Estrapoliamo un passaggio che fa luce sulla eventualità che la progettazione non includa una dettagliata valutazione del rischio di incendio.
In questo articolo:
• Il ruolo della valutazione del rischio di incendio nel Codice
• Come svolgere una valutazione del rischio incendio corretta
• La fase di individuazione dei pericoli
• Workshop e meetings con dipendenti e stakeholders
• Approfondisci sulla rivista Antincendio!
Nell'articolo
Il ruolo della valutazione del rischio di incendio nel Codice
Dall’entrata in vigore del Codice di Prevenzione Incendi, si è avuto modo di constatare alcune criticità connesse alla corretta applicazione della metodologia generale per la progettazione della sicurezza antincendio.In particolare, si sono riscontrati casi in cui la progettazione non includeva una dettagliata valutazione del rischio di incendio, ma una mera “fotografia”, sovente sintetica, dell’attività. Talvolta invece, si procedeva direttamente con l’attribuzione dei profili di rischio, bypassando quindi la preventiva fase di valutazione del rischio di incendio.
In tal senso, il Codice aggiornato, ha puntualizzato il ruolo e l’importanza della valutazione del rischio nella metodologia di progettazione antincendio, chiarendo e rimarcando con vigore che:
• i profili di rischio non sostituiscono la dettagliata valutazione del rischio d’incendio;
• il progettista applica all’attività tutte le misure antincendio, considerando gli obiettivi di sicurezza e la valutazione del rischio dell’attività;
• il progettista assume piena responsabilità in merito alla valutazione del rischio d’incendio riportata nella documentazione progettuale.
Come svolgere una valutazione del rischio incendio corretta?
Per svolgere la valutazione del rischio di incendio è possibile riferirsi ai metodi di regola dell’arte in materia, a seconda della complessità dell’attività. Ad ogni modo, il Codice richiede comunque lo sviluppo e l’approfondimento di alcuni punti precipui.In caso di sussistenza di regola tecnica verticale, la valutazione del rischio di incendio è limitata agli aspetti specifici dell’attività in esame.
La letteratura di settore si presenta abbastanza nutrita in tema di valutazione del rischio di incendio e relative metodologie applicative.
Ad ogni modo, si vuole in questa sede sottolineare alcuni aspetti che non andrebbero sottostimati ai fini della individuazione dei pericoli e della valutazione degli elementi costitutivi del rischio (frequenza di accadimento ed entità delle conseguenze).
La fase di individuazione dei pericoli
La fase di individuazione dei pericoli costituisce uno step fondamentale nell’analisi del rischio: se il pericolo non viene identificato, il rischio non può essere gestito. Inoltre, il processo di identificazione e caratterizzazione dei pericoli è profondamente dinamico e necessita di una costante verifica e di un eventuale aggiornamento. Questa operazione richiede il ricorso da parte del progettista a risorse, fonti ed attività che concorrono all’ottimizzazione del procedimento. In tal senso, è possibile, ad esempio, far riferimento a (EPA Victoria et al., 2018):• Associazioni di categoria per acquisire informazione circa nuovi pericoli e rischi.
• Produttori e fornitori per approfondire i rischi connessi ad impianti, cicli di processo, sostanze e materiali.
• Data Sheets e schede di sicurezza per desumere informazioni in merito allo stoccaggio ed alla movimentazione di prodotti chimici pericolosi.
• Compagnie di assicurazione.
• Professionisti/specialisti nel campo della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Ovviamente, il processo di identificazione dei pericoli non può prescindere da un accurato sopralluogo dell’attività, per comprendere tutti gli aspetti tecnici e gestionali meritevoli di opportuna attenzione.
Workshop e meetings con dipendenti e stakeholders
Infine, la organizzazione di workshop e meetings con dipendenti e stakeholders può contribuire sensibilmente al miglioramento dell’analisi nonché alla diffusione ed al rafforzamento della cultura della sicurezza negli ambienti di lavoro (EPA Victoria et al., 2018).Nell’ambito dell’analisi di rischio, la determinazione della frequenza passa attraverso la considerazione strategica e l’esame attento di alcuni concetti-chiave, quali l’analisi storica degli eventi incidentali, lo studio causa-effetto, l’impatto delle modifiche operative e dei cicli di processo, la valutazione del fattore umano (EPA Victoria et al., 2018).
In relazione invece alla stima dell’entità del danno, è fondamentale comprendere con precisione come opera l’attività nel complesso e nel dettaglio, e quindi i potenziali effetti prodotti da un possibile scenario di incendio, con riferimento ai lavoratori, ai bersagli (soprattutto sensibili), ai comparti ambientali, ai beni, agli aspetti economici dell’azienda (EPA Victoria et al., 2018).
Approfondisci sulla rivista Antincendio!
La flessibilità del Codice: una sfida per il professionista
Daniele Panza
Antincendio n.1/2020
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