The Shard

The Shard: dalla progettazione alle sfide di salute e sicurezza – Articolo di G.Semeraro e C.Landi

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La realizzazione dell’edificio londinese “The Shard” è stata un’impresa assai complessa e garantire livelli di salute e sicurezza accettabili è stata una sfida ancora maggiore. Quali sono stati i protagonisti principali coinvolti nella progettazione dell’opera e quale influenza significativa hanno avuto nell’orientare le scelte tecniche e quelle relative alla sicurezza?

Su EPC è possibile acquistare l’articolo “The Shard La sicurezza va in alto” a firma di Giuseppe Semeraro (ingegnere) e Corrado Landi (architetto) dalla rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.1-2/2023 che illustra e commenta la progettazione, organizzazione e gestione del cantiere.

The Shard: la storia

La realizzazione della London Bridge Tower, detta comunemente “The Shard”, risale ormai a più di dieci anni or sono, ma l’edificio mantiene tuttora molti elementi di interesse per le soluzioni tecniche e tecnologiche che integrate costantemente con gli aspetti relativi alla sicurezza del lavoro in cantiere ne hanno caratterizzato lo sviluppo costruttivo.

La storia di questa realizzazione inizia nel 1998 quando Irvine Gerald Sellar, imprenditore britannico, che aveva fatto fortuna nel settore dell’abbigliamento dopo un primo tentativo non positivo, decise di investire nel settore immobiliare acquistando le Southwark Towers, un complesso di tre torri di 25 piani alte 100 metri, completate nel 1975, situato in corrispondenza della stazione ferroviaria di London Bridge. Tutto ciò con lo scopo di cogliere le opportunità offerte dalle mutate politiche pubbliche che favorivano interventi di trasformazione edilizia con aumento delle cubature in corrispondenza delle stazioni ferroviarie e metropolitane.

The Shard: descrizione

Attorno al 2000 l’iniziativa prende corpo quando Irvine Sellar incontra l’architetto Renzo Piano, di cui aveva apprezzato il complesso immobiliare di Potsdamer Platz. Rapidamente si delinea la forma di un edifico alto più di trecento metri: una torre con un mix di funzioni, che a differenza degli altri grattaceli londinesi, sarebbe stata aperta al pubblico e che avrebbe preso il posto del complesso delle Southwark Towers.

La realizzazione dell’opera è stata un’impresa difficile e garantire livelli di salute e sicurezza accettabili è stata una sfida ancora maggiore. Importante, il ruolo giocato dai protagonisti principali della vicenda, i quali hanno avuto un’influenza significativa nell’orientare le scelte tecniche e quelle relative alla sicurezza.

The Shard: dai materiali agli aspetti di salute e sicurezza

Nell’articolo pubblicato sulla rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro, i due autori illustrano gli Aspetti ambientali e di contesto: si fa riferimento a vincoli di progetto “praticamente insormontabili”.

I vincoli di tempo, spazio, costi e sicurezza per la realizzazione del progetto hanno portato i committenti, i progettisti e gli appaltatori ad individuare soluzioni tecnologiche innovative che hanno reso possibile il rispetto degli obiettivi iniziali.

I due autori le individuano con particolare riferimento all’uso innovativo dei materiali da costruzione. Inoltre, al centro dell’articolo anche l’analisi dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, un primo obiettivo sin dall’avvio della progettazione e spiegano:

Un’attenta progettazione, organizzazione e gestione del cantiere hanno consentito di mitigare i potenziali rischi per la sicurezza delle maestranze e per l’ambiente circostante, nel rispetto di costi e tempi certi”.

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