Le porte tagliafuoco, meglio definite come “porte resistenti al fuoco”, sono gli elementi principali della compartimentazione. Devono assolvere a molteplici funzioni, tra cui: chiudere in caso di incendio, agevolare l’esodo in caso di emergenza, funzionare regolarmente nell’impiego quotidiano per migliaia di cicli di apertura e chiusura. In questo articolo esaminiamo le tipologie di porte tagliafuoco, le caratterestiche tecniche e cosa dice la normativa.
Nell'articolo
Come funziona una porta tagliafuoco?
Le porte tagliafuoco sono presidi di protezione passiva all’incendio. Esse vengono installate su setti, anch’essi antincendio, che compongono dei compartimenti all’interno dell’edificio.
Lo scopo dei compartimenti è quello di rallentare la propagazione di un incendio il quale, sviluppandosi, invaderebbe altrimenti tutto lo stabile. Chiaramente è necessaria, per la fruizione dell’edificio, una certa mobilità fra compartimenti, garantita dalle porte tagliafuoco, siano esse a battente, o portoni scorrevoli di grandi dimensioni.
Tipologie delle porte tagliafuoco
Le porte tagliafuoco possono essere di diverse tipologie ed avere funzionamenti diversi: a battente, scorrevole, a ghigliottina, basculante.
Esistono anche porte resistenti al fuoco a doppia azione, che possono aprire sia da un lato che dall’altro, come, ad esempio, le porte va e vieni.
Le stesse poi possono avere un numero di ante differente, una o due per le battenti, ma anche telescopiche per le scorrevoli.
In realtà il normatore non ha imposto limiti alla creatività ed alla tecnica: pertanto sta ai produttori decidere quali prodotti inventare e, conseguentemente, testare: starà poi al mercato premiare un certo prodotto qualora esso offra l’adatta soluzione per le necessità specifiche.
La maggior parte delle porte che conosciamo sono in metallo, ma il mercato presenta anche soluzioni in legno, acciaio, alluminio, vetro e addirittura in pvc, oltre a combinazioni come porte con anta in legno e telaio in metallo.
Impiego delle porte tagliafuoco
Possiamo dire che per una destinazione industriale siano più diffuse le porte in metallo, per una destinazione ricettiva siano più diffuse le porte in legno (ad esempio, le porte di ingresso camera degli hotel), per la sanità, le scelte sono variabili in funzione del tipo di struttura.
Se pensiamo ai nostri edifici, manca qui sopra la destinazione residenziale; ciò perché in quel contesto le porte resistenti al fuoco sono relegate alle caldaie o ai garages.
Probabilmente questa è una mancanza che in altri paesi è già stata colmata, prescrivendo l’uso di porte resistenti al fuoco, ad esempio, agli ingressi degli appartamenti (UK ed altri paesi).
Le porte resistenti al fuoco possono avere classi differenti di tenuta, solitamente da 30 a 120 minuti, ma anche da 15 fino a 240 minuti.
Da cosa è composta la porta tagliafuoco
Una porta resistente al fuoco è solitamente composta da un’anta con un nucleo resistente al fuoco, ferramenta specifica che include anche un dispositivo chiudiporta, delle guarnizioni intumescenti (che in caso di incendio, colmano gli spazi necessari alla porta per aprirsi e chiudersi).
In funzione del design, le guarnizioni intumescenti possono essere a vista, oppure anche nascoste al di sotto di strati di finitura, soprattutto nei bordi.
Per altre necessità, quali il fonoisolamento oppure la tenuta ai fumi, le porte possono essere dotate di guarnizioni di battuta realizzate con mescole di base gommosa e di guarnizioni saliscendi per la battuta inferiore. O, addirittura, di griglie di aerazione resistenti al fuoco!
La cosa più importante è capire che le porte tagliafuoco non sono semplici porte: come detto all’inizio, devono svolgere più funzioni.
I produttori hanno studiato anche le interazioni dei vari componenti costruttivi durante le prove più diverse, pertanto va rispettata la configurazione che il produttore ha appositamente determinato per raggiungere le performance desiderate e vendute nella specifica fornitura.
La normativa delle porte tagliafuoco
La certificazione delle porte per interni
Le porte per interni resistenti al fuoco, per essere commercializzate sul territorio nazionale, devono essere omologate.
Per “omologazione” si intende l’atto conclusivo attestante il corretto espletamento della procedura tecnico-amministrativa, illustrata nel decreto del 21.06.2004, finalizzata al riconoscimento dei requisiti certificati delle porte resistenti al fuoco.
Con tale riconoscimento è autorizzata la riproduzione del prototipo e la connessa immissione in commercio di porte resistenti al fuoco omologate, con le variazioni consentite dalla norma UNI EN 1634-1 ovvero della UNI 9723 nel campo di applicazione diretta del risultato di prova integrate dalle variazioni riportate nell’allegato C del decreto stesso.
La certificazione delle porte per esterni
Le porte per esterni resistenti al fuoco o al fumo ed i portoni resistenti al fuoco o al fumo (per passaggio carrabile), devono essere obbligatoriamente marcati CE secondo UNI EN16034+UNI EN14351-1, ovvero UNI EN16034+UNI EN13241-1.
