I filtri a prova di fumo alla luce del Codice di Prevenzione Incendi

I primi anni di applicazione del Codice di Prevenzione Incendi, pubblicato con il D.M. 3 agosto 2015, hanno evidenziato alcune peculiarità nell’applicazione del Codice stesso che sono destinate a mutare radicalmente l’approccio “nazionale” alla sicurezza antincendio. Fra le questioni aperte dal Codice vi è quella dei Filtri a Prova di Fumo, caposaldo storico della compartimentazione e quindi, per una strategia antincendio spesso basata soprattutto su questa misura di sicurezza strutturale, caposaldo stesso della sicurezza conseguibile.

Per i Filtri a prova di fumo il Codice ha ripreso l’esistente definizione, risalente al D.M. 30/11/83, specificandola meglio in maniera del tutto ragionevole, ma creando così una problematica che porta, ad avviso di chi scrive, a rivisitare tutto l’argomento mettendo in discussione i criteri stessi su cui la misura di sicurezza si basa e, in definitiva, i criteri secondo i quali si realizzano i filtri nelle opere destinate ad ospitare attività soggette al controllo dei Vigili del fuoco.

Sono le premesse dell’articolo di Luciano Nigro, Clara Ferrari, Piergiacomo Cancelliere pubblicato sul numero di Giugno della rivista Antincendio.

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