In una nota diffusa dalle Regioni si fa riferimento ad una “fase di ripartenza differenziata in base alle caratteristiche territoriali e ai dati epidemiologici di ogni singola zona con l’esercizio pieno dell’autonomia regionale” e si fanno delle richieste.
Filtrano notizie (euronews) sulle linee guida attese fra giovedì e venerdì sulla base dei dati di monitoraggio e di una circolare del Ministero della Salute. A riaprire, sotto la responsabilità delle Regioni, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e commercio al dettaglio, con protocolli indicati per ogni attività per garantire massima sicurezza.
Il Governo potrà però intervenire per ripristinare le misure di contenimento.
Le richieste delle regioni
Le Regioni attendono però le linee guida nazionali e i protocolli nel più breve tempo possibile e avanzano due richieste:Un decreto che premi la collaborazione istituzionale, l’atteggiamento responsabile delle Regioni ed una visione dell’autonomia territoriale: le Regioni chiedono un nucleo di poche e chiare regole sulla base delle quali chi è in grado di aprire – naturalmente considerando il dato epidemiologico e nel rispetto delle regole di prevenzione – possa farlo il prima possibile
L’apertura di un accordo fra l’Esecutivo e le Regioni sul tema delle minori entrate
Il punto sulla Fase 2 da parte delle Regioni
Le Regioni durante la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, presieduta da Stefano Bonaccini, aveva approvato un ordine del giorno sulla cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Covid-19 facendo innanzitutto il punto della situazione sui controlli: “I dati epidemiologici sono in costante diminuzione in tutto il territorio nazionale ed è stato attivato un sistema di monitoraggio da parte del Ministero della Salute per verificare eventuali recrudescenze dell’epidemia e monitorare il rischio contagio” e “il livello di saturazione delle strutture ospedaliere è in costante diminuzione” ed è in corso “anche col sostegno del Governo attraverso ulteriori ed imminenti provvedimenti, il potenziamento strutturale della rete sanitaria”.Sulla base di queste considerazioni e alla luce dell’emanazione dei Protocolli per la sicurezza del DPCM del 26 aprile 2020, le Regioni hanno chiesto al Governo che “entro il 17 maggio venga adottato un nuovo DPCM con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regioni stesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività previa adozione da parte delle imprese di tutte le misure per la tutela dei lavoratori ed il contenimento del contagio come definiti dagli specifici protocolli di sicurezza, fermo restando che la competenza sulla mobilità interregionale è di competenza nazionale”.
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