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Responsabile Anticorruzione: chi è, nomina e responsabilità

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Il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza svolge attività di controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dal d.lgs. n. 33/2013, come modificato dal d.lgs. n. 97/2016 da parte delle strutture centrali e periferiche del ministero dell’Interno, assicurando completezza, chiarezza e aggiornamento delle informazioni pubblicate.

Chi lo nomina e chi può assumere tale qualifica? Quali sono i requisiti per diventarlo? Riportiamo di seguito le principali indicazioni aggiornate, fornite dall’Autorità nazionale anticorruzione

Chi può essere RPCT? – nomina

Il responsabile anticorruzione (RPCT) di un ente va individuato tra i dirigenti di ruolo in servizio, disponendo eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività.

l’incarico di RPCT va attribuito ad un soggetto che

  • abbia adeguata conoscenza dell’organizzazione e del funzionamento dell’amministrazione,
  • sia dotato della necessaria autonomia valutativa e non si trovi in situazioni di conflitto di interessi.

Lo stabilisce l’ANAC nell’ Atto del Presidente del 20 marzo 2024

Chi nomina il responsabile della prevenzione della corruzione

La nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza compete agli organi di indirizzo delle amministrazioni ed enti.

Chi non può essere responsabile della prevenzione della corruzione

Il ruolo non va conferito a soggetti assegnati ad uffici che svolgano attività di gestione e di amministrazione attiva nonché assegnati a settori che sono considerati più esposti a rischio corruttivo.

(ANAC – Atto del Presidente del 20 marzo 2024)

Responsabile anticorruzione esterno: è possibile?

La nomina di un dirigente esterno quale RPCT deve considerarsi come una eccezione, che necessita di una motivazione puntuale, anche in ordine all’assenza di soggetti aventi i requisiti previsti dalla legge.

Responsabile anticorruzione in piccole organizzazioni

Secondo ANAC, l’incarico può essere affidato a titolari di posizioni organizzative o comunque a profili non dirigenziali che garantiscano comunque le competenze adeguate e la posizione di autonomia e indipendenza richiesta dalla legge. In tale ipotesi, l’organo di indirizzo deve svolgere una vigilanza stringente sulle attività del soggetto incaricato. Eccezionalmente è possibile attribuire il ruolo di RPCT anche all’Amministratore di una società, ma alla sola condizione che non abbia deleghe gestionali.

Peraltro, “soprattutto negli enti di piccole dimensioni, l’incarico di RPCT si configura come incarico aggiuntivo a quello di cui il soggetto individuato risulti già titolare”, non venendo in rilievo l’esercizio di un potere negoziale. Si tratta, piuttosto, dell’esercizio di un potere dell’organo di indirizzo di richiedere al dipendente tutte le mansioni esigibili dalla categoria di inquadramento, che di per sé non sono rifiutabili.

(ANAC – Atto del Presidente del 20 marzo 2024)

La rinuncia all’incarico di RPCT

La rinuncia all’incarico di RPCT assegnato può ritenersi ammissibile se vi siano adeguate motivazione che evidenziano situazioni di incompatibilità/inopportunità, ma queste non possono certamente ravvisarsi nella mancata previsione di un compenso aggiuntivo. Dall’incarico di RPCT non può, in nessun caso, derivare alcun compenso aggiuntivo, fatto salvo il solo riconoscimento, laddove sia configurabile, di eventuali retribuzioni di risultato legate all’effettivo conseguimento di precisi obiettivi di performance predeterminati.

Quanto resta in carica il Responsabile Anticorruzione?

Se svolge l’incarico in via esclusiva (circostanza che potrebbe verificarsi in enti di grandi dimensioni con organizzazione complessa) la durata dell’incarico dovrebbe non essere inferiore a tre anni e prorogabile una sola volta.

L’ANAC sul punto ha raccomandato di integrare il Piano Triennale per la prevenzione della corruzione prevedendo la disciplina della rotazione ordinaria del personale dirigenziale.

I compiti del Responsabile anticorruzione

Il Responsabile Anticorruzione, in base alle indicazioni del Ministero dell’interno

  • Segnala i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione all’organo di indirizzo politico, all’Organismo indipendente di valutazione (Oiv), all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e, nei casi più gravi, all’ufficio di disciplina (articolo 43 del d.lgs. n. 33/2013, come modificato dal d.lgs. n. 97/2016).
  • Propone al ministro dell’Interno il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, per la successiva adozione e vigila sull’osservanza e il funzionamento del Piano.
  • Redige la relazione annuale recante i risultati dell’attività svolta, tra cui il rendiconto sulle misure di prevenzione definite nel Piano triennale.
  • Controlla e assicura, insieme ai dirigenti responsabili delle strutture centrali e periferiche del ministero dell’Internola regolare attuazione dell’istituto dell’accesso.

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