Nella pratica quotidiana si usa il termine “certificazione” in modo un po’ erroneo, andando ad identificare con esso la documentazione che il produttore di una porta resistente al fuoco va a fornire, sia essa omologata o marcata CE.
A questa confusione ha contribuito l’impianto normativo italiano, dove gli stessi decreti facevano riferimento ad un “certificato di prova”, che nell’impianto normativo europeo è composto da due documenti, che sono il rapporto di prova ed il rapporto di classificazione, i quali non fanno parte, per le porte, della documentazione obbligatoria da fornire al cliente in caso di fornitura.
La documentazione obbligatoria
Di seguito un quadro relativo alla documentazione obbligatoria che il produttore deve fornire unitamente alle porte resistenti al fuoco:
Porte resistenti al fuoco omologate:
– Copia atto di omologazione in corso di validità;
– Libretto di installazione uso e manute0nzione;
– Dichiarazione di Conformità;
– Allegato Grafico;
– Marchio di conformità apposto sul prodotto.
Porte resistenti al fuoco marcate CE:
– Certificato di Costanza;
– Dichiarazione di Performance (DoP);
– Marchio CE sul prodotto;
– Libretto di installazione uso e manutenzione.
La classificazione delle porte tagliafuoco
Spesso, quando si parta di porte tagliafuoco, ci imbattiamo nella definizione R.E.I. corrispondente a Resistenza, Ermeticità, Isolamento.
Questa definizione era, in Italia, quella antecedente all’introduzione, nel 2004, della UNI EN1634-1, la norma europea, appunto, con la quale le porte vengono testate.
Teoricamente a tutt’oggi le porte interne si potrebbero ancora testare con la “vecchia” norma nazionale UNI 9723.
Nell’impianto europeo, gli elementi vengono classificati tramite l’apposita norma di classificazione UNI EN13501-2.
In questa norma sono esplicitate una serie di caratteristiche dei prodotti, per le quali corrisponde una lettera, di seguito alcuni esempi legati alle porte:
– Integrità – E
– Isolamento termico – I (I1, I2)
– Tenuta ai fumi – S (Sa, Sm)
– Capacità portante – R
E’ solo un caso che le lettere siano le stesse: d’altro canto, rappresentano delle caratteristiche molto simili.
Pertanto, nell’impianto europeo, laddove si faccia riferimento ad un elemento classificato REI, la lettera R rappresenta, come detto sopra, la capacità portante.
Ad esempio, in un muro, la capacità di sostenere un carico nonostante l’incendio per il tempo specificato (Es., R120, o REI120, potrebbe essere la capacità di un setto tagliafuoco per 120 minuti).
Non si applica alle porte in quanto esse non sono elementi caricati.
Pertanto le porte tagliafuoco, classificate secondo EN13501-2, sono tipicamente EI.
In Italia non è sbagliato definire oggi una porta EI 120, REI 120, in quanto l’articolo 1, comma 4 del D.M. 21.06.2004 stabilisce che una porta EI2 120 equivale ad una porta REI 120 secondo la vecchia normativa nazionale.
Le porte resistenti al fuoco vengono testate secondo la norma UNI EN1634-1.
Nella prova, distruttiva, si simula un “incendio normalizzato”, con la curva di riscaldamento del forno della norma ISO 834 (cellulosica).
Esempio di classificazione
Effettuata la prova, la porta viene classificata secondo UNI EN13501-2.
Di seguito un esempio di classificazione:
EI1 90, EI2 120, E180
Significa che la porta ha mantenuto l’integrità fino a 180 minuti, la I2 fino a 120, la I1 fino a 90 minuti.
Le classi previste sono 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240.
I controlli sulle porte tagliafuoco
Sulle porte resistenti al fuoco possono essere effettuati vari controlli:
– Campionamento: L’ente notificato preleva i campioni per le prove presso la sede del produttore;
– Sorveglianza: L’ente notificato effettua visite di sorveglianza annuali presso il produttore di porte marcate CE;
– Vigilanza: possono essere molteplici gli organi atti a vigilare:
– Guardia di Finanza (e nello specifico il SIAC, Sistema Informativo Anti-Contraffazione), all’interno dei prodotti ricadenti nel regolamento dei prodotti da costruzione 305/2011, può effettuare ispezioni presso il produttore ovvero presso i cantieri;
– Il Ministero dell’Interno, secondo quanto disposto nel DM 21.06.2004, può effettuare ispezioni presso i laboratori, il produttore, presso i cantieri o sul mercato.
– Gli organi di Polizia Giudiziaria nell’ambito di indagini.
Normalmente per controlli, si intendono i controlli legati alle operazioni di manutenzione periodica.
Essi sono riportati nei libretti di installazione, uso e manutenzione forniti dai produttori insieme alle porte.
La norma UNI 11473-1:2013 prevede che l’attività di manutenzione sia divisa in:
Presa in carico, Sorveglianza, Controllo periodico. Per la presa in carico si rimanda alla sezione “manutenzione” del presente testo.
