Costruzioni, Istat segnala -4% sulla produzione di marzo

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A marzo l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito, rispetto a febbraio, del 4,1%. Lo rileva l’Istat aggiungendo che l’indice corretto per gli effetti di calendario, a marzo, è diminuito in termini tendenziali del 20,9% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di marzo 2012).

Nella media dei primi tre mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa del 12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nella media del trimestre gennaio-marzo l’indice ha registrato una flessione del 7,2% rispetto al trimestre precedente.
A marzo l’indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 23,6% rispetto allo stesso mese del 2012. Nella media dei primi tre mesi dell’anno la produzione è diminuita del 13,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Quello a cui ogni giorno assistiamo e che rileviamo direttamente con i nostri centri di elaborazione dati è un bollettino di guerra: gli argini si stanno rompendo e il sistema non regge più”. Sono parole dure quelle usate dal Presidente dell’Associazione dei costruttori, Paolo Buzzetti, a commento degli ultimi dati Istat. “Sono più di tre anni che denunciamo con forza la grave crisi del settore ma finora non si è fatto nulla di efficace per invertire la rotta e anzi con l’introduzione dell’Imu è stato dato il colpo di grazia a un settore già in agonia.
Secondo il Presidente Buzzetti, “se il Governo Letta, come lo stesso Presidente del Consiglio ha affermato in questi giorni, è davvero intenzionato a fare qualcosa per salvare migliaia di imprese e di famiglie dalla rovina allora non è più tempo di appellarci a rigidi parametri di bilancio europei, come riconoscono ormai anche molti economisti. Bisogna subito varare un piano coraggioso di opere pubbliche oltre a sbloccare gli strumenti già studiati all’attenzione del Governo per sostenere i mutui alle famiglie”. Quello che chiediamo è di immettere subito “un’iniezione di soldi pubblici per partire con la messa in sicurezza delle scuole e del territorio: interventi necessari per il bene del Paese e capaci di dare fiato all’economia”. Buzzetti ricorda che il Cipe 4 anni fa aveva stanziato 3 miliardi su un piano di piccole e medie opere promosso dall’Ance con il parere favorevole dei Comuni che poi è stato affossato per problemi di bilancio.

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Redazione InSic

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