RACCONTI AUTOBIOGRAFICI DI UN CONSULENTE – L’incertezza residua

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Carlo Bisio, Psicologo delle Organizzazioni e Graduate Member del IOSH, ha raccolto alcuni racconti autobiografici tratti dalla propria attività consulenziale e di formazione nell’e-book, edito da EPC: “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” che affronta temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro.

Continuiamo con la selezione di questi racconti nelle prossime settimane, confidando nel loro essere spunti di riflessioni utili per quanti operano nel mondo della sicurezza, in particolare consulenti e formatori in sicurezza sul lavoro
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L’incertezza residua

Periodo: 2019 (55 anni)

Sarà stato perché in quel momento aspettavo che il pane tostasse, e avevo quindi gli occhi e la mente disimpegnati che potevano vagare per la sala. O forse perché nei contrasti si colgono meglio le cose. Ho sempre apprezzato i contrasti, i piatti in agrodolce, i disegni in chiaroscuro, la logica delle contraddizioni.

Sarà per tutti questi motivi, ma non ho potuto fare a meno di notare quelle due azioni, così vicine e così diverse.

I profumi della colazione e i colori del mare poco distante facevano da sfondo alla scena. A quella madre è bastato stare accanto al proprio figlio per assicurarsi che egli tenesse il pane bene appoggiato sul tagliere, le dita fuori dalla traiettoria del grosso coltello che con una certa fatica egli manovrava per ricavare alcune fette. Il coltello era grande quasi come l’intero suo avambraccio, la sua statura gli consentiva di arrivare appena al piano di lavoro.

Ma in quel contesto potevo leggere la sicurezza, nonostante l’operazione contenesse un evidente pericolo. Poco più in là una giovane donna stava afferrando un panino con la mano sinistra, tenendolo sollevato e saldo in mano fra pollice e indice, e con la destra stava iniziando a tagliarlo a metà usando la lama del coltello in direzione dell’altra propria mano. Una sua amica le si è avvicinata e lei ha iniziato a parlarle e a rivolgerle lo sguardo mentre proseguiva nell’operazione di taglio.

Nella prima scena vedevo nascere la sicurezza in una relazione educativa attenta e sensibile.

Poco più in là una sinergia di alcuni errori enormi avrebbe potuto causare un taglio serio. Stesso pericolo, ma energie controllate in modo diverso, quindi un rischio diverso. Stesse energie in gioco, ma diverse dinamiche nell’attribuzione dei significati. Ovviamente una parte di aleatorietà esiste sempre, altrimenti non si parlerebbe di rischio, ma di certezza. Il rischio invece è l’effetto dell’incertezza.

Nonostante ciò che facciamo per prevenire gli incidenti, vi è una parte d’incertezza residua, più o meno ampia, in ragione di variabili che dipendono anche dall’individuo e dalle relazioni con le persone attorno.

Nel tempo ho imparato tecniche raffinate per la sicurezza, attraverso il confronto, l’esperienza, lo studio, la riflessione, lavorando per le migliori società presenti sul pianeta.

Ci sono alcuni principi generali nella salvaguardia della sicurezza personale. Questi principi possono essere declinati in molti modi, ma per lo più ricadono nelle due seguenti categorie.

La prima categoria riguarda la consapevolezza di quanto sei in grado di controllare la situazione, ad esempio:

  • l’importanza della visibilità della zona e del compito che stai svolgendo ed eventuali vincoli (ad es. illuminazione inadeguata o angoli ciechi)
  • la libertà di movimento ed eventuali vincoli (ad es. stai trasportando qualcosa)
  • il livello di comprensione di ciò che stai facendo e di ciò che accade intorno
  • la comprensione del tuo stato interno (es. emozioni intense, o livello di competenza)
  • la possibilità di collaborazione con altre persone.