La sorveglianza
La sorveglianza può essere effettuata dal personale presente nelle aree protette dopo aver ricevuto adeguate istruzioni in merito all’effettuazione dei seguenti accertamenti:
– verificare che le porte siano nelle normali condizioni operative;
– verificare che siano facilmente accessibili e fruibili, in particolare se poste sulle vie diesodo;
– verificare che siano adeguatamente segnalate ove previsto;
– verificare che non presentino lacerazioni, fori, modifiche, corrosioni;
– verifica della presenza del cartellino di manutenzione;
Le anomalie devono essere registrate e segnalate alla persona preposta.
Il controllo periodico
Il controllo periodico deve essere eseguito da persona competente e qualificata incaricata dall’azienda di manutenzione. Vanno effettuate le seguenti operazioni:
– Verifica presenza del marchio di conformità (targhetta) apposto dal produttore;
– Verifica esistenza di ritegni impropri;
– Verifica guarnizioni;
– Verifica fissaggio e giochi;
– Verifica integrità costruttiva;
– Verifica dispositivi apertura:
o Verifica maneggevolezza (sgancio e riaggancio);
o Verifica facilità di manovra;
o Verifica verticalità degli assi cerniere;
o Verifica integrità e scorrevolezza;
– Verifica dispositivi di autochiusura;
– Verifica coordinatore della sequenza di chiusura;
– Verifica dei dispositivi di ritegno (fermo in apertura).
Maggiori dettagli possono essere raccolti nella norma UNI 11473-1: “Porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo Parte 1: Requisiti per l’erogazione del servizio di posa in opera e manutenzione.”
La manutenzione delle porte tagliafuoco
Conformemente al D.M. del 10/03/98, relativo ai criteri generali di sicurezza antincendio (vedi allegato VI “Controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio”) e al D.M. del 21/06/2004 relativo alle porte resistenti al fuoco (vedi art. 3, comma 4), le porte tagliafuoco devono essere soggette a manutenzioni programmate a cadenza almeno semestrale come da libretto di installazione, uso e manutenzione allegato alle stesse.
Inoltre, in conformità e al D.M. 18 ottobre 2019 per le operazioni di manutenzione si fa riferimento, per le porte tagliafuoco, alla norma UNI 11473.
Compiti del titolare dell’attività
Come indicato nella norma UNI 11473-1:2013 (4.1 e A.2.2), il titolare dell’attività è la figura responsabile degli ambienti nei quali si svolge una qualsiasi attività soggetta alla regolamentazione sulla prevenzione incendi.
Il suo compito è quello di fare posare correttamente la porta (secondo le istruzioni del produttore allineate alle indicazioni regolamentari e norme tecniche ove esistenti) e verificare l’efficienza della porta mediante un piano di sorveglianza (da parte di personale interno addestrato) e piano di manutenzione ordinaria periodica (da parte di personale qualificato), seguendo le indicazioni di regolamenti, norme tecniche, ed istruzioni di posa, uso e manutenzione presenti nel libretto redatto dal produttore.
Deve garantire, inoltre:
– che sia immediatamente riparato qualsiasi danno o deterioramento delle prestazioni rilevato durante la normale vita della porta,
– che gli interventi di manutenzione previsti (nel libretto) siano integralmente attuati,
– che sia conservata la dichiarazione di corretta installazione e la documentazione relativa alla porta ed alla sua manutenzione.
L’uso non conforme e la mancata manutenzione sono le cause principali di rotture degli elementi componenti la chiusura.
Compiti dell’incaricato alla manutenzione
Come indicato nella norma UNI 11473-1:2013, l’incaricato alla manutenzione risponde della presa in carico, ovvero della verifica preliminare di:
– esecuzione della posa in opera in conformità alle istruzioni;
– integrità e tenuta dei sistemi di fissaggio;
– integrità di anta, telaio, e tutti gli altri componenti della porta e loro rispondenza con quanto previsto dal produttore;
– disponibilità della documentazione di accompagnamento del prodotto, e in particolare del libretto di installazione, uso e manutenzione e di eventuali precedenti verbali di ispezione.
Il principio è che il produttore sa quali operazioni vadano effettuate sul proprio prodotto, quali siano i componenti ed i ricambi adatti a far mantenere alla porta lungo il ciclo di vita operativa, le caratteristiche espresse in fase di prova rispetto a quelle certificate in fase di vendita.
Libretto di installazione, uso e manutenzione
Le porte che dispongono di un libretto di installazione, uso e manutenzione, devono essere sottoposte alla manutenzione secondo detto libretto.
Per le porte che non dispongono di tale libretto, nella norma UNI 11473-1:2013 esistono delle indicazioni specifiche anche per la sostituzione dei componenti of altri interventi similari, in particolare:
– Regole per porte senza documentazione ma con produttore reperibile (allegato B, paragrafo B.3);
– Regole per porte senza libretto e senza produttore reperibile (allegato B, paragrafo B.4).
Contenuto realizzato da CHEMOLLI FIRE, azienda specializzata in testing e certificazione di porte tagliafuoco.
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