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Efficienza energetica in Italia: ENEA, gli edifici (registrati) non efficienti sono meno del 50%

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Gli edifici non efficienti dal punto di vista energetico sono meno del 50%: migliorano le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale certificato nel 2023, con una percentuale di edifici nelle classi energetiche meno efficienti (F e G) che scende sotto il 50% per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni.

Lo riporta ENEA nel V Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, realizzato insieme al Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sulla base degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) registrati nel SIAPE.

  • Vediamo i dati completi ed il contenuto del Rapporto ENEA 2024

Certificazione energetica degli edifici certificati al SIAPE: i dati positivi di ENEA

Il Rapporto è stato presentato il 10 ottobre Roma in un evento che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei presidenti di ENEA e CTI, Gilberto Dialuce e Cesare Boffa.

Nel 2023 sono stati registrati sul SIAPE 1,1 milioni di APE, di cui la quota più consistente è stata emessa in Lombardia (21,7%), con a seguire Piemonte (9,2%), Veneto (8,7%), Emilia-Romagna (8,5%) e Lazio (8,3%).

Il Rapporto evidenzia un incremento di circa il 6% delle classi energetiche più efficienti (A4-B) rispetto al 2022. A crescere è anche la percentuale di APE emessi conseguenti a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti, che rappresentano rispettivamente il 7,9% e il 6,4% (+2,3% e +2,4% nel confronto con il 2022).

Questo è confermato anche dagli attestati collegati a passaggi di proprietà e locazioni che risultano in calo rispetto al 2022 (-5,3%), pur continuando a rappresentare il 54,2% del campione analizzato.

V Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici: i dati sull’efficienza energetica in Italia

Nel Rapporto ENEA evidenzia nuovi strumenti e metodi di analisi sviluppati per migliorare la qualità degli APE, in particolare sulle metodologie di controllo utilizzate dai certificatori, sia durante la fase di predisposizione dell’APE che in quella successiva.

Al suo interno anche dei focus sul percorso di perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali (CEU), in funzione del possibile sviluppo del Catasto Unico Nazionale, del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e di altre applicazioni informatiche predisposte da ENEA.

Infine, anche i risultati di un sondaggio a cui hanno risposto oltre 10 mila certificatori, chiamati a esprimersi sugli aspetti significativi del processo di redazione dell’APE, dalla qualifica del professionista, al reperimento dei dati, ai rapporti con gli altri attori del processo, alla percezione dell’utilità di questo importante strumento.

Rapporto ENEA 2024: le dichiarazioni di Dialuce (ENEA) e Boffa (CTI)

“Il Rapporto ENEA – CTI evidenzia come la certificazione energetica non rappresenti soltanto uno strumento tecnico per valutare le prestazioni degli immobili e più in generale del patrimonio edilizio italiano, ma anche uno strumento per migliorarne l’efficienza, favorendo l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative che riducano i consumi”, dichiara il presidente ENEA, Gilberto Dialuce. “In un contesto di grandi sfide come quelle della transizione energetica e della decarbonizzazione, l’APE offre la possibilità di diffondere una cultura energetica più matura, di incentivare comportamenti virtuosi e investimenti mirati al miglioramento di efficienza e sostenibilità”.

“La nuova edizione del Rapporto mette in risalto come il meccanismo della certificazione energetica funzioni e produca risultati rilevanti. Ed è proprio questa la sua funzione. Costituire un importante strumento di lavoro che con il periodico monitoraggio della situazione consente al legislatore e agli operatori, ma anche a noi ENEA e CTI che l’abbiamo elaborato, di valutare l’evoluzione e i risultati delle strategie nazionali a supporto della transizione energetica e della decarbonizzazione e di individuare sempre nuovi spunti di miglioramento. Tutto questo è confermato dai risultati positivi mostrati nel Rapporto 2024”, spiega il presidente del CTI, Cesare Boffa.

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Antonio Mazzuca

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