La seconda categoria riguarda invece la limitazione o il controllo delle energie presenti, che dovrebbe portarci a chiederci:

  • quali sono le energie presenti in un compito o in una zona
  • se vi sono zone o direzioni in cui si è più esposti al manifestarsi di energie (la cosiddetta “linea del fuoco”)
  • quali sono le parti del corpo che potrebbero subire danni in caso di imprevisto (es. dita, occhi)
  • quali i fattori su cui è possibile agire per eliminare o ridurre le energie dannose
  • come evitare il contatto con le energie
  • quali situazioni particolari e specifiche sono presenti nella situazione, rispetto al solito, che potrebbero generare imprevisti.

Gli errori che stava facendo la giovane donna nella seconda situazione erano su entrambi i versanti.

Muovendo la lama nella direzione della propria mano stava gestendo male le energie presenti: aveva una parte del corpo nella cosiddetta “linea del fuoco”, cioè la zona o la direzione in cui le energie dannose potrebbero manifestarsi in caso di imprevisto.

Rivolgendo l’attenzione e lo sguardo alla sua amica che si avvicinava per parlarle stava diminuendo il proprio controllo sulla situazione.

Moltissimi infortuni vengono evitati quando le persone sono consapevoli di questi principi della sicurezza personale e li applicano.

Vi sono alcune persone, quando in aula si discutono queste cose, che ancora pensano: «Se una persona una volta si fa male, almeno impara e la volta dopo starà più attento». A parte l’evidente problema etico nel promuovere una pedagogia della sicurezza del genere, e le implicazioni legali, non credo che sia sufficiente farsi male per imparare.

In ogni caso giuro che non era mia intenzione promuovere questo tipo di pedagogia quella volta che chiesi a Luca, mio figlio, di darmi una mano per portare all’isola ecologica diversi materiali da smaltire. Quando arrivammo alla discarica Luca aprì il bagagliaio dell’auto e un cassetto in legno di una scrivania, che dovevamo buttare via, gli cadde sull’alluce, provocando un notevole dolore e qualche giorno in cui zoppicò. “Proprio tu che fai i corsi sulla sicurezza”.

In quel caso facemmo a posteriori un’analisi, e imparammo davvero che nel trasporto, e soprattutto in fase di carico e scarico, può essere un errore sottovalutare alcuni tipi di rischio.

Inoltre, il piede si trovava nella “linea del fuoco”, che sarebbe stato meglio evitare.

Non è facendosi male che si impara, ma riflettendo (sui rischi, su episodi negativi e positivi) e acquisendo buone abitudini. Molto meglio se prima dell’incidente e acquisendo buone abitudini. Molto meglio se prima dell’incidente.

Sicurezza, formazione e altre vicissitudini – Racconti autobiografici di un consulente – il volume EPC

L’E-book “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C. Bisio, edito da EPC Editore (novembre 2021) propone temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro, attraverso racconti autobiografici. 

Sicurezza, formazione e altre vicissitudini.

Questo libro propone temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro, attraverso racconti autobiografici.

Di cosa tratta il Volume “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C.Bisio?

Il percorso che i racconti tracciano nel loro insieme parte dall’ergonomia cognitiva, prosegue su aspetti che riguardano cultura, identità e significati, poi affronta l’ambito della formazione, la costruzione di affidabilità e sicurezza, il contributo umano alla sicurezza, per chiudere esplorando alcuni aspetti riguardanti violenze e aspetti sociali.
L’autore presenta episodi o periodi della propria vita in modo spesso leggero e a tratti divertente e autoironico, mettendoli in relazione con significati più profondi.

Il libro ha quindi diversi livelli di lettura.

Dove poter scaricare il Volume “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C.Bisio?

Il prodotto può essere visualizzato:

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Carlo Bisio

Si occupa di sicurezza e salute sul lavoro. È Psicologo delle Organizzazioni, ha conseguito un Master di II livello in Ergonomia e il Diploma Internazionale NEBOSH in sicurezza. È Graduate Member del IOSH. Ha collaborato con diversi atenei come docente a contratto, ed è autore di numerose pubblicazioni. Scopri tutte le pubblicazioni di C.Bisio per EPC Editore