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Il Sistema nazionale di certificazione della parità di genere: cos’è, come funziona, incentivi e sgravi fiscali per le aziende

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Il Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, operativo dal 1° luglio 2022, è una certificazione volontaria e prevede l’adozione di specifici Key Performance Indicator (KPI) relativi a sei aree di valutazione cruciali nella definizione del grado di inclusione e di parità di genere.
Rappresenta una delle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed è una certificazione di un certo successo, secondo Accredia che ne definisce le procedure.

  • Vediamo di seguito in cosa consiste il Sistema di certificazione della parità di genere e quali vantaggi ottiene l’azienda che sceglie di certificarsi.

Certificazione di genere: i numeri delle aziende certificate

La certificazione accreditata per la parità di genere secondo la UNI/PdR 125 è attualmente al quarto posto tra quelle scelte dalle imprese che certificano il proprio sistema di gestione.

A poco più di due anni dalla sua attivazione conta 51 organismi di certificazione (OdC) accreditati, 11.109 siti aziendali certificati (erano 1.197 a marzo 2023) e 2267 imprese certificate in conformità alla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 (Dati Accredia Agosto 2024).

Certificazione della parità di genere: le aree di intervento

La certificazione della parità di genere prevede l’adozione di specifici Key Performance Indicator (KPI) relativi a sei aree di valutazione cruciali nella definizione del grado di inclusione e di parità di genere:

  • cultura e strategia, governance,
  • processi di Human Resources,
  • opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda,
  • equità remunerativa per genere,
  • tutela della genitorialità
  • conciliazione vita-lavoro.

Cosa prevede il Sistema di certificazione della parità di genere

Il “Sistema di certificazione della parità di genere” costituisce una delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)2 e prevede il raggiungimento, entro il secondo trimestre del 2026, dei seguenti obiettivi:

  • l’ottenimento della certificazione di almeno 800 imprese, di cui almeno 450 piccole e medie imprese e microimprese (PMI),
  • l’ottenimento della certificazione da parte di 1000 PMI che abbiano ricevuto servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione di genere.

Obiettivi del Sistema di certificazione della parità di genere

Il Sistema mira ad accompagnare ed incentivare le imprese all’adozione di policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne e prevede meccanismi di incentivazione per le imprese3

Come accedere al Sistema di certificazione della parità di genere:
gli obblighi degli enti accreditati

Gli organismi accreditati sono chiamati a caricare sul sistema informativo del Dipartimento per le Pari opportunità i dati delle aziende certificate per la parità di genere: il monitoraggio per accedere ai 2,5 milioni di euro di contributi del PNRR.

I dati vengono caricati sul Sistema Informativo sviluppato dal Dipartimento per le Pari opportunità, una piattaforma che serve a raccogliere i dati delle certificazioni, ma anche a permettere l’analisi statistica dei dati disaggregati per dimensione, territorialità e settore di appartenenza.

I requisiti per accedere al Sistema

Come spiegato nella Nota congiunta del Dipartimento per le Pari opportunità e Accredia del 12 giungo 2024 per la raccolta dei dati del “Sistema di certificazione della parità di genere”, gli organismi devono fornire i dati delle aziende da loro certificate assieme ai valori dei singoli KPI previsti dalla Prassi di Riferimento UNI PdR 125 “Linea guida sul sistema di gestione per la parità di genere”.

Gli organismi devono richiedere alle imprese, come requisiti indispensabili:

  • l’autodichiarazione sostitutiva ai sensi del DPR 445/2000 in cui si attesta la propria classe dimensionale
  • l’aderenza al principio del DNSH per interventi che non arrechino nessun danno significativo all’ambiente.

Contributi, sgravi e premialità per le aziende che si certificano in Parità di genere

Il PNRR ha stanziato

  • 2,5 milioni di euro per servizi di assistenza tecnica
  • 5,5 milioni di euro per la copertura dei costi di certificazione, la cui gestione è stata condivisa con Unioncamere in qualità di Soggetto Attuatore.

Nel tempo sono stati diffusi tre Avvisi pubblici rivolti rispettivamente a:

  1. Organismi di certificazione accreditati per la formazione di un elenco di organismi interessati a aderire alle misure di agevolazione della certificazione (pubblicato il 14 febbraio 2023)
  2. Esperti per l’erogazione di servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione (pubblicato il 28 luglio 2023)
  3. PMI per la concessione di una prima tranche di contributi per la certificazione pari a euro 4 milioni (pubblicato il 6 novembre 2023).

Il Governo ha anche previsto incentivi sotto forma di sgravi contributivi e premialità in fase di aggiudicazione dei bandi pubblici.

Certificazione di genere e procedure di appalto:
il punteggio premiale e gli esoneri contributivi

Certificarsi conviene: le stazioni appaltanti devono prevedere un punteggio premiale per i possessori di tale certificazione accreditata. Nello specifico, come indica il nuovo Codice Appalti, si tratta di uno sconto fino un massimo del 20% della garanzia fideiussoria che l’operatore economico è chiamato a prestare per partecipare alle procedure di affidamento (cumulabile con altre riduzioni previste).

Oltre ai vantaggi nelle gare pubbliche, le aziende certificate sotto accreditamento hanno diritto a un esonero contributivo, non superiore all’1% dei contributi totali (fino ad un massimo di 50.000 euro). Diversi avvisi pubblici come il Bando Mimit Investimenti sostenibili 4.0, garantiscono, inoltre, punteggi premiali in questo senso.

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico

Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it