L’articolo di M.N. Bonfatti (Dirigente VVF e Coordinatore Gruppo UNI “Sistemi fissi ed estinguenti speciali”) dal titolo “L’estintore omologato: il valore aggiunto sul mercato”, pubblicato su Antincendio 9/2014 (e qui in allegato), fornisce una interpretazione funzionale dei significati implicati dall’istituto dell’omologazione, comune anche ad altri prodotti antincendio, distinguendo anche la “Approvazione per tipo” dalla “omologazione”.
Nell’articolo si passano in rassegna le diverse Fasi del percorso di omologazione, dalle prove ed emissione del rapporto di prova (Prima Fase) all’esame dei risultati di prova per l’attestazione della conformità (Seconda Fase). Si analizzano poi la “Dichiarazione di conformità” e la “Autorizzazione alla commercializzazione”, chiarendo anche la distinzione fra “prodotto omologato” e “prodotto certificato”.
“L’omologazione può essere un valore aggiunto – scrive Bonfatti – Negli estintori portatili d’incendio già ora lo è perché comporta l’istituzione di strumenti di indubbio valore tecnico non previsti dalla norma tecnica.
Il vero valore aggiunto, negli estintori come in molti altri prodotti, è l’organizzazione del sistema di vigilanza di cui l’omologazione è la base di partenza. Un corretto regime di commercializzazione permette la qualità di tutta la “filiera” fino alla garanzia che i prodotti che vengono effettivamente installati corrispondano a quelli di progetto”.
Riferimenti:
L’estintore omologato: il valore aggiunto sul mercato”
Massimo Nazzareno Bonfatti
Rivista Antincendio n.9/2014
Allegati
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