Verifica attrezzature di lavoro: proposta metodologica per la valutazione dei rischi

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Sulla rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoro n.8/2019 un gruppo di lavoro attivo presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, ha definito una metodologia per effettuare la valutazione dei rischi derivanti dalla presenza di pericoli di natura meccanica, termica, elettrica connessi con l’utilizzo delle attrezzature di lavoro come prescritto dal Titolo III, Capo I, del D.Lgs. 81/08, in assenza di linee guida ufficialmente condivise.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi (AOUC) di Firenze si avvale della collaborazione del Gruppo Sicurezza (G.S.) del Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIEF) per le attività di supporto metodologico e operativo all’interno del Campus Careggi.

Di seguito un ESTRATTO che mette in luce i particolari della metodologia.

La metodologia usata nel campus dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi

La metodologia proposta in questo articolo è stata sviluppata per essere applicata alle attrezzature in uso all’interno del campus dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi ricadenti nella definizione di “attrezzatura di lavoro”, come da Art. 69 Comma 1 Lettera a) del citato Decreto. Pertanto, il parco attrezzature oggetto di valutazione risulta estremamente variegato comprendendo sia attrezzature acquisite a mercato o date in comodato, sia attrezzature assemblate internamente ai dipartimenti universitari a scopo di ricerca, per le quali vigono le prescrizioni del D.M. 363/98 recepito anche da Regolamento per la sicurezza dell’Ateneo fiorentino.
L’obiettivo della metodologia adottata è quello di definire un unico livello di rischio sintetico per ciascuna attrezzatura che comprenda tutti i rischi derivanti da pericoli di natura meccanica, termica, elettrica che non sono specificatamente valutati in documenti di valutazione del rischio dedicati, redatti secondo specifici titoli del D.Lgs. 81/08 (Titoli dal V al XI).
La proposta metodologia di valutazione dei rischi connessi con l’utilizzo delle attrezzature si inserisce nel complessivo processo di valutazione dei rischi per il quale il SPP di AOUC ha adottato la metodologia generale basata sulla definizione dei livelli di rischio mediante matrice Gravità del danno atteso (G) x Probabilità di accadimento (P).
Questo criterio di valutazione del rischio definisce, per la gravità del danno atteso (G), cinque livelli di valore A (insignificante), B (minore), C (moderata), D (maggiore), E (catastrofica), e per la probabilità di accadimento (P) cinque livelli di valore 1 (rara), 2 (improbabile), 3 (possibile), 4 (probabile), 5 (altamente certa). Definite le scale dei livelli di gravità del danno atteso (G) e di probabilità di accadimento (P), il livello di rischio risulta dato dal valore alfanumerico ottenuto con la matrice GxP. I codici alfanumerici sono raggruppati in quattro distinte classi di rischio: estremo (E5), alto (E1, E2, E3, E4, D3, D4, D5, C5), moderato (D1, D2, C1, C2, C3, C4, B3, B4, B5, A4, A5), basso (B1, B2, A1, A2, A3).
Il processo di valutazione dei rischi connessi con l’utilizzo delle attrezzature, proposto dagli autori, si sviluppa in tre fasi:
– “censimento attrezzature”;
– “verifica preliminare”;
– “valutazione”.

Dal campo di applicazione della metodologia definita sono esclusi gli impianti a servizio degli edifici (comprese cappe chimiche, celle frigo, camere iperbariche), le dotazioni per la lotta antincendio, gli autoveicoli, gli utensili azionati unicamente dalla forza umana, gli arredi.

Riferimenti bibliografici:
Attrezzature di lavoro. Proposta di una metodologia per la valutazione dei rischi
R. Capitani, L. Paciscopi, M. Daou, G. Falchi, L. Garzarella, L. Pietraperzia, N. Li Vigni, N. Berti
Ambiente&Sicurezza sul lavoro n.8/2019

Redazione InSic

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