Pareti ventilate: definizione e normativa di riferimento

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Le pareti ventilate costituiscono il modo più intelligente e performante per assicurare, in modo naturale e senza impegnare energia per impianti, il massimo isolamento invernale e, nello stesso tempo, la massima protezione dal surriscaldamento estivo, con ciò rendendo possibile la riduzione quasi a zero dei consumi per il riscaldamento e per il raffrescamento.
Inoltre, esse determinano la realizzazione di un efficiente schermo sia rispetto agli agenti atmosferici (pioggia, grandine, vento, sole, radiazione notturna della volta celeste, brusche variazioni di temperatura), che rispetto agli attacchi biologici (picchi e gazze ai piani superiori, formiche e Doberman ai piani terra), ed in molti casi anche rispetto ai danni vandalici, assicurando lunga vita agli edifici che esse proteggono.

Il contributo che segue fa luce sulla nozione di “parete ventilate” la loro suddivisione e la normativa tecnica di riferimento, ed è tratto dal volume “Le PARETI VENTILATE e la loro ottimizzazione“di F.Lembo e F.P.R.Marino.edito da EPC Editore (aprile 2021), un supporto per riflettere sulle tecniche, comprenderne l’uso, caratterizzarne le ricadute, al fine di poter adoperare, di volta in volta, la rainscreen più appropriata.

Definizione di “parete ventilata” e primi riferimenti normativi

Secondo la norma UNI 11018:2003 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione – Rivestimenti lapidei e ceramici (al punto 3.1.2) (unica norma specifica allo stato esistente in Italia), la “facciata ventilata” (Figura 1.1) è un “tipo di facciata a schermo avanzato in cui l’intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l’aria in essa presente possa fluire per effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato, a seconda delle necessità stagionali e/o giornaliere, al fine di migliorarne le prestazioni termoenergetiche complessive”.

Come si suddividono le pareti ventilate?

Le pareti ventilate possono essere suddivise, a seconda del loro rivestimento, in tre grandi gruppi:

  • a piccoli elementi (tegole, ardesie, scaglie, lastre, pannelli…);
  • a fasce con una dimensione di molto prevalente rispetto all’altra;
  • a grandi elementi.

Le condizioni per definire una parete ventilata

Perché una parete ventilata possa essere definita tale, è necessario che al suo interno il movimento dell’aria generato dall’effetto camino sia libero, per evitare le perdite di carico, e rendere il moto il meno turbolento possibile. A tal fine, gli studi e le sperimentazioni effettuate fin dagli anni ’70 dal CSTB hanno portato alla definizione di alcune semplici condizioni:

1. che la larghezza della lama d’aria sia di almeno 2 cm, anche nelle parti in cui siano eventualmente presenti strozzature a causa di profili orizzontali della sottostruttura;

2. che le aperture di ventilazione in entrata ed in uscita siano di sezione sufficiente, cioè rispettino la formula S = (H/3)0,4 × 50, nella quale H è l’altezza della parete ventilata in metri; S è la superficie delle aperture di ventilazione in basso ed in alto, in centimetri quadrati per metro lineare orizzontale di parete. Ciò che corrisponde a:
• 50 cm2 per una altezza della parete di 3 m;
• 65 cm2 per una altezza da 3 a 6 m;
• 80 cm2 per una altezza da 6 a 10 m;
• 100 cm2 per una altezza da 10 a 18 m;
• 120 cm2 per una altezza da 18 a 24 m; – che pareti ventilate di altezza maggiore di 24 m siano interrotte in orizzontale da una compartimentazione che interrompa il percorso del flusso d’aria, portandolo ad uscire, determinando al di sopra un nuovo ingresso per l’aria, in una lama d’aria separata da quella sottostante; questo perché al di sopra di tale altezza il flusso dell’aria da laminare diviene turbolento;

3. che le pareti ventilate siano compartimentate in verticale, almeno in corrispondenza degli spigoli convessi dell’edificio, per evitare che, sotto l’azione del vento, l’aria si sposti in orizzontale anziché in verticale.

Parte ventilate e normativa tecnica di riferimento

Tali indicazioni normative sono state nel tempo riconfermate e precisate, e sono oggi contenute nella norma francese in corso di validità (in Francia) Cahier du CSTB 3316_V2 – Dicembre 2010 Ossature bois et isolation thermique des bardages rapportés faisant l’objet d’un Avis Technique ou d’un constat de traditionalité – Règles générales de conception et de mise en oeuvre [“Sottostruttura in legno e isolamento termico delle pareti ventilate che sono oggetto di un Avviso Tecnico di omologazione ovvero di un Verbale di constatazione di tradizionalità – Regole generali di concezione e di posa in opera”].
Diversamente, la già citata norma italiana UNI 11018:2003 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione – Rivestimenti lapidei e ceramici, che al punto 6.4.2 Lama d’aria, a pag. 38, nota 8, riprende le sue indicazioni dalla norma francese del novembre 1977 Règles Th-K 77, Chapitre IIme (poi DTU P50-702), edita sempre dal CSTB e che è stata annullata il 01/02/1997, cioè ben prima della comparsa della norma italiana.
Ed è anche il caso di aggiungere, per inciso, che tale norma italiana non considera il caso, comune nella cultura costruttiva francese e mitteleuropea, e sempre più attuale nella temperie di attenzione ai problemi della sostenibilità, che la sottostruttura sia realizzata in legno.

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico

Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.

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Antonio Mazzuca

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