di S.Bufarini,S.Lombardo, V.Venturi
La turbata sensibilità nazionale scaturita dalle recenti tragedie, verificatesi in concomitanza di eventi naturali ed accidentali, ha di fatto posto all’ordine del giorno in modo drammatico il tema della sicurezza delle costruzioni e delle infrastrutture strategiche.
In particolare, gli eventi calamitosi insegnano che le strutture possono essere vulnerabili se mal progettate, realizzate con materiali di scarsa qualità, non soggette a manutenzione ordinaria ed a un monitoraggio programmato.
Nell’articolo analizziamo il ruolo delle Prove non Distruttive e la recente normativa che consente al Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili di autorizzare anche i Laboratori addetti all’esecuzione e certificazione di prove e controlli sui materiali su strutture e costruzioni esistenti.
Nell'articolo
Valutazione della Sicurezza di costruzioni esistenti: le Prove non Distruttive
Le “Prove Non Distruttive” hanno assunto negli ultimi anni una sempre maggiore rilevanza per la diagnosi ed il controllo delle costruzioni anche in virtù delle mutate e sopravvenute disposizioni normative.
In particolare, si rileva lo straordinario contributo che tali esami e metodologie di prova sono in grado di fornire riguardo agli obiettivi primari di prevenzione e sicurezza delle strutture.
Prove non distruttive: a cosa servono?
L’attualità di tali controlli e la crescente attenzione di tutti gli attori della filiera di processo del settore costruzioni è riconducibile ad una serie di motivazioni precise e tra di loro strettamente connesse, in particolare:
- obsolescenza delle costruzioni;
- evoluzione normativa (passaggio da un sistema di tipo prescrittivo ad un sistema di tipo prestazionale);
- incremento degli standard di qualità nelle costruzioni.
In tale contesto, le Prove Non Distruttive consentono l’implementazione di sistemi di monitoraggio e di controllo, al fine di verificare l’effettivo conseguimento dei prefissati obiettivi di sicurezza e funzionalità ed il loro andamento nel tempo.
Laboratori di prova per le costruzioni: l’evoluzione normativa
La Legge 14 giugno 2019, n. 55, di Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 18 aprile 2019, n. 32, recante “disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, ha modificato l’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001, introducendo al comma 2, lett. c-bis) la possibilità, da parte del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili (già Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), di autorizzare con proprio decreto, anche Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti.
Quali criteri per le autorizzazioni dei Laboratori?
L’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con Parere n. 48/2019 reso nell’adunanza del 27 settembre 2019 ha espresso parere favorevole alla pubblicazione della Circolare n. 633/STC del 3 dicembre 2019 che contiene i “Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti di cui all’art. 59, comma 2, del D.P.R. n. 380/2001”.
La Circolare n. 633/STC consente di dare piena attuazione alle disposizioni delle Norme tecniche per le costruzioni e della relativa circolare applicativa del C.S.LL.PP. n. 7/2019, per le quali la valutazione della sicurezza delle costruzioni non può che realizzarsi mediante un processo che deve avere alla base, per prima cosa, la conoscenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali da costruzione.
Il sistema di controllo e certificazione dei materiali posti sulle nuove strutture e costruzioni esistenti
Al fine di garantire la massima credibilità ai parametri di progetto, non si può prescindere da un sistema di controllo e certificazione, al quale conferire valore di legge.
Tale sistema di certificazione della conoscenza dei materiali e delle strutture finora pienamente attuato per le nuove costruzioni, come previsto dal disposto comunitario e dal Regolamento (UE), 305/2011 si completa così anche per i materiali da costruzione impiegati sulle nuove strutture e le costruzioni esistenti, dando attuazione ai principi di cui al capitolo 8 delle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Laboratori e autorizzazioni all’esecuzione e certificazione delle Prove non Distruttive
Con queste premesse e considerando i richiami di cui all’aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni, relativamente alla caratterizzazione dei materiali strutturali in opera, con la Circolare n. 633/STC è stato disciplinato un settore di primaria importanza nel processo di verifica strutturale per la garanzia d’uso e prestazione del patrimonio edilizio, infrastrutturale e storico esistente.
L’autorizzazione ad operare nel settore delle Prove non Distruttive sulle nuove strutture e costruzioni esistenti, definendo i requisiti minimi di accesso e prescrivendo le procedure di gestione delle attività sperimentali, di esecuzione delle prove e di certificazione dei risultati, risponde all’esigenza di
- garantire le migliori condizioni di:
- qualità;
- affidabilità;
- indipendenza
- di terzietà,
- consentire la migliore applicazione delle norme tecniche negli interventi di
- consolidamento;
- miglioramento;
- adeguamento delle strutture in esercizio.
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