulla richiesta di energia elettrica e un picco del 21,7% ad aprile.
Perché cale l’Indice ENEA-ISPRED?
“Il forte calo dell’indice ENEA-ISPRED è da collegarsi in particolare al peggioramento della componente decarbonizzazione, scesa al valore minimo della serie storica”, spiega Francesco Gracceva, il coordinatore dell’Analisi trimestrale ENEA. “In questo scenario – continua – l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 potrà essere raggiunto solo se nei prossimi otto anni riusciamo a ottenere una riduzione media annua di quasi il 6%”.
Sicurezza Energetica: peggiorano i sistemi
Sul fronte della sicurezza energetica, l’Analisi evidenzia il peggioramento dell’adeguatezza del sistema gas. “In vista del prossimo inverno richiede particolare attenzione la capacità delle infrastrutture gas di coprire la punta di domanda: infatti, nel caso di un completo azzeramento dei flussi dalla Russia (scesi sotto al 20% dell’import totale nei primi nove mesi, ma già quasi a zero a ottobre), risulterebbe molto difficile coprire punte di domanda legate a picchi di freddo intenso che investano l’intero territorio nazionale”, commenta Gracceva.
Prezzi energia: aumenti per il gas, ma doppi per l’elettricità
Gli incrementi dei prezzi del gas registrati in Italia sono simili alla media europea, nel caso dell’elettricità gli aumenti sono stati all’incirca doppi di quelli registrati nell’UE, in particolare nel caso delle imprese. “Rispetto al 2021 un’impresa con consumi medio-bassi ha visto aumentare i prezzi di elettricità e gas rispettivamente del 60% e del 120% nel primo semestre 2022, mentre nell’intero 2022 supereranno di ben oltre il 50% i precedenti massimi storici”, sottolinea Gracceva.
Materie prime critiche: ENEA, Italia e UE dipendenti completamente dall’estero
Questo numero dell’Analisi trimestrale ENEA include anche un focus sulle materie prime critiche (Critical Raw Material, CRM).I dati indicano una pressoché totale dipendenza dell’UE dall’estero per terre rare, platino e litio (100%), tantalio (99%) e cobalto (86%). Dipendenza ancora più forte per l’Italia, dove le CRM hanno un’incidenza sul PIL pari al 32% e sull’export all’86%. “L’eventualità di non poter soddisfare al 2030 la domanda di energia eolica e per i veicoli elettrici è molto forte”, conclude Gracceva.
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