Interpretare i segni dell’Incendio: nuova pubblicazione del NIA

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Sul portale dei Vigili del fuoco, una nuova relazione del NIA, il Nucleo Investigativo Antincendi di Roma: si tratta della dispensa “La semiotica dell’incendio”, che segue alla “Relazione tecnica coinvolgente impianti fotovoltaici”, pubblicata in ottobre.
La pubblicazione è stata curata ancora una volta dall’ing. Michele Mazzaro, Dirigente del Nucleo Investigativo Antincendi, che si è avvalso del supporto e dell’esperienza investigativa del personale del Nucleo, nonché della letteratura scientifica sull’argomento.

La dispensa è stata realizzata col fine di rintracciare i “segni” lasciati da un incendio, prediligendo un approccio sintetico e il più possibile orientato a fornire soluzioni pratiche; ciò spiega il riferimento al termine “Semiotica” utilizzato in questo particolare ambito.

Si spiega nel Documento che maggiore è la capacità degli investigatori di raccogliere informazioni sullo scenario oggetto d’indagine, interpretando i segni lasciati dall’incendio, e più alta è la probabilità che l’analisi dell’evento porti all’individuazione della causa, attraverso una ricostruzione oggettiva dell’evento.
Il lavoro di ricerca intende mettere a confronto quanto in questo specifico ambito esiste nella letteratura tecnica di settore con le esperienze maturate direttamente dal personale del Nucleo Investigativo Antincendi.

Nel Documento si sottolinea che gli esempi forniti servono per la corretta interpretazione dei segni dell’incendio, in particolare quella dei segni di danno termico da esso lasciati, poiché l’evento oggetto di studio è dinamico e la sua evoluzione spazio-temporale è influenzata da innumerevoli fattori quali: l’esatta distribuzione, quantità e tipologia dei materiali combustibili presenti in un ambiente, le superfici iniziali di ventilazione di un locale e loro eventuale variazione nel corso del tempo, il grado di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili interessati dall’incendio, etc., non sono a posteriori neanche facilmente individuabili.
Spiega il NIA che la causa non è sempre di possibile determinazione, soprattutto nel caso di incendi che raggiungono una fase di flashover e che alcuni segni tipici che l’incendio rilascia, soprattutto nella fase iniziale di ignizione di un materiale combustibile, tendono poi ad essere cancellati nel corso delle fasi successive. Inoltre, ammonisce il NIA, alcuni segni tipici lasciati dall’incendio possono trarre in inganno un investigatore se non rapportati alla conoscenza della dinamica del fenomeno: “Ciò che vediamo dopo un incendio è quindi la registrazione totale di quello che è avvenuto; di solito, però, non si è in grado di vedere l’ordine sequenziale della creazione di ogni segno. Malgrado le ricerche e gli strumenti sempre più sofisticati che si hanno a disposizione, bisogna accettare il fatto che può capitare di osservare segni lasciati dal fuoco per i quali nessuna spiegazione è disponibile”.

Infine il NIA raccomanda, ai fini della mitigazione dei possibili errori, un approccio metodico all’investigazione secondo il metodo scientifico di cui all‘NFPA 921 “Guide for Fire and Explosion Investigations”.

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Redazione InSic

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