Gli ORS sono una moderna tecnologia di prevenzione incendi basata su una riduzione permanente della concentrazione di ossigeno all’interno dell’ambiente protetto. Negli ambienti protetti dagli ORS viene creato un ambiente ipossico normobarico dove un incendio non può né nascere né diffondersi grazie alle molecole di azoto che, presenti in numero maggiore rispetto ad un ambiente normossico, riducono la disponibilità dell’ossigeno comburente.
Gli impianti ORS sono costituiti essenzialmente da:
• un impianto di generazione dell’azoto che, negli impianti fatti a regola d’arte, prevede un’adeguata ridondanza per sopperire ad eventi imprevisti come malfunzionamenti e/o improvvise perdite d’aria dal volume protetto maggiori di quelle considerate in fase di progetto;
• un sistema di distribuzione dell’azoto con numerosi punti di immissione (secondo la EN 16750 e ISO 20338 almeno uno ogni 150 m2 e ogni 10 m di altezza del volume protetto) per assicurare una concentrazione di ossigeno omogenea in tutto il volume protetto;
• un sistema di rivelatori di ossigeno distribuiti omogeneamente nel volume protetto per monitorare la concentrazione di ossigeno al suo interno; proprio per aumentare la capillarità del sistema di monitoraggio, gli impianti progettati seguendo la stessa logica degli impianti rivelazioni incendi descritta nella UNI 9795 prevedono che ciascun rivelatore abbia un raggio massimo di copertura di 6.5 metri (per soffitti piani).
Gli impianti ORS, a differenza di tutti gli altri impianti antincendio tradizionali, hanno il sistema di analisi e controllo dell’ossigeno costantemente in funzione: secondo la ISO 20338 infatti la concentrazione di ossigeno deve essere misurata costantemente da ogni sensore almeno una volta al minuto. Proprio per questo è molto importante che questi impianti abbiano un elevato livello di affidabilità, ossia un’elevata integrità` della sicurezza che minimizzi la probabilità` di guasti pericolosi che vadano a minare lo svolgimento della funzione di sicurezza prescritta in tutte le condizioni di esercizio dichiarate.
In allegato l’articolo completo pubblicato sul n. 4/2020 della rivista Antincendio.
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