Il Codice e il “fattore convenienza”

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Si riapre sulla rivista Antincendio la Tavola Rotonda dell’Antincendio che lo scorso anno, per diversi mesi, ha ospitato pareri e contributi di professionisti, imprenditori ed addetti ai lavori e che a quanto pare continua ad offrire ai Lettori spunti di dialogo e confronto ed è un modo per presentare osservazioni
Sul numero di Febbraio di Antincendio (VEDI IL SOMMARIO DEL NUMERO) abbiamo parlato del Codice di Prevenzione Incendi, attraverso la voce di un professionista che opera nel settore della prevenzione incendi, l’ Ing. Matteo Mometti che guida la Fire Safety Division della Società di Ingegneria integrata “SISTHEMA ENGINEERING S.R.L.” di Brescia.

Ricorda l’Ing. Mometti come al Forum di Prevenzione Incendi 2015 (a Milano il 30 settembre 2015), il Capo del Corpo Nazionale dei VV.F., Ing. Gioacchino Giomi, delineando i confini entro i quali si sta muovendo il cambiamento della Prevenzione Incendi, ha definito il Codice una “macro-regola tecnica orizzontale” che costituisce un vero e proprio codice dei principi e delle moderne tecniche di prevenzione incendi e che tende ad aggiornare il tradizionale sistema prescrittivo, introducendo maggiore flessibilità e dando nuovo impulso all’analisi prestazionale. Il Codice rappresenta un cambiamento epocale e culturale, non soltanto tecnico.
Si tratta dunque di uno strumento potente ed innovativo, che ha già riscosso un buon successo tra i professionisti: va quindi sostenuto, studiato e applicato. Però, c’è un “però”… Il nuovo documento è stato approvato in una versione, per così dire “soft” rispetto a quella originaria (Bozza del documento presentata ufficialmente il 30.04.2014) e cioè può essere applicato su base volontaria solo alle cosiddette attività NON normate; in particolare solo al seguente sottoinsieme di 34 delle 80 attività soggette ai controlli di Prevenzione Incendi:

Secondo Mometti se da un lato questo approccio è condivisibile, dettato dalla volontà di garantire una gradualità al cambiamento e all’applicazione del nuovo metodo, dall’altro resta appunto quel “però”… che consiste nel timore che tale formulazione e limitazione possa ostacolarne l’applicazione e la diffusione. In altre parole: è lodevole studiarlo, sperimentarlo, presentarlo ai seminari e discuterlo in vari tavoli tecnici, ma poi sarà interessante prendere atto di quanti Progetti di Prevenzione incendi saranno realmente presentati dai professionisti ai Comandi VV.F. per la valutazione, utilizzando il nuovo Codice. La situazione viene certamente monitorata dai VV.F.; attendiamo i dati statistici sulle varie finestre temporali.

Le conclusioni dell’Ing. Mometti sono disponibile nell’articolo in PDF allegato alla notizia e tratto dalla rivista Antincendio n.2/2016.

Chi è l’Ing. Matteo Mometti
Ingegnere civile, libero professionista, dal 2006 guida la Fire Safety Division della Società di Ingegneria integrata “SISTHEMA ENGINEERING S.R.L.” di Brescia.
Si occupa di Progettazione antincendio a 360° (attività soggette ai controlli di Prevenzione Incendi, sia civili che industriali) e di progettazione di impianti antincendio.
È segretario della Commissione Sicurezza – Prevenzione Incendi dell’Ordine degli Ingegneri di Brescia e componente Commissione Sicurezza – Prevenzione Incendi della Consulta Regionale Ordini Ingegneri della Lombardia (CROIL). È relatore in Corsi e Seminari specialistici in materia di Prevenzione Incendi.

Redazione InSic

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