I principali effetti dell’incendio sull’uomo sono provocati dai prodotti della combustione che, come visto nel precedente articolo, si suddividono in quattro categorie: fiamme, fumo calore e gas di combustione. In questo articolo vediamo quali sono gli effetti dell’incendio sull’uomo provocati dai gas di combustione.
Nell'articolo
Gas di combustione ed effetti dell’incendio sull’uomo
Gli effetti dell’incendio sull’uomo, provocati dai prodotti della combustione, sono:
• anossia per mancanza di ossigeno;
• azione tossica dei gas di combustione;
• azione termica a causa del calore sviluppato.
I maggiori rischi per le persone derivano più che dal calore, dall’azione tossica o comunque nociva dei gas combusti e del fumo visibile, a cui si aggiunge la carenza di ossigeno dell’aria, che viene consumato durante la reazione chimica, sottraendolo alla disponibilità per la respirazione delle persone.
Vediamo quali sono i più comuni gas di combustione che possono generarsi durante l’incendio di materiali quotidianamente presenti nelle attività e quali i loro effetti sull’uomo.
Effetti dell’incendio sull’uomo: ossido (monossido) di carbonio
L’ossido di carbonio si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno. Ha le seguenti caratteristiche:
• incolore;
• inodore;
• non irritante.
Negli incendi risulta il più pericoloso tra i tossici del sangue sia per l’elevato livello di tossicità, sia per i notevoli quantitativi generalmente sviluppati. Il monossido di carbonio viene assorbito per via polmonare.
I sintomi riconducibili sono: cefalea, nausea, vomito, palpitazioni, astenia, tremori muscolari, già avvertibili con un’esposizione di alcune ore ad una concentrazione di 100 p.p.m. (parti per milione).
A 200 p.p.m. l’affanno è forte, si accusano forti vertigini e abbassamento della vista.
A 600 p.p.m. si è già in pericolo di vita.
A 1000 p.p.m. la morte sopraggiunge dopo circa 90 minuti.
Effetti dell’incendio sull’uomo: anidride carbonica
L’anidride carbonica è un gas asfissiante perché sostituendosi all’ossigeno dell’aria, quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia.
Non è tossico per l’uomo, ma accelera e stimola il ritmo respiratorio, con piccole percentuali del 2% o 3% la respirazione accelera anche del 100%, cioè raddoppia.
Non forma, come il monossido di carbonio un legame stabile con l’emoglobina, ma provoca un aumento degli atti respiratori. Per questo l’organismo tende ad inalarne sempre di più, insieme agli altri gas presenti nell’aria. Più anidride carbonica si inala, più si abbassa il livello di ossigeno nel sangue, con conseguente torpore e perdita di conoscenza; la morte sopraggiunge per soffocamento. Se la presenza di CO2 raggiunge il 5% l’aria diventa irrespirabile.
Effetti dell’incendio sull’uomo: acido cianidrico
Si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete di lana, seta, materie plastiche contenenti resine acriliche, uretaniche e poliammidiche.
Possiede un odore caratteristico di mandorle amare.
L’acido cianidrico penetrando per via inalatoria, cutanea e digerente interrompe la catena respiratoria a livello cellulare generando grave sofferenza funzionale del cuore e del sistema nervoso centrale.
I sintomi che si manifestano sono:
- aumento dei battiti cardiaci,
- sensazione di affaticamento,
- aumento degli atti respiratori (fame d’aria),
- colore della cute rosso, cefalea,
- ipersalivazione.
Effetti del calore
Il calore genera disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell’aria di circa 150 °C è da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo, a condizione che l’aria sia sufficientemente secca.
Tale valore si abbassa se l’aria è umida. Purtroppo, negli incendi sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo, pertanto una temperatura di circa 60 °C è da ritenersi la massima respirabile per breve tempo.
L’irraggiamento genera ustioni che possono essere classificate a seconda della loro profondità in:
• I grado: superficiali;
• II grado: formazione di bolle e vescicole;
• III grado: profonde.
L’irraggiamento, oltre che sulle persone, può provocare danni alle strutture.
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