L’operato del Consulente tecnico oggi, anche a fronte della grave crisi che attraversa il sistema giurisdizionale, è divenuta essenziale per il giudizio del magistrato. Quando le liti si risolvono in questioni tecniche è sull’esperto del giudice che ricade la responsabilità di decidere l’esito della controversia, fornendo al magistrato tutte le delucidazioni per valutare e decidere aspetti particolari del caso esaminato. In più, con la riforma del processo civile del 2006 si è riconosciuto il potere al CTU di conciliare la nascente disputa. In tal senso incombe sull’ausiliario un’ulteriore responsabilità, quella di offrire alle parti, che hanno scelto il particolare strumento della consulenza tecnica preventiva, un tentativo di conciliazione concreto e professionale.
Il lavoro del CTU e dell’ingegnere forense in particolare, sebbene le grandi responsabilità che i professionisti si assumono, non è ben valorizzato dal sistema giudiziario italiano. Basti considerare che ancora oggi non vi è stata una riforma delle tariffe dei CTU, dopo anni di richiesta. In più, le condizioni di lavoro dei tecnici sono divenute maggiormente complesse dopo il D.L. n. 83/2015, che introduce nuove misure in materia fallimentare e di esecuzione forzata. In base a tale norma i compensi dei CTU devono essere calcolati sulla base del valore di vendita di un immobile e non su quello stimato. Prima della vendita non possono essere liquidati acconti in misura superiore al cinquanta per cento del compenso calcolato sulla base del valore di stima. Il compenso del tecnico è, pertanto, vincolato e correlato ad una futura ed aleatoria cessione, che se dovesse avvenire, come spesso accade nei fallimenti, a una cifra più bassa rispetto a quella stimata, il professionista si troverebbe a dover restituire, a distanza di molto tempo, parte del compenso ricevuto come acconto.
Il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri – intervenuto in apertura dei lavori – ha ribadito l’importanza della professione dell’ingegnere, destinata ad incidere su un tessuto di rapporti socio-economici oggi molto problematici e, per questa ragione, chiamata a dare risposte sempre più complesse. Anche nell’ambito del servizio-giustizia agli ingegneri è rivolta una sfida basata su compiti più impegnativi, per cui solo l’accrescimento qualitativo delle prestazioni potrà garantire una maggiore affidabilità per i giudici. Come rappresentante di Governo e come magistrato il Sottosegretario Ferri si è poi soffermato sugli aspetti problematici dell’attività dell’ingegnere quale CTU, dichiarandosi d’accordo con l’esigenza di introdurre meccanismi perequativi per garantire che la liquidazione dei compensi rispecchi sempre la dignità della prestazione svolta. Non possono essere infine sottovalutate le criticità applicative, poste in luce da recenti pronunce della giurisprudenza di merito, della circolare ministeriale sull’individuazione del termine per proporre opposizione al decreto di pagamento dei compensi.
“Il ruolo dell’ingegneria forense deve essere considerata prominente, se si considera il contributo reale che gli ingegneri fornisco alla giustizia in tutti i procedimenti civili, amministrativi, penali che riguardano questioni tecniche”– afferma Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma- “Sono tante le tematiche che necessitano maggiore attenzione da parte del legislatore e dell’opinione pubblica. Si passa dalla questione della formazione specifica, di cui oggi si osservano i primi risultati con l’istituzione presso alcuni atenei di corsi di specializzazione in ingegneria forense, alla questione dei compensi. Il ruolo dei ctu deve essere più stimato, non solo in termini economici, ma in relazione all’importante valore profuso al servizio della collettività. “
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