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Convegno F.I.V.R.A.: la riqualificazione gli edifici come rilancio del Paese

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Si è svolto ieri, martedì 30 settembre, il convegno “Riqualificare gli edifici una necessità per il rilancio del paese” organizzato da F.I.V.R.A., in collaborazione con il centro di ricerca CRESME dedicato all’analisi delle opportunità del risparmio energetico per l’economia e il benessere dei cittadini

Nel corso dell’incontro, svoltosi presso l’Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio, sono state presentate tutte le opportunità derivanti dalla riqualificazione profonda dello stock immobiliare del Paese: la riduzione delle emissioni inquinanti e della dipendenza dall’estero per i prodotti energetici, l’attivazione di posti di lavoro e l’incremento del comfort abitativo.

Il convegno si propone come un momento di riflessione della situazione nel settore dell’edilizia anche in vista dell’imminente recepimento della Direttiva 2010/31/UE, che regolerà la legislazione dell’efficienza energetica degli edifici, e della proroga degli incentivi per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni edilizie.
Infatti, in Italia i consumi energetici nazionali sono in crescita (+17% dal 1981) soprattutto nel comparto civile che nel 2013 ha consumato circa 47 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (pari al 38% dei consumi totali).

Durante il convegno è stata presentata la ricerca Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici commissionata da F.I.V.R.A. al CRESME con la quale è stato fatto un censimento dello stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2) e che ha evidenziato tutti i principali benefici degli interventi di coibentazione sia in termini ambientali sia economici e sociali come:
• la riduzione annua delle emissioni inquinanti pari a 892.000 tonnellate di CO2 (pari all’inquinamento annuale di 282.000 auto, ovvero all’assorbimento di quasi 30 milioni di alberi);
• la riduzione della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti energetici: 44.600 GWh/anno, ovvero l’8,2% della bolletta energetica nazionale;
• l’attivazione di oltre 1,7 milioni di posti di lavoro (nuovi, trattenuti o rispristinati in 10 anni di interventi).
• il costo per lo Stato pari 1,17 miliardi di €/anno
Quindi, grazie all’analisi dettagliata delle richieste di detrazioni fiscali per la riqualificazione (previste al 65% fino a fine 2014), è emerso come gli interventi sull’involucro edilizio permettano un risparmio di energia superiore a tutte le altre operazioni (17.276 KWh/anno per la coibentazione delle pareti verticali e 26.909 KHh/anno per quelle orizzontali, contro i 2.610 KHh/anno risparmiati dalla sostituzione degli infissi) che sono però solo il 2,6% degli interventi.

L’indagine del CRESME si è occupata anche di rielaborare per priorità i fattori ambientali da migliorare all’interno del nucleo abitativo. Con questo metodo di analisi è emerso che per il 23,3% degli intervistati è necessario risolvere il degrado acustico, per il 19,8% il degrado atmosferico, il 15,5% invece ritiene necessario intervenire sul degrado estetico, mentre per il 9,9% degli intervistati è prioritario quello idro-geologico. Dunque, i cittadini italiani, percepiscono sia la necessità di contenere l’inquinamento atmosferico, che quella di tutelare il comfort acustico della propria casa: infatti ben il 69,5% degli intervistati dichiara di avvertire rumori fastidiosi durante il giorno (rumori di moto, auto, animali e vicini di casa), mentre il 44,5% percepisce gli stessi durante la notte. Il 42% delle abitazioni è inoltre esposto a fonti di rumore esterno e il 35% a fonti di rumore interno, dalle quali è possibile proteggersi solo attraverso l’isolamento acustico dell’abitazione.

Redazione InSic

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