A breve distanza dalla pubblicazione del Decreto “Salva-Casa” convertito con Legge, arrivano puntuali le indicazioni di Architetti e Ingegneri sui punti più critici del provvedimento pensato per sanare irregolarità edilizie di piccola entità.
Il Decreto apporta modifica anche al Testo Unico dell’Edilizia in un tentativo di semplificazione e di maggiore chiarezza della pratica applicativa. Ma nella prassi si presenta come una Legge che deroga senza abrogare quando invece occorre, secondo i due Ordini, una riforma del TUE nella sua interezza e organicità.
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Decreto Salva Casa e Testo Unico Edilizia: serve una riforma organica
Architetti e Ingegneri sottolineano che il Decreto Salva Casa mira a favorire la regolarizzazione di quelle piccole difformità che rendevano numerose abitazioni invendibili o comunque non legittimate, causando anche un freno al mercato immobiliare e alle attività di ristrutturazione del tessuto edilizio nazionale esistente, situazioni in stallo da decenni, pur irrilevanti ma non risolvibili nel contesto normativo vigente.
Il Decreto affronta però solo parzialmente la necessità di una riforma integrale dell’impianto normativo edilizio. I Consigli Nazionali di Architetti PPC ed Ingegneri ribadiscono la necessità non più differibile di riformare il testo nella sua interezza ed organicità.
Non si parla di una semplice revisione ma di una nuova integrale elaborazione di un codice maggiormente rispondente alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione correlate ad una nuova normativa urbanistica che si renda necessaria per supportare e facilitare la crescita ed un futuro sostenibile per il nostro Paese, secondo le nuove esigenze di rigenerazione urbana, di riduzione del consumo di suolo, di “costruire sul costruito”.
Le novità introdotte nel Testo Unico Edilizia
Quanto alle modifiche apportate dalla conversione in legge del D.L. 29 maggio 2024, n. 69, architetti e ingegneri rivendicano il superamento di situazioni in stallo da decenni, pur irrilevanti ma non risolvibili nel contesto normativo vigente: ad esempio, gli edifici costruiti prima della legge Bucalossi (1977), le piccole difformità costruttive e di rappresentazione, a variazioni all’interno degli alloggi e ad altre varianti non incidenti sulla collettività.
Il Salva-Casa introduce anche nell’accertamento di conformità, nelle ipotesi di parziali di difformità e variazioni essenziali il superamento del concetto della doppia conformità edilizia ed urbanistica.
Con le modifiche il Testo Unico Edilizia così modificato, interviene anche in ambiti di competenza specifica della normativa urbanistica operando in sostituzione, parziale e molto limitata, di un vuoto normativo che non può essere affrontato con una disciplina in ambito edilizio.
Decreto Salva-Casa: i punti critici
Il Salva-Casa si presenta quindi come una legge che “deroga senza abrogare” ad altre normative vigenti, come la legge n. 1150/42, il decreto n. 1444/68, il decreto del ministero della sanità del 1975, con le quali le nuove disposizioni potrebbero entrare in contrasto; pertanto non pone al riparo i professionisti e gli uffici tecnici della Pubblica Amministrazione dal rischio di una non corretta interpretazione.
Sottolineano però i due ordini che la scelta di effettuare modifiche parziali di un testo normativo, ormai inadeguato, aumenta le incertezze applicative introducendo il rischio di “derogabilità permanente” in ambiti di competenza di altre normative e può produrre criticità nel governo dei territori che necessitano, invece, di una nuova disciplina urbanistica e di un nuovo Codice delle Costruzioni organici ed attualizzati.
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