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Codice Appalti: in audizione le proposte emendative delle Regioni

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Le Regioni informanodell’Audizione della Delegazione della Conferenza Regioni (guidata da Fulvio Bonavitacola – vicepresidente della regione Campania)) sullo stato di attuazione del Codice Appalti e sulle ipotesi di modifica della nuova disciplina sui contratti pubblici. Presentato il Documento approvato dalla Conferenza delle Regioni del 29 settembre con le proposte emendative.

Il documento, che riportiamo in allegato, ed è tratto dal sito regioni.it e contiene osservazioni e richieste emendative ed un parere sostanzialmente favorevole al nuovo Codice dei contratti: le regioni condividono col Governo l’impianto generale e gli obiettivi, come quello di qualificare tutti gli attori pubblici interessati.
Restano però alcune criticità – evidenza Bonavitacola – nell’attuazione alle nuove disposizioni. Va migliorata la semplificazione, l’efficienza e la rapidità operativa, al fine di non allungare ulteriormente il processo di realizzazione di un’opera pubblica.
Le Regioni ritengono pertanto possibile – afferma Bonavitacola – conciliare l’efficienza amministrativa con i principi di trasparenza e moralità pubblica. Siamo convinti della centralità delle opere pubbliche per rilanciare l’economia del nostro Paese, ma per raggiungere questo obiettivo vanno superati tutti gli ostacoli normativi, compreso il rigido rispetto dei saldi di bilancio, che si frappongono ancora all’agilità del percorso attuativo.

Ad esempio alcuni istituti nel nuovo Codice sono talvolta regolati da disposizioni collocate in diverse sue parti, e quindi chi lo deve applicare può avere difficoltà nell’accedere al completo quadro normativo. Per tale aspetto – sottolinea Bonavitacola – un ruolo di supporto potrebbe essere fornito dalla Cabina di regia e dall’ANAC nell’ambito delle competenze previste dal Codice.
Si evidenzia inoltre la difficoltà derivante dall’obbligo di porre a base di gara il progetto esecutivo anche per opere minori, con l’obbligatoria applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’utilizzo del criterio qualità/prezzo allunga i tempi delle procedure di gara e aumenta i costi legati alla gestione delle commissioni. Pertanto si propone di aumentare a 2 milioni di euro la soglia”.

Redazione InSic

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