La deflagrazione e l’incendio a Beirut
La deflagrazione ha raso al suolo le zone del porto interessando numerosi edifici anche a diversi chilometri di distanza tra i quali anche il Palazzo Baabda, residenza del presidente. L’esplosione è stata udita anche a Nicosia, Cipro, quasi 200 chilometri a nord-ovest della capitale libanese.Le esplosioni sono state registrate dai sismografi come un terremoto di magnitudo 3.3, secondo i dati del servizio geologico statunitense Usgs.
Forse coinvolta una fabbrica di fuochi d’artificio. L’onda d’urto ha mandato in frantumi i vetri e fatto saltare le porte degli edifici per un raggio di diversi chilometri. Alcuni distretti sono rimasti senza elettricità #Beirut https://t.co/sOqToE7UPF
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) August 4, 2020
La colonna di fuoco
A seguito dell’esplosione si è originata una densa colonna di fumo bianca – il risultato di un primo scoppio, o di un incendio ed esplosioni secondarie alla base della prima, minori e colorate. Si è anche propagata una gigantesca onda d’urto, a forma di fungo, che ha fatto collassare diversi edifici. A seguire una altissima colonna di denso fumo rosso-arancione. Il ministro della salute libanese Hamad Hasan (fonte ANSA) ha consigliato di abbandonare Beirut, affermando che materiali pericolosi sprigionatisi nell’aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali.In base alle ricostruzioni giornalistiche delle ultime ore sarebbero due le esplosioni: la prima avrebbe interessato un deposito di fuochi d’artificio. La seconda da un magazzino poco distante in cui erano stoccati provvisoriamente 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio dall’alta capacità esplosiva sequestrate da diversi anni da una nave come ha ammesso il presidente Michel Aoun alla Bbc online, dopo la riunione d’emergenza del Supremo consiglio della Difesa nel palazzo presidenziale di Baabda.
#Libano Catastrofe ????
— Naman Tarcha ????? ???? (@NamanTarcha) August 5, 2020
100 morti e 4mila feriti dopo l’esplosione al porto di Beirut di un deposito contenente 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio, causando devastazioni e danni materiali ed economici incalcolabili in un momento difficile per il Paese già in ginocchio #????? pic.twitter.com/KsbLpU8B17
Esplosione Beirut: le dichiarazioni
AGI riporta le parole del presidente del Libano, Michel Aoun, che ha convocato il Consiglio supremo di difesa, e ha definito “inaccettabile” il fatto che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio siano rimaste immagazzinate per sei anni nel porto di Beirut senza misure di sicurezza. Il premier, Hassan Diab, ha assicurato che tutti i responsabili di “questa catastrofe”, saranno “chiamati a risponderne”. Si indagherà, certo. Sempre Agi riporta che fonti israeliane suggeriscono che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah.A muoversi anche la diplomazia internazionale: Giuseppe Conte ha promesso il sostegno dell’Italia. Anche Israele ha offerto aiuti umanitari e l’Ue si è detta pronta a fornire assistenza, così come Germania e Francia, riporta AGI. Il Libano, devastato da una profonda crisi economica, è alle prese con un ritorno dei contagi da coronavirus, che hanno indotto il governo a reintrodurre misure restrittive.
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