Stabilimenti RiR: una guida sulla sperimentazione dei Piani di Emergenza

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Il ministero dell’Ambiente riporta sul proprio sito della pubblicazione della Guida Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs.105/2015. Predisposto dal Gruppo di lavoro, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, istituito nell’ambito del Coordinamento per l’uniforme applicazione sul territorio nazionale di cui all’art. 11 del decreto legislativo 26 Giugno 2015 n. 105.
Questo documento ha l’obiettivo di fornire un supporto operativo alle Prefetture e agli altri soggetti competenti, per lo svolgimento degli adempimenti riguardanti la sperimentazione del Piano di Emergenza Esterna, previsti dall’art. 21, comma 6, del suddetto decreto legislativo.

La Sperimentazione
Il decreto legislativo del 26 giugno 2015 n.105, all’art. 21 stabilisce che il Piano di Emergenza Esterna (PEE) debba essere riesaminato, sperimentato e, se necessario, aggiornato ad intervalli appropriati e, comunque, non superiori a tre anni.
La sperimentazione deve permettere di verificare se l’attivazione del PEE consenta il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’art.21 del D.Lgs. n.105/2015, ovvero:
controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni per la salute umana, per l’ambiente e per i beni;
mettere in atto le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti, in particolare mediante la cooperazione rafforzata negli interventi di soccorso con l’organizzazione di protezione civile;
informare adeguatamente la popolazione, i servizi di emergenza e le autorità locali competenti;
• provvedere, sulla base delle disposizioni vigenti, al ripristino ed al disinquinamento dell’ambiente dopo un incidente rilevante.

L’attività di sperimentazione consente:
• la verifica delle azioni previste dal piano;
• la verifica e il miglioramento delle capacità operative del personale coinvolto;
• la verifica della correttezza delle procedure previste per gli stati di attuazione del piano.

Articolazione della Guida
La Guida indica le diverse tipologie di esercitazioni, specifica gli obiettivi di una esercitazione e i criteri per pianificare e programmare le esercitazioni sui PEE: come condurre e preparare le esercitazioni di tipo Table Top (Livelli A e B) oltre alla conduzione della esercitazione per prove di soccorso singole/congiunte (livello c) e di tipo full scale (livello d).
Nei diversi Allegati, le Check List per le diverse tipologie ma anche lo Schema di Documento di Impianto e la Matrice dei ruoli per le diverse fasi della Esercitazione.

Le tipologie di Esercitazione
Nella guida si indicano le diverse Esercitazioni per Livelli; le riportiamo di seguito in breve (rimandando alla lettura della Guida)
• Livello A – per posti di comando (tipo Table Top) parziale: consente il confronto sulle procedure di intervento dei singoli enti e strutture, di testare il flusso delle comunicazioni per l’attivazione del PEE ed altri obiettivi quali, ad esempio, l’attivazione simulata di procedure di intervento specifiche;
• Livello B – per posti di comando (tipo Table Top) completa: i partecipanti dovranno simulare, all’interno di un centro operativo in stato di attivazione (es.: mediante convocazione del CCS), il flusso delle comunicazioni tra strutture/enti, l’attivazione di tutte le procedure dei singoli enti e strutture del modello di intervento previsto dal piano, attuando a tavolino un impiego coordinato delle risorse in emergenza, con lo scopo di verificare le tempistiche di attivazione e le criticità connesse all’attivazione.
• Livello C – per prove di soccorso singole/congiunte: oltre alle attività previste nel livello B, è prevista l’effettuazione di azioni reali riferite ad alcune procedure di intervento previste dal piano per gli stati di attenzione, preallarme, allarme-emergenza, cessato allarme, con il coinvolgimento dei soccorritori e delle relative sale operative;
• Livello D – su scala reale (tipo full scale): in questo caso, oltre a quanto previsto nella esercitazione di tipo table top (tipo A e B) e in quella per prove di soccorso singole/congiunte (tipo C), vengono effettuate azioni reali sul territorio per tutte le procedure di intervento previste dal piano, compreso l’eventuale coinvolgimento della popolazione.

Riferimenti bibliografici:
“Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs.105/2015”.
Ministero dell’Ambiente

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Redazione InSic

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