Dalla Direzione Generale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero del lavoro arriva la Circolare n. 7/2024 sulla prevenzione dei rischi determinati dall’utilizzo delle piattaforme di lavoro elevabili (PLE).
Un Documento “obbligato” alla luce dei tanti infortuni spesso mortali che occorrono nello svolgimento di attività con macchine installate su veicolo con meno di 10 anni di vita.
- Vediamo di seguito le raccomandazioni del Ministero in materia di manutenzione in attesa dell’annunciata prossima pubblicazione di un documento tecnico di indirizzo con nuove indicazioni operative per prevenire e contrastare incidenti e infortuni connessi al cedimento strutturale e/o all’uso scorretto di tali attrezzature.
Nell'articolo
Circolare Ministero del Lavoro n.7/2024: le indicazioni per la prevenzione dai rischi da PLE
Si tratta di un documento che fornisce indicazioni di carattere generale su progettazione, costruzione, verifica e utilizzo delle PLE. Il Ministero insiste molto sulla manutenzione e identifica le zone delle Piattaforme più esposte al rischio. Infine, la circolare contiene alcune raccomandazioni per i soggetti deputati al controllo:
- Fabbricanti: devono garantire livelli di sicurezza stabiliti dalle norme armonizzate;
- Utilizzatori: attenersi alle indicazioni fornite dal fabbricante
- Soggetti Pubblici (ASL/ARPA/INAIL) e privati abilitati alle verifiche: porre scrupolosa attenzione, in sede di verifica, all’esame dello stato di conservazione della macchina
- Organi di Vigilanza (ASL/INL): assicurarsi che le PLE siano state sottoposte alle verifiche periodiche e, attraverso l’esame del registro di controllo, e che siano stati effettuati gli interventi di controllo periodici e straordinari ai sensi dell’art. 71 comma 4, lettera b) e comma 8, decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
Piattaforme di lavoro elevabili: i rischi più diffusi
Nella Circolare, il ministero ha fatto un’analisi sugli eventi infortunistici avvenuti negli ultimi dieci anni connessi all’utilizzo delle PLE, rinvenendo che in molti casi, gli eventi infortunistici sono riferibili a cedimenti strutturali che si sono presentati su macchine installate su veicolo con meno di 10 anni di vita o con meno di10 anni di vita dalla loro prima messa in servizio.
Un apposito Gruppo di lavoro istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, nella sua attività di ricerca ha evidenziato che i cedimenti strutturali delle piattaforme sono riconducibili a fenomeni di fatica, imbozzamento e non corretta esecuzione delle saldature.
PLE essenziale verificare lo stato di conservazione delle macchine
Il Ministero raccomanda allora di mantenere costantemente sotto osservazione e documentare l’effettivo stato di conservazione della macchina. Tale attività è parte essenziale di un processo finalizzato a mantenere le condizioni di sicurezza durante l’intero ciclo di vita delle macchine.
In che modo?
Mediante le attività, sia ordinarie che straordinarie, di controllo e manutenzione, effettuate da personale delle ditte utilizzatrici e di verifica periodica di tali attrezzature, (si fa riferimento sia a Soggetti Pubblici (ASL/ARPA, INAIL) che Soggetti pubblici e privati abilitati).
Documentazione delle PLE: quali atti sono necessari
Il Ministero ricorda la documentazione essenziale da conservare, relativamente alla PLE:
- comunicazione di messa in servizio;
- scheda tecnica o certificato di prima verifica periodica/omologazione;
- istruzioni del fabbricante fornite a corredo dell’attrezzatura;
- verbali di verifica periodica;
- • registro di controllo nel quale devono essere riportati tutti i controlli e le manutenzioni condotte, secondo quanto previsto dal fabbricante nelle istruzioni d’uso, ivi compresi gli esiti di eventuali indagini approfondite;
- esito dell’indagine supplementare di cui al decreto interministeriale 11 aprile 2011.
PLE e Cedimenti strutturali: quali parti sono più esposte al rischio?
La Circolare riporta anche le zone e i componenti delle PLE dove più frequentemente si sono riscontrati cedimenti strutturali:
- zone di articolazione e rotazione della piattaforma di lavoro;
- bracci articolati e telescopici;
- zone con rinforzi locali (es. fazzoletti);
- torretta porta ralla;
- stabilizzatori;
- cilindri di sollevamento o di estensione dei bracci.
Piattaforme di lavoro elevabili: strumenti informativi a disposizione del professionista di cantiere
A proposito di sicurezza nell’uso delle Piattaforme elevabili, ricordiamo che nel maggio scorso INAIL ha realizzato una monografia dal titolo: PIATTAFORME DI LAVORO ELEVABILI che mette a confronto la norma tecnica uscente la EN 280:2013+A1:2015 con la EN 280-1:2022, che entrerà in vigore il 2 febbraio 2025.
Nel 2020 UNi ha varato due importanti norme tecniche relative all’utilizzo di Piattaforme Mobili elevabili, entrambe redatte dalle Commissioni Tecniche “Apparecchi di sollevamento e relativi accessori” e “Piattaforme di lavoro elevabili”.
- La UNI ISO 18878:2020 (in vigore dal 5 febbraio 2020) si dedica alla Formazione per operatore (conducente) e recepisce lo standard ISO 18878:2013.
- La UNI ISO 18893:2020 (in vigore dal 6 febbraio 2020) riguarda invece i principi di sicurezza, ispezione, manutenzione e funzionamento, recependo così lo standard ISO 18893:2014.
Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico
Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.
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