L’Energia nel settore agro-alimentare: nuovo Fact sheet INAIL

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La cogenerazione presenta significative possibilità di risparmio di energia primaria ancora largamente inutilizzate nell’Unione. Tale innovazione impiantistica permette, infatti, di incrementare il rendimento energetico, aumentando la competitività delle imprese e allo stesso tempo riducendo l’emissione dei gas climalteranti, conformemente al protocollo di Kyoto. L’Inail in particolare ha affrontato lo studio degli impianti cogenerativi con riferimento alle attività istituzionali inerenti il D.M. 01/12/1975, definendo nella Raccolta R ed. 2009 le caratteristiche e i requisiti funzionali che detti impianto devono presentare.
Nel Fact sheet: “Innovazioni impiantistiche: “La cogenerazione e la trigenerazione nel settore rurale” disponibile gratuitamente, vengono descritti i campi applicativi dei metodi cogenerativi al comparto agroalimentare sottolineando come l’innovazione di processo sia per tale settore più importante dell’innovazione di prodotto.

Riportiamo di seguito un estratto proprio sull’utilizzo dell’energia nel sistema agro-alimentare.

L’efficienza energetica per l’intera filiera agroalimentare
L’Unione Europea considera l’agricoltura un settore prioritario per la realizzazione degli obiettivi del pacchetto Europeo Clima & Energia 20-20-20 (20% di rinnovabili, 20% di risparmio energetico, 20% di riduzione di CO2). Al comparto agroalimentare deve attribuirsi circa il 30% del consumo totale di energia del pianeta e il 22% delle emissioni di gas climalteranti. Si registra una differente utilizzazione dell’energia in paesi con diverso PIL (GDP): i paesi industrializzati, ad esempio, sfruttano una quota maggiore di tale energia per la lavorazione e il trasporto, rispetto a quella impiegata per la produzione primaria (fig. 3). Nei paesi a basso PIL (GDP), invece, l’energia necessaria per la produzione delle coltivazioni e gli allevamenti è superiore (quasi il 50%).
Occorrerebbe quindi aumentare l’efficienza energetica per l’intera filiera agroalimentare, ossia per le coltivazioni, per i sistemi di trasformazione, l’irrigazione e la fertilizzazione, per la refrigerazione, per i sistemi di stoccaggio, i trasporti e per la preparazione del cibo. Un primo aspetto da considerare è la riduzione degli sprechi: attualmente 1/3 della produzione alimentare non viene consumata e diventa rifiuto (FAO, 2011). Il comparto rurale si propone per le applicazioni della cogenerazione, fondamentalmente per due motivi: il primo è legato a caratteri intrinseci dei processi produttivi che caratterizzano l’agroalimentare, i quali, richiedendo diversi carichi termici, oltre il freddo, trovano nella cogenerazione, e ancor più nella trigenerazione, un importante strumento per soddisfare tale esigenza; il secondo motivo riguarda la rilevante quantità di energia fossile che il moderno settore agroalimentare richiede, oltre al non trascurabile impatto ambientale ad esso correlato, tale che il 10% delle emissioni di gas climalteranti siano imputabili all’agricoltura e all’industria alimentare.
Alcuni esempi applicativi di un certo interesse riguardano i mattatoi, la lavorazione delle carni, nonché le moderne serre.

Estratto da
Innovazioni impiantistiche: La cogenerazione e la trigenerazione nel settore rurale
Fact sheet
Edizioni: Inail – 2019

Redazione InSic

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