Nel 2023 gli incendi hanno interessato oltre 500.000 ettari di terreni naturali, circa la metà delle dimensioni dell’isola di Cipro.
Lo riporta l’ultimo rapporto del Joint Research Centre (JRC – Il Centro comune di ricerca europeo) su: Incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa 2023.
- Perché il 2023 è stato l’anno peggiore e quali riflessioni porta l’intensificarsi e l’intensità di questi fenomeni anche in periodi non “tradizionali”. E quali strategie di prevenzione sono sotto l’occhio dell’UE?
Nell'articolo
Incendi boschivi in Europa e dintorni: perché il 2023 è stato l’anno peggiore?
Il Rapporto punta il dito sui cosiddetti “megaincendi”, incendi catastrofici, impossibili da tenere sotto controllo con i mezzi tradizionali di lotta agli incendi, che hanno interessato l’Unione Europea ed anche i paesi limitrofi, registrati (dal 2000) dal Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS).
Inoltre, 41 morti sono state le vittime segnalate a causa degli incendi.
Il Report sottolinea il ruolo cruciale del cambiamento climatico, i cui effetti, negli ultimi 4 anni sono evidenti anche in termini di aree colpite e frequenze dei fenomeni di combustione oltre alla crescita di intensità dei singoli incendi e alla durata di questi fenomeni, ben oltre il tradizionale periodo estivo e causando incendi in aree che di solito non ne sono state colpite.
Tutto ciò rappresenta una nuova sfida per i servizi antincendio in Europa e nel mondo, poiché la lotta aerea agli incendi diventa più ardua e le operazioni a terra diventano più difficili o addirittura impossibili.
2024: un anno meno grave per gli incendi boschivi ma…
Finora la stagione degli incendi boschivi del 2024 è stata meno grave nell’UE, sottolinea il Rapporto che però rettifica come, ad esempio, in Portogallo siano scoppiati diversi incendi consequenziali a breve distanza gli uni dagli altri, alzando la media UE dei danni. Ciò nonostante, il 2024 può essere considerato una stagione di incendi meno grave in quanto segna una flessione dei danni dopo tre anni consecutivi di incendi devastanti.
In base ai dati diffusi dal Sistema Copernicus, da gennaio a dicembre 2024 sono stati 382.822 gli ettari bruciati, di cui 354 ettari bruciati durante l’ultima settimana, in diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Il numero degli incendi nell’ultima settimana è stato 6, in aumento rispetto alla settimana precedente. Il totale di anomalie termiche è 83.928, con 967 anomalie termiche solo nell’ultima settimana, in aumento dalla settimana precedente.
Incendi boschivi e prevenzione: le soluzioni possibili
Circa il 96% degli incendi boschivi nell’UE è causato da azioni umane, spiega l’Unione europea che identifica alcune priorità:
- investire sulle campagne di educazione e sensibilizzazione sono una parte essenziale della soluzione. Con l’aggravarsi della crisi climatica, è fondamentale che la popolazione europea si prepari a incendi boschivi più frequenti e intensi;
- ridurre al minimo il numero di incendi boschivi e gestire il paesaggio nelle regioni vulnerabili per prevenire l’accumulo di tipi di combustibili ad alto rischio e la loro continuità spaziale.
- Interventi in tutti i settori della popolazione, comprese le comunità rurali a diretto contatto con le aree naturali, nonché la popolazione particolarmente vulnerabile che vive nell'”interfaccia urbana con le terre selvagge”.
Cos’è il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi
Il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS) è una rete di 43 paesi che si scambiano informazioni armonizzate sugli incendi boschivi e ne valutano gli effetti in Europa. È anche una piattaforma per lo scambio di buone pratiche in materia di prevenzione incendi, lotta antincendio, ripristino e altre attività di gestione degli incendi.
Dal 2015 l’EFFIS è uno dei componenti del Servizi di gestione delle emergenze di Copernicus, il programma dell’UE di osservazione della Terra che fornisce informazioni sul pianeta e sul suo ambiente sia dal monitoraggio satellitare che dai dati in situ.
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