Impianti GNL, una guida per i progetti di prevenzione incendi

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Sul sito dei Vigili del fuoco è stata pubblicata la Lettera Circolare n.3891 del 21 marzo 2013 (in allegato) che contiene la “Guida tecnica ed atti di indirizzo per la redazione dei progetti di prevenzione incendi relativi ad impianti di alimentazione di gas naturale liquefatto (GNL) con serbatoio criogenico fuori terra a servizio di stazioni di rifornimento di gas naturale compresso (GNC) per autotrazione”.

La Lettera circolare ricorda che i distributori di carburanti di ogni tipo sono ricompresi nella voce 13 dell’allegato I al D.P.R. 151/2011 “Impianti fissi di distribuzione carburanti per l’autotrazione,la nautica e l’aeronautica; contenitori-distributori rimovibili di carburanti liquidi”.

Dopo una ricognizione della normativa passata e vigente per questi impianti, la lettera circolare riporta che con decreto del Ministro dell’Interno del 31/8/2006 (G.U. n. 213 del 13/9/2006) è stata approvata la “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione, esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione” con prescrizioni non dissimili da quella del GPL e da quella del metano.
Tuttavia, la soluzione tecnologica che prevede un impianto di distribuzione di gas naturale realizzato mediante stoccaggio criogenico di metano liquido (GNL) risulta innovativa per le stazioni di rifornimento carburante per le quali al momento la normativa antincendio contempla solamente l’utilizzo di metano allo stato gassoso prelevato da rete fissa o da carro bombolaio.

La lettera circolare intende quindi disciplinare la possibilità di stivare il metano allo stato liquido refrigerato entro un serbatoio criogenico, che allo stato attuale è nella stragrande maggioranza dei casi realizzato in esecuzione fuori terra, nel quale il prodotto è mantenuto ad una pressione di pochi bar in condizioni di temperatura pari a -160° C. L’isolamento termico del serbatoio è normalmente ottenuto mediante intercapedine in cui è realizzato il vuoto. Il metano liquido viene gassificato, previo pompaggio, mediante un evaporatore riscaldato normalmente ad aria atmosferica dal quale, uscendo, viene conservato normalmente a pressione di 220/250 bar entro pacchi bombole di tipo tradizionale, che appartengono già alla filiera dello schema tradizionale (recipienti di accumulo/smorzamento).

L’aspetto innovativo di questo tipo di impianto, come rappresentato nella figura dell’allegato 1, vene specificata nell’allegato 2 alla lettera circolare, e consiste nella sostituzione dell’allaccio a condotta/carro bombolaio con sistema comprendente il serbatoio di metano refrigerato del tipo fuori terra ed annessa linea di pompaggio sino al gassifìcatore.
Secondo la lettera circolare, lo stato attuale delle conoscenze sperimentali dello specifico impianto suggerisce di accantonare l’approccio deterministico fornendo delle linee di indirizzo di corretta progettazione e buona tecnica realizzativa che possano costituire ausilio ai Comandi prov.li nella valutazione dei progetti di prevenzione incendi, lasciando comunque al professionista ogni libertà di progettare con le metodologie richiamate nel DM 09/05/2007 avente per argomento le “Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio” dimostrando il raggiungimento degli obiettivi anche con sistemi/distanze/impiantistica diverse da quelle segnalate nella circolare.

La lettera circolare indica altresì che questa specifica sezione di impianto è regolamentata dalla norma UNI EN 13645-2006 “Istallazioni ed equipaggiamenti per il gas naturale liquefatto (GNL) – Progetto di installazioni di terra a capacità di stoccaggio fra 5 e 200 t”, di cui, nella progettazione e realizzazione dell’impianto si raccomanda il rispetto.

Redazione InSic

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